La “Supernapoli” di Cherubino Gambardella entra nella Collezione del Museo Madre di Napoli.
L’opera “Supernapoli” dell’architetto e designer Cherubino Gambardella entra oggi a far parte della Collezione del Museo Madre di Napoli. Un’opera multipla, non nel senso della riproducibilità, ma nel senso della composizione – esposta, durante il suo compiersi dal vivo, alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2014 e poi alla Triennale di Milano nel 2015 – che tornata nella sua città d’origine, entra proprio oggi a far parte della collezione del MADRE.
Il progetto costruttivo di quest’opera che io vorrei chiamare “palazzo visivo” , e che ha un nome proprio ovvero “Supernapoli” vive come una sorta di piano regolatore e conferma proprio la natura performativa, allargata, condivisa e comunitaria, relazionale e dialogica della collezione del museo che si pone in anticipo su molti musei italiani come “museo dinamico”. Ora l’opera, come si vedrà, scende nel cuore della città, sonda, esplorare, e soprattutto racconta prima di documentare e mettere in azione attenzioni diverse, sconfinamenti alfabetici, disciplinari e metodologici, che con Gambardella pongono in movimento il rapporto fra l’architettura e l’arte, fra la città reale e la città ideale. La Napoli di Cherubino Gambardella è una città reale, percorsa in lungo e in largo, che racconta la storia del passato e del presente, offrendo all’attenzione del pubblico finestre su luoghi storici, su luoghi memoriali, su luoghi culturali, su luoghi architettonici, su luoghi artistici, su luoghi sociali. Un ventaglio ampio di immagini sulla città, un’ installazione che riunisce architettura, arte, disegno, racconti fantastici e visioni reali. “Supernapoli” scava dentro e fuori la città, in basso e in alto, snocciola creativamente la reale conformazione urbana di Napoli, non tanto per ricucirne razionalmente antiche ferite, quanto per riqualificare il corpo sanguigno e solare della città. Racconta Cherubino Gambardella: “E,così, improvvisamente, nasce Supernapoli, l’insediamento inconscio, la città sovrapposta, la metropoli che si muove entrando e uscendo dal corpo che la ospita. Tutto per impedire alla realtà di stabilire una supremazia sul presente,restituendo all’utopia il suo diritto ad esistere,come prassi democratica nel pensiero quotidiano”. Cherubino Gambardella ci presenta un’altra Napoli, un’altra città possibile, ideata e ideale, reinnestata su un glorioso passato e lo fa proprio, cucendo, accostando, sovrapponendo, tagliando e innestando. Non è poco, perché questo collega docente all’Università di Napoli si è voluto portare anche su un piano diverso dalla docenza, che è quello artistico, legando il sapere alla professionalità del fare, vero architetto del mondo, a porgere una riqualificazione della città realizzata attraverso un’opera che sa molto di affresco trecentesco, quando per l’appunto gli artisti dell’epoca descrivevano le città in espansione. Entrando nell’opera si legge il quartiere di Forcella, ma anche i Quartieri Spagnoli, e persino Scampia, che diventa opera d’arte, “il primo monumento abitato a scala urbana nella piana fra Napoli e Caserta”.
Proprio oggi, in occasione della presentazione dell’opera (mercoledì 18 maggio, ore 18.00, sala Re_PUBBLICA MADRE, piano terra) dialogheranno con l’artista dell’opera “Supernapoli”, Gianluigi Colin, art director del “Corriere della Sera”, Aldo Colonetti, filosofo, storico e teorico dell’arte, del design e dell’architettura, Pierpaolo Forte, presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e Andrea Viliani, direttore del MADRE.
Cherubino Gambardella (Napoli 1962) architetto dal 1987, è professore ordinario di progettazione architettonica nella Facoltà di Architettura “Luigi Vanvitelli” della Seconda Università degli studi di Napoli. Ha sempre ritenuto che per ben progettare, fosse anche necessario interrogarsi sulle ragioni più profonde della teoria e per questo in quasi venti anni di carriera ha scritto dieci libri e molti saggi in libri, cataloghi e riviste europee. Sin dagli esordi il suo lavoro progettuale è stato accolto con favore e interesse da critici e intellettuali d’architettura come Bruno Zevi, Stefano Ray, Franco Purini e pubblicato su prestigiose riviste quali “Domus”, “A+U architecture and urbanism”, “World Architecture”, “Detail”, “Area”, “Materia”, “Il progetto”, “Il giornale dell’architettura” etc. Del suo lavoro di architetto e di studioso si sono occupate, più volte, testate generaliste come “Il sole 24 ore”, “Il Tempo”. Da qualche anno anche i settimanali ad alta diffusione come “Vanity Fair” etc. si sono interessati alla sua ricerca progettuale.
Diverse monografie sono state dedicate al suo operato. In particolare il volume dal titolo: “Cherubino Gambardella. Architettura e progetti 2000-2005” raccoglie saggi critici di Vincenzo Trione, Sebastiano Brandolini, Efisio Pitzalis, Fabio Mangone oltre che dello stesso Molinari. Ha tenuto conferenze in molte Università italiane e straniere oltre che seminari per gli studenti della Catholic University of Washington, della Escola Tècnica Superior de Arquitectura de Barcelona, dell’ETH di Zurigo, della Cornell University di New York. Suoi progetti, istallazioni e disegni sono stati esposti in musei, fondazioni e istituti di cultura europei, americani e asiatici.
Carlo Franza