Pio Monti festeggia i suoi quarant’anni di galleria a Roma con la mostra “Il futuro è passato”. Uno spazio storico per un gallerista storico.
La galleria PIOMONTI arte contemporanea presenta la mostra “Il futuro è passato”; il progetto espositivo nasce dall’idea di festeggiare ironicamente l’attività di Pio Monti che aprì il suo primo spazio romano nel 1975, preceduto dalla galleria Artestudio Macerata inaugurata nel 1969.
Ricordo bene, benissimo, quegli anni Settanta a Roma e cosa è stata la galleria Pio Monti, io giovane professore di storia dell’arte che con il più illustre professore e maestro Giulio Carlo Argan di cui ero assistente, abbiamo presenziato a più inaugurazioni mentre seguivamo i nuovi svolgimenti del contemporaneo, e soprattutto dettandone gusti, cadenze, stili e storia in transito.
L’occasione ora della mostra di Pio Monti è lo spunto per ripercorrere ben più di 40 anni di lavoro, di incontri e progetti con artisti che hanno fatto la storia dell’arte contemporanea e che oggi in qualche modo tornato anche nelle Marche ,prosegue con lo spazio IDILL’IO a Recanati, nato come omaggio lirico visivo a Giacomo Leopardi e sviluppato ospitando artisti come Pier Paolo Pasolini, attraverso le foto di Dino Pedriali, Liliana Moro e Alberto di Fabio tra gli altri.
La mostra, lontana dal voler essere un’autocelebrazione, si presenta come un ritratto traslato, la raccolta di memorie, energie e sinergie che raccontano un’epoca e la scrittura di una storia in continua evoluzione, una rappresentazione che è una sorta di pit stop.
In mostra si propongono le fotografie private del gallerista in compagnia delle persone che ha incontrato e/o con cui ha condiviso momenti personali e professionali segnati da complicità, esposizioni, progetti editoriali. Da Man Ray ed Heidegger a Michelangelo Pistoletto, dal barone Franchetti a Marina Ripa di Meana, da De Dominicis ad Alighiero Boetti e Mario Merz, da Emilo Prini a Getulio Alviani, da Daniel Buren a Daniel Templon passando per Capogrossi, Rotella e Kounellis, Kosuth, De Maria e Lewitt fino ad arrivare a Enzo Cucchi, Vettor Pisani, H.H. Lim, Felice Levini e Teresa Iaria, solo per citarne alcuni.
Ad accompagnare i numerosi scatti ovviamente non mancano le opere d’arte, una piccola selezione dettata dal cuore, opere che hanno segnato un momento particolare e sono rimaste a lungo vicine alla persona e al gallerista. Un gallerista che ha fatto la storia dell’arte del secondo novecento e che è esso stesso storia di scelte e di mercato.
Carlo Franza