9_ Helmut Newton, Bergstrom over Paris, 1976La Casa dei Tre Oci, un progetto di Fondazione di Venezia, condotto in partnership con Civita Tre Venezie, con questa mostra conferma il proprio ruolo nel panorama della cultura artistica e della fotografia in particolare, con i propri spazi esclusivamente dedicati alla fotografia. !NE-SW 2195-24!HUSTON 4498-9Dal 7 aprile al 7 agosto 2016, ecco la mostra “Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes” ove sono presenti, per la prima volta a Venezia, oltre 200 immagini di Helmut Newton, uno dei fotografi più importanti e celebrati del Novecento. L’esposizione, curata da Matthias Harder e Denis Curti, organizzata da Civita Tre Venezie in collaborazione con la Helmut Newton Foundation, è frutto di un progetto, nato nel 2011 per volontà di June Newton, vedova del grande fotografo.
!NEWTONSW 1551-26La rassegna raccoglie le immagini di White Women, Sleepless Nights e Big Nudes, i primi tre libri di Newton pubblicati alla fine degli anni ‘70, volumi oggi considerati leggendari e gli unici curati dallo stesso Newton.
Nel selezionare le fotografie, Newton mette in sequenza, l’uno accanto !NE-SW 2741-21all’altro, gli scatti compiuti per committenza con quelli realizzati liberamente per se stesso, costruendo una narrazione in cui la ricerca dello stile, la scoperta del gesto elegante sottendono l’esistenza di una realtà ulteriore, di una vicenda che sta allo spettatore interpretare. “White Women In White Women”, pubblicato nel 1976, Newton sceglie 81 immagini (42 a colori e 39 in bianco e nero), introducendo per la prima volta il nudo e l’erotismo nella fotografia di moda. In bilico tra arte e moda, gli scatti sono per lo più nudi femminili, attraverso i quali presentava la moda contemporanea. Queste visioni trovano origine nella storia dell’arte, in particolare nella Maya desnuda e nella Maya vestida di Goya, conservati al Prado di Madrid. !NEWTON-H 4365-8La provocazione lanciata da Newton con l’introduzione di una nudità radicale nella fotografia di moda è stata poi seguita da molti altri fotografi e registi e rimarrà simbolo della sua personale produzione artistica. “Sleepless Nights”. Sono ancora le donne, i loro corpi e gli abiti, i protagonisti di Sleepless Nights, pubblicato nel 1978. In questo caso, però, Newton si avvia a una visione che trasforma le immagini da foto di moda a ritratti, e da ritratti a reportage quasi da scena del crimine.8_Helmut Newton, Tied Up Torso, Ramatuelle 1980È un volume a carattere più retrospettivo che raccoglie 69 fotografie (31 a colori e 38 in bianco e nero) realizzate per diversi magazine (Vogue, tra tutti) ed è quello che definisce il suo stile rendendolo un’icona della fashion photography. I soggetti, generalmente modelle seminude che indossano corsetti ortopedici, donne bardate con selle in cuoio, nonché manichini per lo più amorosamente allacciati a veri esseri umani, vengono colti sistematicamente fuori dallo studio, spesso in atteggiamenti provocanti, a suggerire un uso della fotografia di moda come puro pretesto per realizzare qualcosa di totalmente differente e molto personale. “Big Nudes”. Con questo volume del 1981, Newton raggiunge il ruolo di protagonista nella storia dell’immagine del secondo Novecento. I 39 scatti in bianco e nero di Big Nudes inaugurano una nuova dimensione della fotografia umana: quella delle gigantografie che, da questo momento, entrano nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo. Nell’autobiografia dell’artista pubblicata nel 2004, Newton spiega come i nudi a figura intera ripresi in studio con la macchina fotografica di medio formato, da cui ha prodotto le stampe a grandezza naturale di Big Nudes, gli fossero stati ispirati dai manifesti diffusi dalla polizia tedesca per ricercare gli appartenenti al gruppo terroristico della RAF (Rote Armee Fraktion).

E’ una mostra di forte impatto, di sorprendenti provocazioni, di erotismo tra arte e moda, di nudità espressa come pochi al mondo, di ritratti eleganti raccontati con stile. Una mostra che val la pena riscoprire per rileggere uno dei fotografi più importanti della cultura artistica del Novecento.

Carlo Franza

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