La sinistra strombazza un fascismo di ritorno e non conosce la lezione dell’intellettuale Pier Paolo Pasolini.
Il rabbioso antifascismo esploso a Macerata, presentato con striscioni, ma manifestato anche verbalmente e materialmente, e la vergognosa caccia-assalto ai Carabinieri a cui abbiamo assistito con il pestaggio di uno a quattrocento, nelle immagini trasmesse in tutta Italia, la dice lunga su questo Stato che Renzi, Delrio, Gentiloni, la Boldrini, Cecile Kyenge, il Fiano della risibile legge contro il Fascismo e compagni di “o bella ciao” vanno presentando come assalito dal “nuovo fascismo”. La sinistra -oggi è piuttosto un fantasma- si reinventa il fascismo, non avendo più materia per il suo programma, diversamente non avrebbe più propositi oggettivi per intervenire e imbonire il popolino. Il quotidiano La Repubblica ha aperto ieri-l’altro la prima pagina con l’ apocalittico annuncio del ministro Delrio: “Il fascismo è tornato, la politica non può più tacere”. Di questo signor Ministro in tempi passati Sindaco di Reggio Emilia, me ne ha fatto un quadro singolare e chiarissimo Don Franco Ranza -amico fraterno e compagno di studi in anni lontani- parroco delle centralissime parrocchie di S. Francesco e S. Nicolò a Reggio Emilia. Ma sa Delrio che il fascismo è finito 70 anni fa? La cosa che semmai preoccupa gli italiani è avere un governo fatto di ministri come Delrio, che essendo Ministro dei Trasporti, avrebbe dovuto casomai occuparsi della situazione in cui versano le autostrade (vedi il salato rincaro delle loro tariffe) e le Ferrovie dello Stato e del fatto che i treni di Italo sono appena finiti in mano straniera; invece Delrio è noto solo per il suo ridicolo sciopero della fame per lo Ius soli. Questa è la vera tragedia. Il fascio è morto e sepolto, ma lo sfascio prodotto dal PD e da questa classe dirigente sta travolgendo il Paese. Mi fermo qui, le elezioni sono alle porte, gli italiani non devono lasciarsi ingannare da questi incantatori di serpenti con promesse che non saranno mai saldate. Renzi e compagni sono da mettere in cantina ben inscatolati. Desidero chiudere con un pensiero di Pierpaolo Pasolini in un dialogo con Alberto Moravia nel 1973 ( entrambi gli autori avevano ben vissuto Ventennio e guerra mondiale): “Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda.”. Ecco, una lettura vera della storia che dovrebbe essere recepita da questi politicanti da quattro soldi che parlano a vanvera di fascismo e antifascismo, ad uso a loro conveniente. Ma statene sicuri, perché il 4 marzo 2018 gli italiani torneranno a riaprire porte e finestre, inizia la primavera.
Carlo Franza