Facebook censura l’arte. Nel mirino stavolta un dipinto di Charles Blackman OBE del 1950.
Due donne nude, sdraiate sul letto una accanto all’altra, una di schiena, l’altra di fronte. La tela è firmata dall’artista Charles Blackman OBE, ed è datata 1950. Se non fosse per il titolo, “Woman Lovers”, a nessuno forse verrebbe in mente di leggere il dipinto in chiave erotica o meglio sessuale. D’altronde è cosa normale per un artista, soprattutto come esercizio di studio, mettere in scena due modelle ritratte in forma appena cubista.
Cosa si legge nel dipinto? Un accenno di seno, un po’ di pube, delle natiche , un ritaglio di gatto nero e due mele; quel tanto che ha fatto scattare l’allarme sul social media Facebook, che ha letteralmente bloccato l’immagine postata dalla casa d’aste Mossgreen, con la semplice accusa di essere “prodotto o pubblicità di servizi per adulti”. Ed allora ecco cosa hanno fatto nella casa d’aste Mossgreen. Hanno bombardato il social media in segno di protesta, inviando centinaia di volte la stessa immagine, aggiungendovi “Molto bella e che non è, in nessuna forma, apertamente sessuale”; così ha confermato l’amministratore delegato della casa, Paul Summer, aggiungendo che è come tornare nel 1950. Badate bene, è come ritornare agli anni ’50 nel senso della chiusura culturale del periodo dopoguerra. Perché se il dipinto allora poteva scandalizzare oggi lo fa ancora il social media con la sua “cecità” diagnosticando tolleranza zero per l’arte e la cultura. Poi dopo tutte queste proteste, hanno avuto la sfacciataggine di ripubblicare l’immagine e scusarsi. Miracolo dell’opinione pubblica.
Carlo Franza