La lezione amara di Jacques Attali. In un libro dà la sveglia, mentre annuncia tempeste e anarchie sull’Europa e sul mondo.
Ho appena finito di leggere il libro “Scegli la tua vita”(Ponte alle Grazie), un libro-manifesto di uno dei più significativi e importanti pensatori del mondo, Jacques Attali. Già tutti i libri di Attali sono interrogativi rispetto al futuro che incombe come un macigno; ma l’intellettuale e pensatore francese con quest’ultimo si rivolge a ognuno di noi e a tutti i politici visto che la crisi economica ha provocato un’attesa sproporzionata nei confronti della politica. Così l’editore presentando il volume: “In periodo storico in cui la politica è il dominio degli avventurieri, l’economia è il regno dei tecnocrati, il mondo del lavoro è una lunga parentesi tra la disoccupazione e la rottamazione; in cui, in definitiva, alle persone comuni rimane solo la scelta fra rassegnarsi e lamentarsi: occorre imprimere una svolta alla propria esistenza, scegliere ciò che si vuole essere, agire senza attendere l’intervento dello Stato, delle banche, dei padroni, delle famiglie e di tutti coloro che pretendono di sapere quale sia il nostro bene e quello della società. Smettere di essere, nella geniale definizione dell’autore di questo libro, dei «rassegnati reclamanti», persone che non scelgono la loro vita e per questa loro condizione di servitù invocano un risarcimento. Jacques Attali, oltre a ripercorrere le esperienze, in questo senso, dei tanti personaggi noti (da Abramo a Kurt Cobain, da Maometto a Steve Jobs) e degli innumerevoli personaggi ignoti (gli imprenditori e i militanti politici che si oppongono all’ “irresistibile ascesa del Male”), ci indica un cammino semplice, diviso in cinque tappe, per acquisire ciò che è già alla nostra portata, malgrado appaia irraggiungibile: “diventare sé stessi”. Il suo è un pensiero lucido, forte, macchiavellico. E’ il caso di rimboccarsi le maniche – dice-, è il caso di credere in se stessi senza aspettarsi molto dagli altri; lo afferma adesso che il libro è uscito in Italia, uno dei paesi più assistenzialisti del mondo e dove la spesa pubblica supera il 56% del Pil. Nel tempo passato, o meglio negli anni trascorsi ci si è adoperati a conquistare la libertà, oggi si tratta invece di riprendersi la vita e permettere a tutti i cittadini di esprimere le proprie potenzialità. Tutti sanno che Attali è stato consigliere di molti presidenti della repubblica, da Francois Mitterand a Nicolas Sarkozy, e ha toccato con mano la delusione per questi leader che anziché governare hanno temporeggiato. “Sono stufo -ha detto in un’intervista ad Anais Ginori- di ripetere che è urgente adottare misure urgenti per ritrovare una crescita più equa e di gran lunga durata”. Attali, politologo ed economista tra i più ferrati vede burrasche sull’Europa e sul mondo: “ Il mondo è pericoloso e lo sarà sempre di più”. Nell’introduzione al libro profetizza una “somalizzazione” del mondo, il che vuol dire guerre, sventure, povertà, rilevanti migrazioni, islamizzazione, tagliagole, attacco ai cristiani, ecc. ecc.; continua rilevando Stati smantellati a causa del debito ( ne vediamo qualcosa in Europa), burocrazie miopi e attardate, leader senza coraggio. “Imprese e nazioni, mercato e democrazia arretreranno progressivamente davanti al dissenso, alle spinte secessionistiche, all’iniziativa di gruppi militari e terroristici”.
Lo scenario che ci presenta Attali è di anarchia, al quale – dice lo studioso – non ci resta che scegliere tra rassegnazione o ribellione. Si potrà porre riparo? Solo se i governanti sapranno rimboccarsi le maniche e fare scelte dure e impopolari. Altrimenti la deriva è assicurata. D’altronde, e lo vediamo giornalmente, la principale preoccupazione dei politici è gestire il presente, procrastinando decisioni di lungo termine, mentre nazioni e paesi stanno scivolando in un declino mortale.
Il libro, scritto con un linguaggio piano e avvincente, offre spunti per un maggiore impegno politico e, soprattutto, mira a indicare alle nuove generazioni di riprendersi la vita, senza lasciarla gestire da altri. Non è poco.
Carlo Franza