Con Jeff Koons a Firenze si offuscano capolavori rinascimentali. La politica fiorentina oltraggia la cultura e l’arte italiana.
Evento, quello di Jeff Koons a Firenze, che fino a qualche tempo fa qualsiasi Sovrintendenza italiana avrebbe bocciato. Oggi, se è stato messo in piedi, qualche motivo c’è. Forse, perché presidente del Consiglio è Renzi; eppoi perché a giorni debutta la Biennale Internazionale dell’Antiquariato, e Jeff Koons e il suo Plutone e Proserpina (2010-2013), davanti a Palazzo Vecchio, possono portare nuova luce a una fiera che si sta spegnendo. Tanto che il “Neue Zürcher Zeitung”, ha scritto che la nomina di Fabrizio Moretti, antiquario ed esperto di arte medievale con gallerie a Londra e New York, come direttore della più antica fiera italiana dedicata alle arti antiche e moderne (è la 29esima edizione) è un passo verso il rebranding della stessa. E Jeff Koons che ci fa? Il pop artista statunitense, con la sua scultura cromata di giallo in acciaio inossidabile che è, di fatto lo è, in netto contrasto con le sculture rinascimentali di Piazza della Signoria, fungerà da apripista per un riscatto della kermesse. Anche secondo il magazine Artnet, gli organizzatori sperano che Koons sia in grado di attrarre una nuova generazione di collezionisti, citando anche la mostra che si aprirà nel giugno 2016 alla Galleria dell’Accademia, dove i maestri italiani saranno a fianco dello stesso Koons, Marina Abramović, Cattelan, Hirst, Richard Price, Richter e Cindy Sherman. C’è di più. Quante volte in anni trascorsi, avendo messo in piedi mostre di prim’ordine a Firenze, specie a Palazzo Borghese e in altri luoghi cittadini, ho sentito dire che l’arte contemporanea a Firenze non attecchiva perchè la città vive troppo di passato? Il tempo dà ragione, eccome. E dunque, per la prima volta, dopo circa cinquecento anni dalla messa in posa dell’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli (1493-1560), una scultura originale di grandi dimensioni è stata collocata sull’arengario di Palazzo Vecchio. Si tratta di “Pluto and Proserpina” di Jeff Koons (1955), un’opera monumentale alta più di tre metri. Un evento -eccezionale non direi- che inaugura il progetto “In Florence”, un programma ambizioso e innovativo che vede i protagonisti dell’arte del nostro tempo confrontarsi con gli spazi e le opere del Rinascimento fiorentino. Jeff Koons In Florence vogliono farci credere, essere la mostra più attesa dell’anno in quanto fa vivere un confronto tra la provocante bellezza delle opere del geniale artista americano e i capolavori senza tempo di Donatello (1386-1466) e Michelangelo (1475-1564). I luoghi eletti del confronto sono la Sala dei Gigli in Palazzo Vecchio e Piazza della Signoria. La mostra, organizzata da Associazione Mus.e e a cura di Sergio Risaliti, è realizzata grazie alle relazioni e al generoso contributo di Fabrizio Moretti, nuovo mecenate per l’arte contemporanea e per Firenze, già noto a livello internazionale come mercante d’arte antica. A Palazzo Vecchio è esposta “Gazing Ball” (Barberini Faun), opera realizzata nel 2013 appartenente alla serie denominata dall’artista Gazing Ball, calchi in gesso di celebri sculture del periodo greco-romano cui l’artista ha aggiunto, in posizione di precario equilibrio, una sfera di colore azzurro brillante e dalla superficie specchiante. E se volete un parere spassionato, eccolo. La politica ha infangato anche la cultura del presente e l’arte rinascimentale, portando l’opera e il gesto concettuale di Koons a ribaltare e deviare lo sguardo dello spettatore dall’ammirazione dell’opera classica, delle opere classiche, quali immagini memorabili di pura perfezione. Non è poco, tutto ciò è esempio casereccio di gestione dei beni culturali, ovvero di un patrimonio di cui l’Italia vanta un primato in tutto il mondo.
Carlo Franza