Lorenzo Lotto (Venezia 1480-Loreto 1557) alla National Gallery di Londra. Un evento che fa onore all’Italia.
Vetrina europea per la mostra Lorenzo Lotto(Venezia 1480- Loreto 1557). Il richiamo delle Marche e soprattutto della Basilica della Santa Casa di Loreto accanto alla quale sono cresciuto fanciullo. Giorni fa è stata presentata a Londra l’esposizione Lorenzo Lotto portraits che rimarrà aperta dal 5 novembre al 10 febbraio 2019 (stessa data di chiusura di Macerata) alla National Gallery, tra i musei più importanti del mondo. Dal 5 novembre 2018 l’esposizione londinese di Lorenzo Lotto portraits dialogherà con quella maceratese.
Alla conferenza inaugurale erano presenti personalità di assoluto rilievo, a partire dal Primo ministro del Regno Unito Theresa May; quindi l’ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta, il direttore della National Gallery Gabriele Maria Finaldi, il direttore del Museo Nacional del Prado di Madrid, Miguel Falomir, il curatore della sezione italiana di dipinti del XVI secolo nella National Gallery Matthias Wivel e il curatore della mostra, Enrico Maria Dal Pozzolo, che si è occupato anche di quella marchigiana.
La presentazione è stata anche l’occasione per mostrare il catalogo della mostra maceratese che ritrae tutte le opere di Lotto esposte a Palazzo Buonaccorsi e i vari itinerari negli otto Comuni che conservano i capolavori del pittore: Urbino, Ancona, Loreto, Jesi, Recanati, Mogliano, Cingoli e Monte San Giusto.
Per la National Gallery si tratta della prima mostra con le opere di Lorenzo Lotto, con i ritratti che arrivano da collezioni di tutto. C’è di più, perché oltre ai capolavori si potrà ammirare anche il video che ripercorre l’arte e i luoghi dell’artista, svelando il cuore delle Marche al pubblico internazionale. Si coglierà il senso più profondo della poetica lottesca nei ritratti, così da coglierne quella grandezza cui il confronto con Tiziano ha troppo a lungo nuociuto, tanto da far tornare alla mente i celebri passaggi della lettera del 1548 indirizzatagli da Pietro Aretino che, con ironia spregiudicata, vanta la superiorità dell’amico cadorino: “lo essere superato nel mestiero di dipingere non si accosta punto a non vedersi agguagliare ne l’offizio de la religione. Talché il cielo vi ristorerà d’una gloria che passa del mondo la laude”. I volti di Lotto sono i primi ritratti psicologici: non di imperatori e papi ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, di artisti, letterati, ecclesiastici. E la sua modernità è nel fare del ritratto un dialogo, scambio di confidenze tra un sé e un altro. In mostra si partirà dai ritratti trevigiani, quali il vescovo Bernardo de’ Rossi ora a Capodimonte, ove vi è tutta la poesia del giovane Lotto che affianca al saldo impianto plastico un’acuta definizione psicologica, assemblando Antonello e la pittura nordica, così come nel Ritratto di giovane con lucerna (Broccardo Malchiostro), del Kunsthistorisches Museum di Vienna. E accanto ai ritratti si porranno i cosiddetti “coperti”, pannelli protettivi del ritratto a sottolineare e indagare allegoricamente i caratteri del personaggio: dall’Allegoria del Vizio e della Virtù all’Allegoria della Castità della National Gallery of Art di Washington. Emblematica chiusura della mostra sarà la Presentazione al Tempio del Palazzo Apostolico di Loreto, dipinta con mano tremolante, priva di ogni retorica nella composta e penetrante commozione. L’ultima sua tela, l’“opera più meravigliosa, dal punto di vista psicologico: ed altrettanto si può dire della sua materia pittorica, usata con una modernità che richiama certi modi degli impressionisti” ebbe a dire l’illustre storico dell’arte Bernard Berenson.
“È la formalizzazione di una collaborazione – afferma il curatore Dal Pozzolo – di due grandi musei internazionali come quello di Madrid e Londra che vede un trait d’union con Macerata”. Il 2018 a livello internazionale punta così i riflettori sul grande artista veneziano che ha scelto la regione Marche come sua terra d’elezione. Così Lotto si racconterà sessantaduenne “solo, senza fedel governo e molto inquieto nella mente”, abbandonerà ogni incarico riprendendo quell’inquieto vagabondare che lo condurrà all’emarginazione, tanto provocata che subita, fino a spegnersi oblato nella Santa Casa di Loreto.
Al Buonaccorsi, fino al 10 febbraio 2019, si ritrovano insieme per la prima volta le opere di Lotto create per il territorio e poi disperse nel mondo o quelle che, per storia e realizzazione, hanno avuto forti legami con le Marche. L’esposizione, promossa dalla Regione Marche con il Comune di Macerata, propone oltre 20 dipinti autografi di Lotto e 5 disegni di sua mano e alcune straordinarie opere grafiche di grandi autori, quali Dürer e Mantegna, da cui Lorenzo trasse ispirazione; così come preziosi manoscritti e volumi, globi e antiche mappe, per contestualizzare la sua attività in queste terre. Per questa occasione sono state riunite opere dell’artista veneziano provenienti da collezioni internazionali – come la Gemäldegalerie della Staatliche Museen di Berlino, il British Museum di Londra, Il Musèe du Louvre di Parigi, il Museo Nazionale Brukental di Sibiu, il Museo del Prado di Madrid o il Musée des Beaux Arts di Strasburgo, ma anche dal Museo Poldi Pezzoli di Milano, dal Museo Correr di Venezia e dalle Collezioni del Quirinale.
Una mostra che si completa necessariamente nel territorio marchigiano, ponendosi in stretto dialogo con i lavori lotteschi (25 opere) disseminati nei diversi centri e volutamente lasciati nei siti di appartenenza.
Carlo Franza