Un Vanvitelli segreto e la sua scuola esposti alla Reggia di Caserta. Si tratta della cathedra Petri, un capolavoro barocco.
La mostra “Vanvitelli segreto e i suoi pittori da Conca a Giaquinto – la Cathedra Petri”, ideata da Paola Raffaella David, già Soprintendente BAPSAE di Caserta e Benevento, curata da Vega de Martini e Francesco Petrucci e promossa dal Centro Europeo per il Turismo, è allestita negli Appartamenti storici del Palazzo Reale di Caserta, ed è incentrata su due aspetti della produzione di Luigi Vanvitelli, “inventore” di opere di arte decorativa e pittore. Il primo aspetto è rivelato dal Trono di San Pietro, imponente manufatto tardo-barocco in marmo di Carrara a metà strada tra scultura e arte decorativa, ideato da Vanvitelli per la Basilica Vaticana. Il trono, commissionato da Benedetto XIV nel 1754, venne rifiutato dai canonici della basilica per il carattere esuberante rispetto alla celebre statua bronzea attribuita ad Arnolfo di Cambio. In mostra abbiamo il bellissimo modello in terracotta e stucco dorato conservato presso la Fabbrica di San Pietro. Nell’ambito della pittura viene esposto per la prima volta il Ritratto di Gaspar van Wittel, il famoso vedutista olandese padre di Luigi Vanvitelli, concesso in prestito dall’Accademia Nazionale di San Luca. In mostra anche dipinti degli artisti più stimati da Vanvitelli, collaboratori in alcune sue opere: Sebastiano Conca che fu chiamato da Vanvitelli a Napoli per importanti commissioni; Corrado Giaquinto, uno dei massimi pittori del rococò, trasferitosi a Napoli dopo il soggiorno in Spagna come primo pittore di Corte. Nel filone classicista degli artisti stimati o attivi a fianco di Vanvitelli, vanno annoverati Pompeo Batoni, successore del Conca come caposcuola del 700 romano, e Anton Raphael Mengs, padre del Neoclassicismo. Tutti questi artisti sono presenti in mostra con varie opere, alcune mai esposte al pubblico italiano, come il Ritratto di Clemente XIII di Mengs, uno dei capolavori della ritrattistica papale, il Ritratto del principe Guglielmo Ruffo in veste di Gran Camerario del Regno di Napoli di Francesco De Mura, tra i pochi artisti napoletani stimati da Vanvitelli, concesso in prestito dal principe Fulco Ruffo di Calabria. L’esposizione è arricchita dal Ritratto del Vanvitelli di Giacinto Diano, da due frammenti del quadro con la Natività di Sebastiano Conca, distrutto nei bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale dalla Cappella Palatina della Reggia di Caserta, da una serie di dipinti di de Mura, Batoni, Pozzi, Giaquinto, modelli per gli arazzi che dovevano decorare la camera da letto di Ferdinando IV e Maria Carolina nel Palazzo Reale di Napoli e da una serie di disegni dello stesso Vanvitelli, manufatti del fondo casertano. Chiude la mostra un singolare Ritratto allegorico di Carlo III di Borbone di Lorenzo Gramiccia, proveniente da Palazzo Chigi in Ariccia. Un altro aspetto poco considerato, inerente gli interessi culturali del Vanvitelli, è la sua passione e competenza musicale documentata da alcune lettere provenienti dall’archivio del Palazzo Reale di Caserta; e ancora, sarà esposta la “maschera mortuaria” dell’artista, conservata nei depositi della Reggia. “Vanvitelli segreto i suoi pittori da Conca a Giaquinto, la “Cathedra Petri” è visitabile tutti i giorni escluso il martedì negli orari museali (8,30 – 19,30). E’ un Vanvitelli segreto quello che da oggi al 31 ottobre si svelerà ai visitatori del Palazzo Reale della Reggia di Caserta. Un grande allestimento in un sito altrettanto prestigioso, più grande di Versailles, e dunque una occasione per una gita d’arte a tutto tondo che mette al centro della scena le opere dell’artista e i suoi pittori da Conca a Giaquinto e la visita di un luogo straordinario. Ideata da Paola Raffaella David, già Soprintendente Bapsae di Caserta e Benevento, curata da Vega de Martini e Francesco Petrucci e promossa dal Centro Europeo per il Turismo, l’esposizione, allestita negli Appartamenti storici del Palazzo Reale è incentrata su due aspetti della produzione di Luigi Vanvitelli, “inventore” di opere di arte decorativa e pittore. Il primo aspetto è rivelato dal Trono di San Pietro, la «Cathedra Petri» imponente manufatto tardo-barocco in marmo di Carrara a metà strada tra scultura e arte decorativa, ideato da Vanvitelli per la Basilica Vaticana. Il trono, commissionato da Benedetto XIV nel 1754, venne rifiutato dai canonici della basilica per il carattere esuberante rispetto alla celebre statua bronzea attribuita ad Arnolfo di Cambio. La mostra ne espone il suo bellissimo modello in terracotta e stucco dorato conservato presso la Fabbrica di San Pietro. Nell’ambito della pittura viene esposto per la prima volta il Ritratto di Gaspar van Wittel, il famoso vedutista olandese padre di Luigi Vanvitelli, concesso in prestito dall’Accademia Nazionale di San Luca. E ancora dipinti degli artisti più stimati da Vanvitelli, collaboratori in alcune sue opere, da Sebastiano Conca e Corrado Giaquinto, Pompeo Batoni e Anton Raphael Mengs. Alcune delle loro opere offerte alla vista del pubblico non erano mai state esposte, come il ritratto di Clemente XIII di Mengs, il ritratto del principe Guglielmo Ruffo in veste di Gran Camerario del Regno di Napoli di Francesco De Mura, concesso in prestito dal principe Fulco Ruffo di Calabria. La mostra è arricchita dal ritratto del Vanvitelli di Giacinto Diano, da due frammenti del quadro con la Natività di Sebastiano Conca, distrutto nei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale dalla Cappella Palatina della Reggia di Caserta. E per chiudere un singolare ritratto allegorico di Carlo III di Borbone di Lorenzo Gramiccia, proveniente da Palazzo Chigi in Ariccia. Infine esposta la “maschera mortuaria” dell’artista conservata nei depositi della Reggia.
Carlo Franza