zehra-art-turchia-carcereErdogan, è bene che lo sappiano tutti, è uno spietato tiranno sultano che ha impiantato in quella che era la moderna Turchia di Ataturk  un regime islamico dittatoriale, colpendo tutte le libertà e vietando così di fatto ogni possibile ingresso della Turchia nell’Europa.   Zehra Doğan è una pittrice e giornalista turca di origine curda che è stata condannata a 2 anni, nove mesi e 22 giorni di carcere per aver realizzato un dipinto che raffigurava la distruzione causata dalle forze di sicurezza turche nel quartiere Nusaybin, della provincia di Mardin, una regione curda in Turchia.

La sentenza è stata emessa  proprio dalla corte penale turca di Mardin, secondo una versione, perché l’artista avrebbe raffigurato bandiere turche su edifici distrutti dalle stesse forze del Paese, mentre secondo la versione di Artforum la Corte si sarebbe espressa secondo una teoria per cui, a far scattare la cella, sarebbero state le operazioni militari illustrate.

In un tweet, poi frettolosamente cancellato, Doğan aveva riportato la sua verità: “Mi sono stati dati due anni e 10 mesi solo perché ho dipinto bandiere turche su edifici distrutti. Ed è stato il governo turco a causare questo. Io ho solo dipinto”.  Pensate tutto ciò avviene in quella Turchia dove ancora oggi non si capisce chi abbia fatto i golpe, e in quella Turchia da me recentemente visitata, dove la censura è alle stelle.  Certo dietro tutto c’è la triste immagine del dittatore islamico Erdogan. Le autorità hanno arrestato Doğan in un caffè alla fine dello scorso luglio, sostenendo che le sue opere hanno dimostrato il suo collegamento al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), considerato un’organizzazione terroristica da parte del governo turco.

Carlo Franza

 

 

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