Ricordo di Roberto Sanesi intellettuale, poeta e critico d’arte. Giornata di studio all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano in sua memoria.
Non posso non ricordare, nel novantesimo della nascita, Roberto Sanesi(1930-2001) un amico che mi ha lasciato, che ci ha lasciati, da quasi vent’anni. E’ morto che aveva settant’anni. In questi giorni, il 14 gennaio 2020, lo ha ricordato anche l’Accademia di Brera con una simposio nazionale, in quella che è stata anche la sua Accademia, dove per anni il collega ha insegnato Pedagogia dell’Arte; e in tale giornata dopo i saluti istituzionali di Livia Pomodoro Presidente dell’Accademia di Brera, le relazioni di Federico Ferrari, Rachele Ferrario, Claudio Cerritelli e Roberto Favaro, ecc. Un grande intellettuale Roberto Sanesi, un poeta da Nobel, un critico d’arte di spessore e levatura, e oltremodo generoso soprattutto con chi operava nel campo dell’arte e con gli artisti. Ricordo una bellissima sera – come spesso era d’usanza- che eravamo a Milano a cena alla fine degli anni Ottanta a El Tombon de San Marc in Piazza San Marco, io, Roberto e Attilio Severgnini Stampatore d’arte di elevato spessore; decidavamo cosa passare in quei libretti di poesia con grafiche d’autore che Attilio stampava. Aveva una predilezione per la poesia visiva che fra gli anni Sessanta e Settanta costituì in Italia una linea abbastanza marcata, ben sapendo che ne avevo più volte studiato gli autori e pubblicato vari testi. Da qui è partita anche la sua vocazione d’artista e del suo fare anche pittura, dei suoi bellissimi fogli su cui vi erano appunti di vario genere intervallati da lacerti di colore, da macchie informali. La sua “scrittura visuale” come ho voluto chiamarla, un vocabolario di idee e di colori, di immagini e di tonalità nuvolose. Per questa umana e celeste sensibilità ha capito molti artisti e ne ha prefazionato i loro cataloghi. Ma Roberto Sanesi è stato soprattutto un grande traduttore, lo ricorderemo anzitutto come traduttore degli inglesi, e di poeti inglesi – di classici come Milton e Keats, e di moderni come Dylan Thomas. I traduttori, in particolare i traduttori di poesia, vivono un difficile destino, specie per chi è già poeta, perché devono ricreare il pensiero del poeta senza stravolgerlo. La poesia non si può snaturare, le pagine di poesia in lingua nel testo originale-lingua madre, non possono essere annacquate. Ha detto Enzo Siciliano che “Lingua e poesia coincidono al punto che spostarne l’asse significa o ricrearla di sana pianta o negarla del tutto. Voglio dire che il traduttore di poesia sa che il proprio lavoro rischia l’usa e getta, valutato come lavoro di secondo grado, poco più o poco meno di uno strumento interlineare. Credo che Sanesi avesse un’idea del tutto illuministica di questo lavoro. Sanesi non è stato un traduttore «imitativo»: è stato piuttosto un traduttore «esplicativo»”. Sta di fatto che Sanesi ha tradotto e bene capolavori illustri per via di una traduzione di opere in versi che non si allontanavano dal testo originale mai dimentico della cultura e della storia, proprio per non perderne il vitale significato. Poter leggere in italiano Keats oggi, ancora di più Milton, e il Milton del Paradiso perduto, e poi Shakespeare, i metafisici inglesi, Willam B. Yeats, William Blake,Walt Whitman e ancora Eliot de “la terra desolata”(ricordo che gli prestai persino un saggio pubblicato da Letture rivista dei gesuiti), e Dylan Thomas. Ma Sanesi era anche critico d’arte e di letteratura, organizzatore di esposizioni famosissime, ne cito qualcuna fra le più importanti, di Tilson e di Sutherland, della Marisa Settembrini e di Luca Crippa. Eppoi è stato responsabile per un lungo periodo delle esposizioni di Palazzo Grassi a Venezia, delle mostre della Galleria d’Arte Moderna di Locarno, e motore della fondazione dell’Archivio di Poesia e Musica della Società Letteraria di Verona. Mi fermo qui, dovrei scrivere pagine intere di ricordi, di colloqui che avemmo, di progetti comuni che abbiamo inscenato. Caro Roberto, i ricordi sono ancora vivi, la tua cultura e i tuoi insegnamenti ci accompagnano ogni giorno, sempre.
Carlo Franza