DALLA SCAPIGLIATURA AL DIVISIONISMO. UNA STRAORDINARIA MOSTRA CELEBRA LE ORIGINI DELLA MODERNITÀ.
Trenta opere ripercorrono la straordinaria stagione artistica lombarda del secondo Ottocento nata con la Scapigliatura e culminata con il Divisionismo, in una mostra che si tiene a Milano, alla Galleria Bottegantica (via Manzoni 45).
Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati, Emilio Longoni, Angelo Morbelli sono alcuni dei protagonisti della mostra “Dalla Scapigliatura al Divisionismo. Le origini della Modernità”. Curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi, la rassegna ripercorre il periodo compreso tra i primi anni Settanta e la fine dell’Ottocento attraverso una selezione di 30 opere dei principali artisti attivi a Milano fautori di un linguaggio pittorico innovativo, svincolato dai modelli accademici, capace di esprimere i cambiamenti sociali e culturali dell’epoca. Questo itinerario nella pittura lombarda dalla Scapigliatura al Divisionismo si apre con alcuni capolavori di Tranquillo Cremona (La lettera e Il ritratto di Vittore Grubicy), di Daniele Ranzoni (La Maddalena e Ritratto della signora Giovanna Schlosser in Schonenberg), Mosè Bianchi (Neve a Milano e La dama col pappagallo) e di Luigi Conconi (Gelosia): autori che in un clima ancora dominato dall’accademismo e dai temi magniloquenti della pittura di storia dettero vita nelle loro tele a una stesura vaporosa, fatta di pennellate sfatte, che prelude alle ricerche sulla luce messe in atto da lì a poco dal Divisionismo.
Nato in piena autonomia rispetto al Neoimpressionismo francese, il movimento divisionista si distingue dalle coeve esperienze europee per una maggiore attenzione ai contenuti e alla resa del vero, che accoglie al suo interno sia le istanze simboliste sia quelle socio-politiche. Da Bottegantica si possono trovare opere dei principali esponenti di questa corrente, quali Giuseppe Pellizza da Volpedo, Carlo Fornara, Angelo Morbelli, Vittore Grubicy De Dragon, Giovanni Sottocornola e Emilio Longoni. In mostra figurerà il pannello sinistro del pentittico L’Amore nella vita (1901-1902) di Pellizza da Volpedo. Realizzata nel periodo successivo al compimento e alla prima esposizione pubblica de Il Quarto Stato, l’opera costituisce uno dei punti di arrivo delle ricerche del pittore sulla luce e sulla scomposizione dei colori ed esprime l’attenzione di Pellizza per la compenetrazione tra uomo e natura.
Di Emilio Longoni sarà invece esposta, dopo decenni di assenza, la seconda versione de “La voce del ruscello”, straordinaria impressione di luce, di immensità, di solitudine e di serenità in cui la natura d’alta quota dispiega le sue meraviglie fatte di acqua e di ghiaccio. Aspetti che troviamo anche in “Alta montagna” di Angelo Morbelli, che è rivolta a penetrare il segreto senso delle cose, e a scoprire in esse messaggi reconditi, più che a descrivere la natura in un particolare momento. La dimensione umana è qui volutamente bandita, in forza di una esaltazione del valore rigenerativo della natura.
I valori formali divisionisti rappresentano un contributo fondamentale per l’arte italiana, poiché da questi muoveranno giovani artisti come Balla, Boccioni, Carrà, Severini che daranno poi origine al Futurismo, adottando la separazione del colore come mezzo per esprimere la dinamica del movimento. Il Divisionismo ha costituito un passaggio obbligato non solo per i futuristi, ma per molti altri pionieri della pittura che agli inizi del XX secolo sono stati impegnati in diverse esperienze d’avanguardia.
Carlo Franza