Riprendiamoci le colonie italiane in Africa. E’ questa la risposta a Mons. Nunzio Galantino segretario della CEI.
Ma sentitelo un po’ questo nuovo Segretario della CEI Mons. Nunzio Galantino, osa dire che abbiamo sfruttato le Colonie. E quindi siamo costretti adesso a ricevere e a sorbirci tutti gli emigranti d’Africa. Ma questo Monsignore la storia contemporanea l’ha studiata? Sa, quindi, cosa ha fatto la politica italiana nelle terre di conquista? Non mi pare proprio che gli italiani abbiano seminato sfruttamento. Il Galantino è stato a Massaua, a Tripoli, Bengasi, Asmara, Mogadiscio? Ha visto le scuole, i porti, gli ospedali, i ponti, le strade,gli edifici con architettura razionalista, i ministeri, le banche, la cultura, il diritto, la ferrovia Mogadiscio –Villaggio Duca degli Abruzzi, la strada imperiale Mogadiscio Addis Abeba, la diga funzionale al porto di Mogadiscio, la ferrovia Mogadiscio-Jowhar, ecc. ecc.? So perfettamente cosa hanno fatto gli italiani, anche perché mio padre ufficiale della Guardia di Finanza è stato a Massaua ed Asmara per anni. Parlo per l’Italia, vale a dire per le colonie che l’Italia ha avuto, Libia, Etiopia, Somalia ed Eritrea. Ebbene sentite cosa dice Mons. Galantino, all’oscuro della storia del passato: “Oggi accogliere gli immigrati è una sorta di risarcimento. Un risarcimento per i danni che per anni abbiamo consumato e per i furti che abbiamo commesso”, (ha detto Galantino alla trasmissione Siamo noi su Tv2000). E ancora il monsignore: “Abbiamo fatto schifo. Siamo andati solo a rubare, a colonizzare e sfruttare…”, ha detto portando l’esempio di una strada costruita in Congo dal Belgio: “Una lunghissima strada non costruita per i congolesi ma unicamente per trasportare meglio le materie prime che vengono rubate. Noi quindi li sfruttiamo ancora una volta”. A questo punto al Monsignore vaticano diamo una testimonianza diretta che lo contraddice e lo sbugiarda. A testimonianza di quanto dico, ecco cosa ha detto a “La Stampa” in un’intervista, il Presidente somalo Hassan Sheick Mohamud. Alla domanda “cosa pensa del legame fra Italia e Somalia?” ha risposto:
“La Somalia e l’Italia hanno una storia alle spalle lunga più di un secolo. C’è un livello di relazione tra la gente e un altro a livello di governo. Storicamente l’Italia è la nazione europea che ha colonizzato la Somalia a cavallo fra XVIII e XIX secolo, è questo il motivo dei forti legami fra italiani e somali. Esiste una grande fiducia fra i due popoli. Ricorderete che nella II Guerra Mondiale l’Italia è stata una delle nazioni perdenti e all’epoca la Somalia era occupata dagli inglesi. Nonostante tutto questo, quando l’ONU chiese ai somali chi dovesse prepararli per l’indipendenza, noi abbiamo scelto l’Italia e questa è la prova della fiducia e del legame che c’è fra le due società. Così la Somalia si è preparata ad essere una nazione indipendente e per 10 anni, dal ’50 al ’60, l’Afis, l’Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia, è stata la prima organizzazione moderna creata in Somalia appunto dall’Italia. Ancora oggi in Somalia quasi tutte le leggi e gli atti giudiziari su cui si basa il paese nascono da leggi italiane. Alcune di questi sono tuttora redatti in italiano. Anche il settore della sicurezza era stato impostato dagli italiani, perciò ci sono molte somiglianze fra l’apparato di sicurezza somalo e quello italiano. Le leggi amministrative, finanziarie, regolamentari sono simili a quelle italiane, anche se negli ultimi 30 anni queste leggi non sono state aggiornate ed uno dei motivi della nostra visita in Italia sta proprio qui. Vorremmo che il governo italiano aiutasse quello somalo nel riformare e rivedere il nostro diritto. Dopodiché c’è anche un’integrazione economica. Oggi in Somalia ci sono molte proprietà che appartengono agli italiani o al governo italiano. Insomma questa relazione, come ho detto, dura da più di un secolo e l’Italia è oggi nella posizione migliore per poter aiutare la Somalia, perché le persone che conoscono meglio la situazione somala sono gli italiani”.
Ora caro monsignor Galantino, nuovo Segretario della CEI, sa cosa le dico? Che per evitare tutta questa invasione, e per non trovarci tutta la popolazione africana sul suolo italico, che ormai ci stringe da tutte le parti, sarà bene che l’Italia si riprenda le sue Colonie in Africa.
Carlo Franza