Canaletto e il vedutismo. Fece conoscere Venezia in tutto il mondo. Oltre 67 celebri capolavori in mostra a Roma.
Per celebrare il 250° anniversario della morte del grande pittore veneziano, in mostra a Palazzo Braschi- Museo di Roma, il più grande nucleo di opere mai esposto in Italia. 67 tra dipinti e disegni e documenti, inclusi alcuni celebri capolavori. La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, resterà aperta al pubblico fino al 19 agosto 2018.
L’esposizione, organizzata dall’ Associazione Culturale MetaMorfosi in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, intende celebrare a 250 anni dalla sua morte, con una grande retrospettiva, la figura di Giovanni Antonio Canal (Venezia 1697 – 1768) noto come Canaletto, uno dei più noti artisti del Settecento europeo, che con il suo genio pittorico ha rivoluzionato il genere della veduta, ritenuto fino ad allora secondario.
Canaletto è uno dei più noti artisti del Settecento europeo. Con il suo genio pittorico ha rivoluzionato il genere della veduta ‒ ritenuto fino ad allora secondario ‒ mettendolo alla pari con la pittura di storia e di figura, anzi, innalzandolo a emblema degli ideali scientifici e artistici dell’Illuminismo.
Le opere in mostra provengono da alcuni tra i più importanti musei del mondo. Da quelli statunitensi, come il Metropolitan Museum of Art di New York e i musei di Boston, Kansas City, Cincinnati, a quelli europei, come il Museo Pushkin di Mosca, il Jacquemart-André di Parigi, il Museo delle Belle Arti di Budapest, la National Gallery di Londra, a quelli italiani, tra cui il Castello Sforzesco di Milano e la Galleria Borghese di Roma. Presenti anche alcune opere conservate nelle collezioni britanniche per le quali sono state appositamente create.
Tra i capolavori in mostra spiccano due opere della Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli di Torino: Il Canal Grande da nord, verso il ponte di Rialto, e Il Canal Grande con Santa Maria della Carità, esposti per la prima volta assieme al manoscritto della Biblioteca Statale di Lucca che ne illustra le circostanze della commissione e della realizzazione.
Oltre ai dipinti, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, si possono ammirare 10 disegni, dai piccoli studi preparatori ai magnifici fogli di ampie dimensioni accuratamente rifiniti e destinati ai più raffinati collezionisti o a essere incisi. La scelta è intesa a illustrare la genesi delle creazioni dell’artista, svelando il lavoro “dietro le quinte”, la sua capacità di catturare la realtà e di trasformarla con la fantasia, facendo così dissolvere l’immagine stereotipata di “Canaletto fotografo”.
Carlo Franza