Il Futurismo ad alta velocità. Leo Galleries a Monza ne celebra il movimento con una mostra sulla velocità, uno degli aspetti preminenti dei futuristi.
Il 20 febbraio 1909 usciva riempendo ogni spazio internazionale, su “Le Figaro”, a Parigi, il Manifesto di fondazione del futurismo, stilato da F.T Marinetti, poeta, letterato e geniale comunicatore. Con quello scritto programmatico Marinetti inaugurava una modalità di comunicazione dirompente e inedita per la cultura, utilizzata sino ad allora solo nella propaganda politica o nella nascente pubblicità, perché, come scrisse, “gli articoli, le poesie e le polemiche non bastano più. Bisogna assolutamente cambiare metodo, scendere in strada, prendere d’assalto i teatri e introdurre il pugno nella lotta artistica”. Strumento di comunicazione “rumoroso” e popolare, il manifesto, diffuso con volantini stampati talora in centinaia di migliaia di copie, declamato nelle battagliere e frequentatissime “serate futuriste”, o pubblicato su organi d’informazione non specialistici, destinati a un pubblico vasto ed eterogeneo, rappresentava un’assoluta novità e una specificità del futurismo rispetto alle altre avanguardie europee del tempo. D’allora in poi, il movimento avrebbe adottato questa pratica comunicativa per ognuno dei molti ambiti in cui si avventurò (dalla poesia alla pittura alla scultura, dall’architettura alla danza al teatro, dalle arti decorative alla grafica, alla pubblicità), nel suo sogno di saldare l’arte e la vita ridisegnando l’intero orizzonte umano.
Leo Galleries a Monza riporta nelle sale della galleria monzese il fascino meccanico e moderno del Futurismo, con una collettiva, aperta fino al 7 dicembre 2019, di artisti di altissimo livello, per una carrellata di tele che abbracciano un arco di tempo che va dalla metà degli anni Dieci alla seconda metà degli anni Trenta.“Futurismo + Velocità” è il titolo che il curatore Maurizio Scudiero e la galleria hanno scelto per raccontare questa mostra che riporta a Monza alcuni dei protagonisti di una delle correnti più significative dell’arte italiana, a un anno dalla personale dedicata a Baldessari. E ancora l’artista di Rovereto torna tra i protagonisti di questa mostra, insieme a opere di Depero, Crali, Dottori, D’Anna e Bruschetti, che proprio a Monza trascorse diversi anni della sua vita. «Abbiamo voluto radunare un gruppo di opere che mostrassero uno degli aspetti preminenti del Futurismo e cioè la velocità – ha puntualizzato Scudiero – declinata attraverso disegni di apparecchi di terra, come auto, treni e motociclette, e di aria. Si tratta di pezzi particolarmente pregiati e rari, una vera chicca per una piccola galleria. Davvero una mostra dal sapore museale». Tra le tele anche diverse aeropitture, una delle espressioni più caratteristiche del futurismo. E tra i principali aeropittori ci sono proprio Dottori, D’Anna e Bruschetti. Per quanto riguarda Depero la mostra offre una delle rare litografie, le uniche realizzate in vita dall’artista, risalenti al 1944 ma che ripropongono soggetti degli anni Venti. «Una vera rarità, difficilissime da trovare», conferma Scudiero. E io aggiungo che certe grafiche hanno ancora una valenza forte sia di quadratura estetica che di movimentazione del mercato; e dunque, spesso, per chi non può permettersi un’opera unica, un’opera grafica e di valore può essere una buon acquisto nella collezione. E poi i pastelli di Baldessari, “certamente i più interessanti e particolari della mostra”. Questi pastelli possiedono il sapiente dono dell’appunto, sono di mirabile fattura e contengono tutti i punti di forza che hanno caratterizzato la vita e il lavoro di Baldessari. E’ stato proprio Scudiero, ospite dell’inaugurazione, a raccontare le particolarità di questa collettiva dedicata al Futurismo e alla velocità, tutta da scoprire; infatti Maurizio Scudiero è oggi uno dei massimi esperti del Futurismo italiano; autore di numerose pubblicazioni, è tra l’altro responsabile dell’Archivio Depero e dell’Archivio Baldessari.
Carlo Franza