Nouvelles Flâneries. Una mostra diffusa di Ettore Favini nel centro storico di Parma.
L’Associazione Culturale Others presenta “Nouvelles Flâneries”, un progetto pubblico di Ettore Favini, curato da Valentina Rossi e realizzato, grazie al contributo di Fondazione Cariparma e Comune di Parma, in dieci luoghi del centro storico della città emiliana. Nouvelles Flaneries è la mostra diffusa dell’artista Ettore Favini, per una nuova mappatura della città emiliana.
E’ così che l’opera dell’artista si inserisce naturalmente nel tessuto urbano e nel vissuto cittadino con il quale entra in contatto, legando passato e presente, dando vita a narrazioni collettive e includendo nel suo processo artistico anche e soprattutto gli abitanti del luogo; è così che per il progetto Nouvelles Flâneries, dopo una prima fase di ricerca attraverso i documenti conservati presso l’Archivio di Stato e la Biblioteca Palatina di Parma, l’artista Favini ha ideato una serie di iscrizioni su lastre di scagliola carpigiana, che sono state installate permanentemente sulle facciate di dieci palazzi storici del centro, ognuna delle quali riporta una descrizione, “una frase”, un’impressione o un ricordo minimo della città ad opera di un viaggiatore.
La ricerca si è focalizzata, anzi è partita facendo corpo con l’idea del flâneur, termine usato dal poeta Charles Baudelaire per indicare il gentiluomo che vaga per le vie cittadine, una sorta di “botanico da marciapiede” che prova emozioni nuove nell’osservare e vivere il paesaggio urbano. Guy Debord, circa un secolo più tardi, si affezionò tanto alla critica sull’uso degli spazi urbani come forma di coercizione da parte della classe dominante nei confronti dei cittadini, da teorizzare una psicogeografia basata sul metodo dell’andare “in giro a piedi, senza meta od orario”. “Scegliete il percorso” consigliava “non in base a ciò che sapete, ma in base a ciò che vedete intorno”.
E a guardarsi intorno a Parma, infrattandosi nei vicoli del centro antico della città, con “sguardo leggermente inclinato verso l’alto, in modo da portare al centro del campo visivo l’architettura e lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista” – per citare ancora il metodo Debord – si possono scoprire alcune curiose targhe.
Ettore Favini ha selezionato alcune citazioni di Leonardo Da Vinci, Carlo Goldoni, Antonio Fogazzaro, Mario Luzi, Germaine Beaumont, Curzio Malaparte, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Guareschi, Thomas Gray e Marcel Proust, i quali prima di lui hanno visitato Parma, gustando la città in un viaggio reale o immaginario, e ne hanno lasciato una traccia scritta. Questi racconti “minimi”, queste tracce di cultura, queste frasi lapidarie, permettono al visitatore di scoprire la città attraverso percorsi inediti, in una sorta di storytelling diffuso. L’intera operazione, le diverse parti dell’opera omnia pensata per Parma come omaggio alla città è stata così donata agli abitanti dei palazzi che hanno deciso di partecipare al progetto, sottolineando ancora una volta l’idea di “dono”, spesso presente nel modus operandi dell’artista.
Il progetto vive anche con una mappa che permette ai turisti, ai viaggiatori di passaggio o ai cittadini di poter sperimentare un nuovo modo di leggere e vivere la città, con le sue strade e le sue piazze, attraverso un racconto corale diffuso nel tempo e nello spazio. Guardando le mappe antiche della città, incidentalmente, Favini trova quella inerente la nota battaglia di San Romano che infervorava in città il 29 giugno 1734, e alla quale Carlo Goldoni ha assistito dalla finestra della camera in cui alloggiava e che lo portò ad annotare: “Che sarà mai, diss’io. È venuta forse la fine del mondo”. Il viaggio come motivo ispiratore dell’opera accompagna frequentemente l’opera di Ettore Favini che in questo caso ha voluto lasciare la parola a viaggiatori del passato, condivisa con un gruppo eterogeneo di studenti nell’ambito di un workshop aperto che si è tenuto a marzo 2018, grazie alla collaborazione e al sostegno di CAPAS, Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo dell’Università di Parma. Il seminario ha visto la partecipazione del professor Davide Papotti, di Marco Scotti e di Anna Zinelli come curatrice, insieme a Valentina Rossi, del workshop stesso. L’azione di monitoraggio del progetto è stata realizzata da Cristina Zerbini del Dipartimento di Economia dell’Università di Parma.
Ecco di seguito “Nouvelles Flâneries”, un progetto pubblico di Ettore Favini.
A seguito di una ricerca attraverso i documenti conservati presso l’Archivio di Stato e la Biblioteca Palatina di Parma, l’artista ha ideato una serie di iscrizioni su lastre di scagliola carpigiana, che sono installate permanentemente sulle facciate di dieci palazzi storici del centro. Favini ha selezionato le citazioni di Leonardo Da Vinci, Carlo Goldoni, Antonio Fogazzaro, Mario Luzi, Germaine Beaumont, Curzio Malaparte, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Guareschi, Thomas Gray e Marcel Proust, i quali hanno visitato Parma prima di lui, in un viaggio reale o immaginario, e ne hanno lasciato una traccia scritta.
A.F. | antonio fogazzaro | ponte di mezzo
C.G. | carlo goldoni |via carlo goldoni, 8
C.M. | curzio malaparte | borgo della trinità, 2
G.B | germaine beaumont | strada felice cavallotti, 30
G.G. | giovanni guareschi | borgo rodolfo tanzi, 14
L.D.V. | leonardo da vinci | via pietro torrigiani, 4/a
M.L. | mario luzi | strada sant’anna, 22
M.P. | marcel proust | via della salute, 43
P.P.P. | pier paolo pasolini | via massimo d’azeglio, 67
T.G. | thomas gray | strada luigi carlo farini, 5/b
Ettore Favini nasce a Cremona nel 1974. Ha esposto in importanti istituzioni nazionali e internazionali tra le quali ricordiamo: Autostrada Biennale di Prizren; Port Tonic Art Center, Saint Tropez; Mediterranea 18, Tirana; Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova; MAN – Museo d’Arte della Provincia di Nuoro; American Academy of Columbia University, New York; ISCP, New York; Ocat, Shanghai; SongEun Art Space, Seoul; Centro per l’Arte Contemporanea Futura, Praga; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Villa Panza, Varese; GAM, Galleria d’Arte Moderna, Milano; PAC, Milano; MAGA, Gallarate; CCCS Strozzina, Firenze; Villa Medici, Accademia di Francia, Roma; Fondazione Pastificio Cerere, Roma; American Academy, Roma; Fondazione Olivetti, Roma; Museo Riso, Palermo.
Carlo Franza