Borgese, Cecola e Godi, tre artisti meridionali che seppero nobilitare la figurazione in senso moderno. Una mostra al Museo Nazionale di Castello Pandone a Venafro/Isernia.
Il Polo Museale del Molise inaugura la mostra “Transiti. Borgese-Cecola-Godi” presso il Museo Nazionale di Castello Pandone.
La mostra ripercorre il sodalizio umano e creativo di tre artisti accomunati da profonde affinità di visione e di ricerca artistica: Ugo Borgese, Carmine Cecola e Goffredo Godi. I tre, vale a dire i pittori Borgese e Godi, e lo scultore Cecola, legati al contesto romano, sono stati molto amici negli anni e sono stati tutti attivi sul versante figurativo, conservando un solido legame con la tradizione, interpretata però attraverso personali e aggiornate soluzioni formali. Di due in particolare negli anni mi sono interessato criticamente, presentando loro delle mostre, vale a dire Godi e Cecola. Pur gravitanti nel figurale, essi hanno saputo rinnovarsi e guardare oltreconfine, così è stato per la nobile scultura di Cecola, chè per la pittura di paesaggio di Godi, non immune da certe influenze ciardiane, specie del Vincenzo Ciardo che seppe svecchiare la pittura napoletana all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
L’esposizione vuol mettere parimenti in evidenza il costante e intenso rapporto dei tre con il paesaggio, la natura e il corpo umano e riportare alla luce, nell’ambito della storia dell’arte molisana del Novecento, la figura di Carmine Cecola, scultore originario di Monteroduni del quale saranno esposte inedite opere monumentali. La mostra presenta quindi un’ampia selezione di opere dei tre artisti, tra pitture e sculture, a loro volta in dialogo con gli spazi e gli affreschi del Museo.
L’evento è organizzato dal Museo Nazionale di Castello Pandone con il patrocinio della Regione Molise, del Comune di Venafro e di Aratro (Centro di arte contemporanea dell’Università degli Studi del Molise) e vuol essere la prima tappa di una rinnovata programmazione espositiva pensata specificatamente per il castello. L’esposizione, inoltre, è un nuovo incontro del progetto itinerante che i figli dei tre artisti hanno chiamato “Amici d’arte” e che vuol essere un momento di riflessione e studio sulle singole ricerche e sull’idea di gruppo.
Carlo Franza