Disegni del Pordenone all’Ambrosiana di Milano. Capolavori di uno dei massimi pittori del Rinascimento dell’Italia settentrionale.
La Pinacoteca Ambrosiana di Milano presenta al pubblico uno dei suoi preziosi tesori. Fino al 29 maggio, viene esposto il corpus grafico integrale di Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone (1483/84-1539), posseduto dall’istituzione milanese.
La mostra propone venti disegni dell’artista, la maggior parte dei quali appartenenti alla categoria dei ‘Primi pensieri’, ovvero velocissimi appunti per fissare un’idea o una posa. La rassegna consente di entrare nel cuore del laboratorio di un grande pittore del nostro Cinquecento che è stato anche un prolifico disegnatore.
Il Pordenone (Pordenone 1483/84 circa – Ferrara 1539) è uno dei massimi pittori del pieno Rinascimento in Italia settentrionale. Dopo una educazione locale (testimoniata dalle prime opere, tra le quali l’affresco datato 1506 nella Parrocchiale di Valeriano, prima opera datata), Pordenone allarga i propri orizzonti su Venezia ma anche sull’entroterra veneto, fra Treviso e Brescia: l’affascinante equilibrio tra delicatezze giorgionesche e accentuazioni umorali molto vicine a quelle del Romanino, riscontrato in dipinti come la “Madonna della Misericordia” del Duomo di Pordenone (1515) o la “Trasfigurazione” della Pinacoteca di Brera, vacilla dopo che lo stesso venne in contatto con le opere romane di Raffaello e Michelangelo.
Gli esiti sono clamorosi, li si legge nella cappella Malchiostro del Duomo di Treviso (1520) e ancor più nei celebri affreschi del Duomo di Cremona (1520-21), di grande violenza espressiva. Questa fase si arricchisce ulteriormente grazie alla conoscenza del Correggio parmense, di inedite delicatezze cromatiche (leggibili negli affreschi di Cortemaggiore, 1524-25 circa), ai quali segue una progressiva maturazione in senso manierista, come appare a esempio dagli affreschi nella Madonna di Campagna a Piacenza e nelle pale veneziane degli anni Trenta.
E’ una mostra da non lasciarsi sfuggire, per chi ama in special modo il disegno, il Disegno del Cinquecento, e le preziose realtà -come il bestiario- messe in scena dal Pordenone.
Carlo Franza