Gianni Berengo Gardin. Un fotografo in viaggio nella Sardegna nuragica
Si riparte da dove il viaggio era iniziato, riandare ad oltre trent’anni fa, quando il fotografo di chiara fama internazionale Gianni Berengo Gardin aveva dato il via a un’indagine lirica e personale sul patrimonio della Sardegna nuragica. Nel 1985 gli scatti di Berengo Gardin avevano dato vita a una delle mostre milanesi più apprezzate: “Sardegna preistorica. Nuraghi a Milano (1985)”; oggi, con sguardo nuovo, guidato dalla selezione operata da Marco Minoja, già soprintendente archeologo della Sardegna, Berengo Gardin mette nuovamente la sua arte al servizio del paesaggio nuragico sardo. Gli scatti di Berengo Gardin, raccolti anche nel volume “Architetture di Pietra – Fotografie della Sardegna Nuragica” edito da Imago, sono in mostra nei locali della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2 a Cagliari, sino al 31 agosto 2018, 40 opere, rigorosamente in bianco e nero, suddivise in sette sezioni, una per ogni giorno di viaggio nei territori dell’isola. Le fotografie sono accompagnate da un breve testo con le impressioni di studiosi, archeologi e giornalisti incontrati durante il tragitto.
La Fondazione di Sardegna rinnova il suo appuntamento con “AR/S – Arte Condivisa in Sardegna”, la piattaforma progettuale che alla promozione di mostre dedicate alla storia dell’arte sarda alterna progetti artistici di racconto dell’identità dell’isola, attraverso l’opera dei più affermati protagonisti della cultura contemporanea.Al centro della nuova iniziativa di AR/S c’è un viaggio d’artista alla scoperta della Sardegna nuragica: un ampio lavoro di documentazione di un patrimonio culturale che costituisce l’essenza stessa dell’isola, colta negli scatti di Gianni Berengo Gardin. A trent’anni dalla mostra milanese “Sardegna preistorica. Nuraghi a Milano” (1985), a cui ha fatto seguito nel 2015 l’esposizione “L’isola delle Torri”, sempre a Milano, Gianni Berengo Gardin torna infatti a raccontare la Sardegna nuragica con un nuovo viaggio alla scoperta delle architetture di pietra. 40 opere che potranno essere ammirate da oggi pomeriggio negli spazi della Fondazione di Sardegna, a Cagliari. Questo lavoro di Gianni Berengo Gardin, supportato da Marco Minoja, già soprintendente archeologo dell’isola, rivisita luoghi oramai trasformati dal tempo che, però, ancora conservano l’anima profonda di una tradizione. “Un viaggio con Gianni Berengo Gardin è un’esperienza unica – ha scritto Minoja – un’immersione in una dimensione artistica e ancora artigianale in cui la fotografia è vera fotografia nel senso più profondo del termine. Che è quanto di più adatto, secondo me, a rapportarsi ad una realtà insieme nobile e quotidiana come la presenza delle architetture nuragiche nella Sardegna contemporanea”. “Attraverso la roccia immortale, le pietre possenti, le robuste cortecce degli alberi e gli effimeri fili d’erba, le fotografie in bianco e nero di Gianni Berengo Gardin, fedeli all’arte della pittura con la luce e l’ombra, evocano questo nostro eterno sardo” scrive Alessandro Usai, funzionario archeologo e direttore degli scavi archeologici di Mont’e Prama, laddove Marco Giuman, docente di archeologia classica all’Università di Cagliari, dell’artista evidenzia “la capacità sapiente di restituire l’immagine per quello che è, senza forzature, con una linearità naturale che è all’un tempo cifra stilistica e scelta concettuale. Ma, a ben guardare, bastano da sole le sue fotografie per dimostrare quale sia e in cosa consista la grandezza di Berengo Gardin”.
Carlo Franza