Il nuovo Museo Diocesano di Feltre e Belluno. Un esempio illuminato per tutti i vescovi italiani.
A Feltre, a partire dal 12 maggio, il nuovo Museo Diocesano di Feltre e Belluno svela tutti i suoi tesori. Tutto ciò grazie alla illuminata gestione del caro amico vescovo della Diocesi di Belluno-Feltre Mons. Giuseppe Andrich.
Il completo recupero dell’antichissimo Palazzo dei Vescovi, posto sulla sommità di Via del Paradiso, al vertice del quadrante occidentale della storica “Città Verticale”, ha consentito alla Diocesi di Feltre e Belluno di dispiegare nelle 27 sale i suoi tesori d’arte e di fede.
Amalgamandoli sapientemente ad un contenitore che testimonia con i suoi affreschi (notevole il grande intervento mantegnesco nell’androne di ingresso) e le sue architetture, lo stratificarsi di una storia millenaria. Il Museo Diocesano è situato all’interno dell’antico Vescovado di Feltre, nel cuore del centro storico: fu edificato nel XIII secolo e più volte ristrutturato e ampliato in forme rinascimentali. Dopo decenni di abbandono, è stato oggetto di un accurato restauro e destinato ad accogliere le opere d’arte sacra provenienti dal territorio delle antiche diocesi di Feltre e Belluno. Custodisce capolavori di pittura, scultura e oreficeria. Tra questi, dipinti di Jacopo Tintoretto, Luca Giordano, Sebastiano Ricci, Federico Bencovich, Gaspare Diziani, opere dello scultore rinascimentale Francesco Terilli e del “Michelangelo del Legno” Andrea Brustolon, il calice del Diacono Orso del VI secolo, uno dei più antichi della cristianità, un altare portatile del XII secolo, una Madonna del ‘400 in alabastro, la croce post-bizantina in bosso realizzata da un monaco del monte Athos, il pluteo longobardo di Paderno, ricco di simbologia paleocristiana e il busto – reliquiario di S. Silvestro dell’orafo toscano Antonio di Salvi. Il suggestivo allestimento è riuscito a creare una perfetta simbiosi tra le antiche pietre, i preziosi affreschi murali sopravvissuti alle ingiurie dei secoli e degli uomini, ed i tesori che qui sono stati concentrati, provenienti dai moltissimi conventi, monasteri, certose e chiese delle vallate feltrine e bellunesi.
Tesori che spesso sono esempi della raffinatissima arte della lavorazione delle pietre, dei metalli e soprattutto del legno che nei secoli passati ha contraddistinto questi territori. Notevolissima, ad esempio, la collezione di sculture lignee del nuovo Diocesano, che annovera, tra le tante, l’emozionante “parata” dei 12 Apostoli o un intenso compianto o ancora un fanciullesco San Giorgio e il drago.
Il nuovo Diocesano esprime attenzione anche nei confronti delle grandi personalità artistiche di questo magnifico territorio. Espone, ad esempio, quella che è la maggiore collezione di sculture di Andrea Brustolon, “il Michelangelo del legno”, come ebbe a definirlo Honorè de Balzac, oppure l’importantissimo gruppo di dipinti a tema sacro di Sebastiano Ricci, anch’egli bellunese di origine, o uno straordinario Tintoretto, firmato; Sculture e dipinti ma anche oreficerie, che in questo Museo si mostrano con reperti di importanza mondiale. A partire dal mitico calice paleocristiano del Diacono Orso, il più antico calice eucaristico dell’Occidente. Un oggetto che per alcuni studiosi, soprattutto del mondo inglese, riporta al Santo Graal. Non meno notevole è il raffinato Reliquiario a busto di San Silvestro Papa, proveniente dalla Certosa di Firenze, capolavoro di Antonio di Salvi, allievo del Pollaiolo.
Sorpresa dopo sorpresa, il percorso conduce sino al contemporaneo, con un giusto omaggio ai grandi mastri del territorio feltrino e bellunese e con l’accoglienza di due opere che Mimmo Paladino e Arnaldo Pomodoro hanno creato proprio per questo Museo. Tutto in un Palazzo-castello che nei millenni si è stratificato su un insediamento già preromano, poi trasformato in sistema fortificato in epoca medievale e ancora in un sontuoso palazzo veneziano e infine adattato, in epoca barocca e poi neoclassica, al mutare dei tempi e dei gusti. Nel “Paradiso” che domina Feltre, la bellissima “città verticale” dove coesistono Medioevo e Rinascimento.
Tutto intorno le Prealpi Feltrine che introducono al Parco delle Dolomiti. E’ in questo ambiente bellissimo, Patrimonio dell’Umanità, che il visitatore del nuovo Diocesano è invitato a percorrere anche l’Itinerario Sacro che, trovando epicentro proprio nel Museo, conduce da un lato al Convento Santuario dei Santi Vittore e Corona (affreschi giotteschi, in una costruzione di suggestione unica) e dall’altro alla Certosa di Vedana, meraviglia rinascimentale immersa nei boschi in terra di Sospirolo. Per poi percorrere, se si vuole, La via degli Ospizi, l’antichissimo itinerario che parte dalla Certosa per giungere in valle Imperina, lungo la direttrice della Val Cordevole, da sempre uno dei collegamenti nord-sud più importanti di questa porzione dell’arco alpino.
Il nuovo Museo Diocesano, diretto da mons. Giacomo Mazzorana, è il frutto della collaborazione tra la Diocesi di Belluno-Feltre, la Regione del Veneto, l’Unione Montana Feltrina, le Soprintendenze per i Beni Artistici e Storici, per i Beni Architettonici e Ambientali e per i Beni Archeologici del Veneto, con il fondamentale contributo di Fondazione Cariverona. Un esempio illuminato per tutti i vescovi italiani, dalla diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca fino a quella di Trento.
Carlo Franza