64495-nonoCasa De Rodis a Domodossola, dal 2014 sede espositiva della Collezione Poscio, ospita fino al   28 ottobre 2017 l’esposizione “Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si incontrano”. Non solo una mostra, ma un progetto di ampio respiro finalizzato a contribuire al restauro del patrimonio artistico marchigiano, seriamente compromesso dagli eventi sismici che hanno colpito la regione dall’agosto 2016. L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, racconta la storia di due collezionisti, Antonio Ceci (1852-1920) e Alessandro Poscio (1928-2013): chirurgo marchigiano di adozione pisana il primo, imprenditore piemontese con la passione per la pittura il secondo. Per la prima volta un nucleo di opere delle loro collezioni vengono messe a confronto, eviCarlo-Fornara-Sole-dottobre--590x409denziando accostamenti e suggestioni inaspettati ma profondamente in sintonia. Seppur lontani geograficamente, Antonio e Alessandro si rivelano due uomini dinamici che vivono il loro tempo sognando a occhi aperti davanti all’incanto dell’arte tra disegni e dipinti.  In mostra sono svelati i segreti e le passioni di entrambi i collezionisti che riflettono comuni interessi artistici: dai ritratti ai paesaggi, da vedute che inquadrano la natura a stretto contatto con l’uomo, a sguardi che comunicano i misteri e i fascini di storie lontane, quanto vicine. Da Ascoli Piceno arrivano a Domodossola, tra gli altri, un gruppo prezioso di disegni di artisti quali Pietro da Cortona, Guercino, Luca Giordano e Domenico Morelli, ma anche tele affascinanti qGuercino-Sacra-Famiglia-590x461uali i suggestivi paesaggi ad olio di Alessandro Magnasco e Francesco Zuccarelli, la sublime Passeggiata amorosa di Pelizza da Volpedo, l’incantevole Pax di Luigi Nono. Della collezione Poscio invece si possono ammirare il luminoso Sole d’ottobre di Carlo Fornara, Veduta delle Alpi Lepontine di Giovanni Battista Ciolina, la realistica quanto magica Stradina a Settignano di Telemaco Signorini, due romantici e intensi paesaggi di Antonio Fontanesi e una fitta Querceta di Giovanni Fattori.

Francesco-Solimena-San-Giovanni-Battista-nel-deserto-590x484“Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si incontrano” è anche l’occasione per studiare opere ancora inedite e mai presentate al grande pubblico, come nel caso del San Gerolamo, attribuito al pittore caravaggesco Lionello Spada o alla deliziosa “Vergine in preghiera”, un piccolo rametto che appartiene al giovane Sassoferrato.  Il catalogo, edito da Cattaneo Editore, presenta contributi di importanti studiosi, come Annie- Paule Quinsac, Carlo Sisi, Fernando Mazzocca, Cinzia Virno, Maria Silvia Proni, Dario Gnemmi e i curatori della mostra e sarà oggetto di una raccolta fondi che contribuirà al restauro di un capolavoro dell’arte marchigiana compromesso dal sisma, ovvero la Madonna in trono fra i santi Sebastiano e Caterina d’Alessandria, una tavola del pittore austriaco Pietro Alamanno, attivo ad Ascoli Piceno nella seconda metà del XV secolo. La pala d’altare proviene dalla distrutta chiesa di San Silvestro ai Sassi, una suggestiva località montana del comune di Ascoli Piceno. Questa mostra rappresenta un’occasione unica e importante per due motivi. In primis perché è pensata per sovvenzionare un intervento di restauro di un’opera che vieLeonello-Spadane dai luoghi terremotati dell’ascolano.” – afferma Stefano Papetti, curatore della mostra e direttore della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno – “Inoltre è molto interessante anche dal punto di vista scientifico, perché per la prima volta vengono messe in relazione due importanti collezioni, Ceci e Poscio, tra le quali abbiamo rilevato una singolare uniformità nelle scelte: entrambe hanno due nuclei di pittura ottocentesca e dipinti antichi, preTelemaco-Signorini-Stradina-a-Settignano-483x590valentemente della collezione Ceci, dedicati soprattutto al tema del paesaggio”. Una mostra dunque che aiuta il patrimonio artistico marchigiano ferito e che consente di dare nuova luce a colori e forme che appartengono alla nostra storia e sono tasselli della nostra identità. Del resto, l’arte del collezionare l’arte è un modo per non disperdere, per accrescere sapere e per tramandare. “L’espressione ‘appassionata incompetenza’, apparentemente contraddittoria,orgogliosamente modesta, commercialmente inefficace nell’attestare una mancanza di sapere, è il cuore della collezione iniziata da mio marito e da me profondamente condivisa.” – racconta Paola Poscio – “Passione che coinvolge e sorprende anima e cuore…incompetente perché la scelta delle opere avviene fuori da ogni schema accademico, quasi per un’istintiva folgorazione, per la forza e l’intensità dell’emozione che suscita. È una raccolta di opere che – nel corso di oltre 50 anni – attraversa con disinvoltura epoche, linguaggi, stili diversi, ognuna episodio di un’avventura fatta di incontri, occasioni fortunate, rivelazioni e innamoramenti, diventando una sorta di diario”.

La mostra è anche una bella occasione per scoprire Casa De Rodis, luogo in cui una parte della collezione Poscio è esposta. Palazzetto di origine medioevale in Piazza Mercato, un tempo dimora della famiglia De Rodis, di antica nobiltà antigoriana. L’antica dimora è stata oggetto di un’attenta ristrutturazione che da una parte ha recuperato tutti gli elementi storico-architettonici e dall’altra ha saputo reinterpretare in chiave moderna le caratteristiche dell’edificio e la sua storia. Dal centro storico di Domodossola inoltre è possibile avventurarsi alla scoperta della cosiddetta Valle dei Pittori, la Val Vigezzo, conosciuta per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti, alcuni dei quali esposti in mostra, come Lorenzo Peretti Junior, Carlo Fornara e Giovanni Battista Ciolina. La valle si snoda da Domodossola fino al confine svizzero, verso Locarno, attraverso un suggestivo tragitto percorribile anche con il trenino panoramico della “Vigezzina”. 

Carlo Franza

 

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