Mario Radice il pittore e gli architetti. La collaborazione con Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Ico Parisi. Alla Pinacoteca Civica di Como la straordinaria mostra del grande astrattista comasco e degli architetti del ventennio fascista.
La Pinacoteca Civica di Como offre ai visitatori l’importante mostra “Mario Radice: il pittore e gli architetti. La collaborazione con Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Ico Parisi”, aperta fino al 24 settembre 2019 a cura di Roberta Lietti e Paolo Brambilla. “Si tratta di una mostra di rilievo – commenta Carola Gentilini , assessore alla Cultura del Comune di Como – che approfondisce la conoscenza di un grande artista comasco attraverso lo studio delle relazioni sinergiche con gli architetti di maggior rilievo dell’epoca, anche grazie all’esposizione di documenti inediti conservati presso gli Archivi della Pinacoteca di Como”. Il percorso espositivo, suddiviso in tre sezioni, è dedicato ad indagare l’ampio lavoro pittorico e plastico di Mario Radice (Como, 1898-1987), tra le figure più complesse nel panorama del primo astrattismo italiano e progettista, teorico, critico d’arte, curatore di mostre e saggista, mirando soprattutto a ricostruire ciò che della sua arte è andato perso. La sua prolifica attività non si limita infatti alla produzione pittorica, ma si arricchisce di nuove esperienze progettuali, soprattutto attraverso la collaborazione con gli amici architetti, tra cui Giuseppe Terragni, Cesare Cattaneo e Ico Parisi .
La mostra, ideata da Roberta Lietti, mette quindi in luce per la prima volta il lavoro sinergico tra Radice e i tre architetti comaschi , espressione delle tre arti scultura, architettura e pittura, anche grazie all’allestimento progettato da Paolo Brambilla, nel quale le opere trovano un chiaro riferimento in immagini fotografiche d’epoca, plastici, scritti, disegni preparatori e studi su carta – tra cui molti inediti – conservati presso gli archivi della Pinacoteca di Como – in gran parte provenienti dal Fondo Mario Radice donato al Comune dagli eredi – che approfondiscono il rapporto ideativo, progettuale e di collaborazione dei protagonisti.
La prima sezione dell’esposizione evidenzia il rapporto tra Mario Radice e Cesare Cattaneo , concentrandosi principalmente su uno dei lavori più significativi di tale sinergia artistica e progettuale: la Fontana di Camerlata . Concepita tra il 1934 e il 1935 per il piazzale di Camerlata di Como, da cui prende il nome, viene realizzata l’anno successivo in occasione della VI Triennale di Milano, trovando collocazione al centro di Parco Sempione, sull’asse fra il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace; demolita al termine dell’esposizione nel 1937, verrà ricostruita a Como soltanto nel 1960. Intorno a quest’opera, nella prima sala della Pinacoteca dedicata alla mostra è possibile ammirare il modello originale della Fontana , proveniente dall’Archivio Cesare Cattaneo di Cernobbio, unitamente a disegni, studi di progetto, foto-cartoline e alla relazione originale firmata dai suoi progettisti, oltre ad altri documenti e riviste dell’epoca inerenti la monumentale scultura. Quindi nella seconda sezione viene affrontato il rapporto tra Radice e Giuseppe Terragni , in particolare attraverso due grandi lavori corali. Il primo è la Casa sul lago per artista presentata alla V Triennale di Milano del 1933, di cui viene proposta una gigantografia dell’interno dello studio atta a fondale per la ricostruzione dell’ambiente, in merito al quale viene esposto lo sgabello originale Columbus in legno e tubolare di ferro cromato, a cui è accostato il bozzetto a grandezza naturale dell’affresco Nudo di Donna , uno dei due grandi affreschi realizzati da Radice per tale spazio. Il secondo lavoro è la Casa del Fascio di Como, per la quale Radice aveva realizzato tra il 1932 e il 1936 due grandi bassorilievi per la Sala del Direttorio al primo piano e otto affreschi nel Salone delle Adunate al piano terra, di cui è visibile in mostra un accurato modello appositamente realizzato dal curatore Brambilla, con gli interventi pittorici di Radice restituiti in scala, così centrali per la nascita del primo astrattismo italiano ed ammirati anche da Lucio Fontana. Sono inoltre presenti due studi su carta , un olio su tela e altre opere su carta riconducibili ai motivi dei pannelli della Casa ; a questi lavori si aggiunge il grande disegno progettuale del lampadario realizzato da Radice. Completano la sezione espositiva numerose immagini fotografiche d’epoca. La terza sezione è quindi dedicata al rapporto tra Radice e Ico Parisi , con i bozzetti a colori degli affreschi di Casa Carcano a Maslianico e di Casa Notari a Fino Mornasco, lavori realizzati tra il 1946 e il 1950 entrambi andati distrutti, oltre a una gigantografia di Radice al lavoro e fotografie originali.
Fulcro particolarmente suggestivo dell’ultima sezione della mostra la proiezione in scala 1:1 , a cura dei giovani videomaker di OLO Creative Farm, di uno dei mosaici realizzati da Radice per la facciata di Casa Bini a Monteolimpino, villa progettata da Parisi ed edificata tra il 1952 e il ’53. Accompagna l’esposizione un approfondito catalogo bilingue, in italiano e inglese, edito da Silvana Editoriale , con contributi critici di Roberta Lietti, Roberto Dulio e Stefano Andrea Poli. Inoltre, i tre club di servizio cittadino – il Lions Club Como Host , di cui Mario Radice e Ico Parisi sono stati soci fondatori nel 1953 e presidenti (Radice nel 1962, Parisi nel 1967), il Lions Club Como Plinio il Giovane e il Lions Club Como Lariano – si uniscono per un progetto comune: il sostegno di attività collaterali alla mostra volte ad ampliare la sua accessibilità per la comunità, in particolar modo a favore di bambini, anziani, diversamente abili e non vedenti. Fanno da corollario, infatti, laboratori didattici, visite animate e teatralizzate, “passeggiate creative” e visite guidate, fino a un momento di restituzione delle testimonianze dei cittadini raccolte sulla Fontana di Camerlata e sulla sua edificazione.
Cenni biografici . Mario Radice nasce a Como il 1 agosto 1898; soprattutto pittore, è anche scultore e progettista, nonché saggista e critico d’arte. Caposcuola dello storico Gruppo astrattista di Como, negli anni Trenta è tra i fondatori della rivista Quadrante . Partecipa alla V, VI e IX Triennale di Milano, di cui entra nella giunta tecnica esecutiva per la X edizione e nel 1955 è invitato a far parte del Centro Studi e nominato nel Consiglio d’Amministrazione della XI edizione. Prende parte inoltre alla III, IV, VII, VIII, X e XI Quadriennale di Roma e continuativamente dalla XXII alla XXIX Biennale d’Arte di Venezia, dove torna nel 1966 per la XXXIII edizione e nel 1968 è invitato a far parte della sottocommissione per le arti figurative della XXXIV edizione. Nel 1964 riceve la medaglia d’oro per meriti artistici dal Consiglio Provinciale di Como. Espone con mostre personali e collettive presso importanti gallerie e spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, tra cui Como, Milano, Monza, Roma, Ginevra, Münster e Amburgo. Centrali nella sua carriera le collaborazioni con architetti e progettisti per ville, case, esposizioni e monumenti pubblici e privati. Nel 1973 Guido Ballo pubblica la prima monografia a lui intitolata e riceve dal Comune di Milano l’onorificenza “Ambrogino d’oro” per gli importanti meriti artistici. Si spegne a Como il 25 luglio 1987.
Carlo Franza