Fabio Sargentini gallerista d’avanguardia vince il Premio Pino Pascali e una mostra ricorda la grande storia de L’Attico a Roma.
Fabio Sargentini storico gallerista de L’Attico è il vincitore della XXI edizione del Premio Pino Pascali. Ad annunciarlo il Comitato Scientifico presieduto dal collega Pietro Marino, e composto da Valérie Da Costa, Carlo Berardi, Marco Giusti e Rosalba Branà, direttrice della Fondazione Museo Pino Pascali. La Fondazione Museo Pino Pascali ha inaugurato il 26 gennaio 2019 alle ore 18 (ed aperta fino al 16 giugno), una mostra con uno spettacolare progetto di Fabio Sargentini. La mostra, intitolata My Way- Installazione con figure, ha l’intento di far rivivere al pubblico uno dei momenti più intensi e stimolanti della prima sede espositiva della Galleria L’Attico di Fabio Sargentini; un vero e proprio viaggio nel tempo e nella storia dell’arte, e verosimilmente, nei ricordi del noto gallerista il cui intento è quello di celebrare il lavoro di una serie di artisti che sono stati per lui compagni di lavoro ma anche degli amici, lavoro che ha contributo a rendere particolarmente fertile il clima culturale capitolino (e non solo) di quegli anni. Il percorso espositivo presenta una serie di stampe di grande formato che ritraggono le principali mostre svoltesi in via Beccaria, costruite in modo da dare l’impressione allo spettatore di scivolare dallo spazio presente a quello originario. Di fronte a tali grandi immagini le sagome fotografiche a dimensione reali di alcuni tra gli artisti che hanno segnato il percorso storico della galleria: Jannis Kounellis, Eliseo Mattiacci, Simone Forti, Robert Smithson, Gino De Dominicis, Mario Merz e naturalmente Pino Pascali. Con loro Fabio Sargentini, nella iconica immagine dell’allagamento della galleria L’Attico. Nella project room del Museo Pino Pascali è proiettato il docufilm “Tutto su mio padre – Fabio Sargentini” (2003) della regista Fabiana Sargentini. Il Comitato Scientifico ha motivato così la scelta: “Fabio Sargentini, illuminato pioniere e promotore di esperienze fra le più avanzate dell’arte italiana e internazionale dagli anni Sessanta – Settanta, nell’ambito non solo della pittura e della scultura, ma del teatro, della danza e della musica nella nuova concezione performativa e multimediale. Organizzatore, in questo contesto, di seminari, mostre personali e collettive, festival, eventi. Autore di opere teatrali e letterarie all’insegna della sperimentazione linguistica. Esponente di una moderna concezione della galleria d’arte come luogo di produzione, incontro e diffusione di cultura attenta ai tempi del cambiamento e dialogante con la società. Fra i grandi artisti da lui lanciati o seguiti, assume rilevanza storica il sodalizio con Pino Pascali, al quale ha dedicato sostegno non solo in tutte le fasi della sua folgorante vita d’artista, ma nella custodia, rivisitazione e diffusione della sua opera, dalla prematura scomparsa sino ad oggi. Con partecipazione particolare alle iniziative nella terra natale dell’artista che hanno favorito la nascita e la crescita del Museo a lui dedicato e della Fondazione Pascali”. Fondata nel 1957 da Bruno Sargentini e dal figlio Fabio, la prima sede era a Roma in Piazza di Spagna 20. Nel 1969 il trasferimento in un garage al 22 di via Beccaria, dove Jannis Kounellis realizzò la storica mostra con dodici cavalli vivi, definita dallo stesso Sargentini come “la mostra in una galleria privata più celebre del ‘900”. Memorabile anche la chiusura definitiva dello spazio espositivo di via Beccaria, – in mia presenza- inondato con 50mila litri di acqua tra il 9 e l’11 giugno 1976. Nel frattempo, nel 1972, Sargentini aveva aperto un altro spazio, in un grande appartamento in via del Paradiso, nei pressi di Campo de’ Fiori, inaugurato con una personale di Jannis Kounellis. Tra i tanti artisti che attraversarono quegli spazi, anche Gilbert & George, Katharina Sieverding, Vito Acconci, Sol LeWitt, Alighiero Boetti, Sandro Chia, Eliseo Mattiacci, Emilio Prini, Luigi Ontani, Marisa Merz, Nam June Paik, Hidetoshi Nagasawa, Nunzio, Piero Pizzi Cannella, Terry Riley, La Monte Young, Philip Glass, Steve Reich, Charlemagne Palestine. Fabio Sargentini nasce a Roma il 26 agosto 1939. È conosciuto come il gallerista d’avanguardia che più si è battuto per superare lo steccato tra le arti. Non solo pittura e scultura contemporanea, ma teatro, musica, danza hanno vissuto momenti esaltanti nella sua galleria romana L’Attico. Nella sede di Piazza di Spagna, fondata nel 1957, si alternano difatti memorabili mostre sperimentali: Pascali, Kounellis, Pistoletto, Mattiacci… Nel 1968 Sargentini sposta la galleria in un garage di via Beccaria rivoluzionando la concezione contemplativa dello spazio espositivo. La mostra dei cavalli vivi di Kounellis sancisce questo Cambiamento epocale. Nel garage, contemporaneamente a mostre di Mario Merz, Eliseo Mattiacci, Sol Lewitt, Gino De Dominicis, Denis Oppenheim, Jean Tinguely e molti altri, Fabio organizza dei festival di musica e danza con musicisti e danzatori americani che aprono la strada della performance. Del 1969 è il festival Danza volo musica dinamite con Simone Forti, La Monte Young, Steve Paxton, Deborah Hay, Trisha Brown. Per molti di loro è la prima apparizione in Europa. Nel 1972 un secondo festival Music and dance in U.S.A. vede la partecipazione di Philip Glass, Steve Reich, Simone Forti, Yvonne Rainer. Innumerevoli sono le mostre, le rassegne, i festival organizzati da Fabio Sargentini fino ad oggi, alternando l’attività di gallerista di avanguardia alla pratica teatrale e letteraria. In occasione dei sessant’anni de L’Attico, Fabio Sargentini ha curato presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma la mostra Scorribanda. Dal 1979 ad oggi è autore di diversi spettacoli tra cui spiccano Peter Pan (1979, Beat 72) e Ballerina (1979, Beat 72) primi lavori in Italia di teatro lirico concettuale. Tra glòi spettacoli in scena più recenti, a L’Attico, con coregia di Elsa Agalbato: Doppio Shakespeare. Otto personaggi per sedici interpreti (2007), Obliquo Pirandello (2010); Munch & Schiele, (2014); Vola via con me, Desdemona! (2015); Ti regalo un anello (2016); Toga e Spada (2017); Art will never die, (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, 2018). Sul versante letterario negli ultimi anni ha pubblicato: Pescatore di Perle (Edizioni della Cometa, 2002); Diarietto teatrale (Edizioni della Cometa, 2005); Il mio doppio fuma l’oppio (Edizioni l’Obliquo, 2008); Quirite malinconico, (Edizioni L’Obliquo, 2015). Sue poesie sono apparse su “Nuovi Argomenti”. (24/01/2019-ITL/ITNET).
Carlo Franza