Claudio Imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia. Una superba mostra al Museo dell’Ara Pacis a Roma.
La mostra vuole raccontare la personalità e l’operato dell’imperatore Claudio prendendo le mosse dal confronto con il celebre fratello. E’ da vedere con grande interesse a Roma nel Museo dell’Ara Pacis, e quindi visitabile fino al 27 ottobre 2019.
Verso la fine dell’anno 19 d.C. una Roma sospesa e angosciata riceve la notizia della morte del nipote di Augusto, Nerone Claudio Druso, più semplicemente noto come Germanico, spirato ad Antiochia il l0 ottobre del 19 d.C., in circostanze misteriose. Nipote di Livia Drusilla (moglie del primo imperatore), per parte del padre Druso, e di Augusto stesso, perché figlio della nipote Antonia Minore, costituiva il frutto perfetto della politica dinastica augustea. Già famoso sin da bambino, rappresentato con i genitori sull’Ara Pacis, era quasi scontato che Augusto desiderasse renderlo erede dell’Impero che muoveva i primi passi, costringendo Tiberio, il figlio naturale di Livia, da lui adottato, ad adottare a sua volta proprio Germanico. Ma il destino di questo giovane non era diventare imperatore. La devota moglie, Agrippina, figlia di Agrippa e dell’unica figlia di Augusto, Giulia, ne accompagnerà le ceneri in Italia. Questa triste vicenda apre un nuovo scenario per la successione all’impero: dopo Tiberio, l’ombra di Germanico può leggersi dietro l’ascesa del figlio Caligola e poi del fratello Claudio. Costui, acclamato dai pretoriani, diventa a 52 anni il quarto principe di Roma con il titolo di Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico, primo imperatore, sino ad allora, ad aver avuto i natali fuori dalla penisola italica, a Lione, il l agosto del 10 a.C.
La mostra, prodotta dalla Sovrintendenza Capitolina in collaborazione con il Musèe de Beaux Arts di Lione, dove ha avuto una prima sede tra il 1 dicembre 2018 e il 4 marzo 2019, vuole raccontare la personalità e l’operato dell’imperatore Claudio, prendendo le mosse dal confronto con il celebre fratello, ma cercando poi di approfondire, per quanto possibile, il carattere dell’uomo e la capacità tecnico-amministrativa e politica dell’imperatore, attraverso il confronto tra la documentazione archeologica e il racconto degli storici, troppo spesso con lui poco teneri. Le sezioni della mostra, partendo dal racconto della morte di Germanico, del rientro delle sue ceneri e dello svolgimento dei riti legati alle celebrazioni funebri che in suo onore si svolsero, testimoniati nel percorso da un importante documento come la Tabula Hebana, evidenziano l’importanza che per Claudio ebbe la propaganda dinastica, dettata dalla necessità di sottolineare il proprio legame con la dinastia giulio-claudia: anche se di natali noti, la sua acclamazione ad imperatore, avvenuta ad opera dei pretoriani e non con legale adozione, rendeva indispensabile l’affermazione del suo diritto a governare (la sua vicenda creerà peraltro un precedente fondamentale per la successiva storia dell’impero); sì entra poi più nello specifico della sua attività in politica estera, con particolare riferimento alla spedizione in Britannia e il conseguente allargamento dei confini dell’impero; viene quindi offerto un momento di riflessione sulla sua politica interna, sul rapporto con il Senato e il suo tentativo di allargarne i ranghi, testimoniato dall’interessante discorso contenuto nella tavola bronzea di Lione, uno dei più notevoli pezzi in mostra. Per completare il quadro del racconto, è trattato anche il tema della razionalizzazione dell’amministrazione pubblica, la costruzione di una vera e propria ‘burocrazia’, attraverso le deleghe ai potenti liberti imperiali e quello delle grandi opere di pubblica utilità, come il progetto del porto di Ostia, la problematica bonifica del Fucino e l’attenzione al rifornimento e all’approvvigionamento dell’acqua pubblica. Uno spazio ed una attenzione particolare hanno le donne dell’imperatore, in particolare le mogli Messalina ed Agrippina, soprattutto nel tentativo di offrire una ricostruzione dell’ambiente della corte imperiale nella Roma della metà del I secolo d.C. La morte di Claudio, circondata da sospetti, proprio come quella che era toccata in sorte molti anni prima al fratello Germanico, determinò la sua divinizzazione, la promozione di un tempio a lui dedicato sul Celio e l’ascesa al soglio imperiale del figlio di Agrippina, Nerone.
Carlo Franza