Il Futurismo di Tullio Crali alla Estorick di Londra. L’aeropittura con lui dominò la ricerca futurista degli anni ’30.
Per Tullio Crali (1910-2000) il Futurismo non era solo un movimento di pittura, ma un atteggiamento nei confronti della vita stessa. Riflettendo l’entusiasmo del movimento per il mondo moderno, le sue immagini hanno abbracciato la tecnologia e le macchine come importanti fonti di ispirazione creativa. Tuttavia, con la sua particolare attenzione a “l’immenso dramma visivo e sensoriale del volo”, il lavoro di Crali è strettamente associato al genere di “aeropittura”, che ha dominato la ricerca futurista negli anni ’30. Per il pittore Tullio Crali il futurismo non era solo una scuola di pittura, ma uno stile di vita. “Noi aeropoeti futuristi elogiamo la meravigliosa passione per le altezze e le velocità aeree, passione che costituisce la massima garanzia del trionfo di Crali” scriveva di lui Filippo Tommaso Marinetti. A Crali e alla sua ricerca tanto artistica quanto sociale è dedicata la bellissima mostra “Tullio Crali. A futurist life” che si è aperta il 15 gennaio nelle sale della Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, dove l’esposizione sarà visitabile sino all’11 aprile 2020. Crali scoprì il futurismo quando aveva solo quindici anni. Vi si convertì immediatamente, unendosi ufficialmente al movimento nel 1929 e sviluppando rapidamente la propria distintiva interpretazione dei suoi principi artistici. Nonostante vi abbia incorporato dettagli riconoscibili come nuvole, ali ed eliche, le immagini elettrizzanti di Crali hanno sfidato le nozioni convenzionali di realismo attraverso le sue prospettive dinamiche, punti di vista simultanei e una potente combinazione di elementi sia figurativi sia astratti. Grazie al suo talento, alla sua versatilità e al suo irremovibile impegno nei confronti delle idee futuriste, Crali divenne rapidamente uno dei rappresentanti chiave del movimento. Continuò a essere il suo più fervente sostenitore anche durante l’era postbellica, rimanendo fedele ai principi estetici del futurismo per tutta la vita. Con opere raramente viste, che coprono un arco che va dagli anni ’20 agli anni ’80, questa esaltante mostra illustra tutte le fasi della carriera straordinariamente coerente dell’artista, inclusi dipinti iconici, opere sperimentali di poesia visiva e rilievi di supporti misti; in mostra anche esempi di immagini “cosmiche” risalenti agli anni ’60, ispirati dai progressi nell’esplorazione dello spazio. Sono anche presenti un gran numero dei famosi Sassintesi di Crali: enigmatiche composizioni di pietra e roccia, “scolpite” dalle forze naturali.
Tullio Crali(1910-2000) nasce nel dicembre 1910 a Igalo, in Dalmazia (attuale Montenegro), ma ben presto la famiglia si trasferisce a Zara dove ha il primo, decisivo incontro con un aeroplano, un idrovolante che ammara proprio di fronte alla sua casa. Crali passò la sua infanzia a Zara, la città dalmata annessa all’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale e nel 1922 si trasferì con la sua famiglia a Gorizia, dove, a soli 15 anni, leggendo un articolo sul Futurismo ne rimase affascinato. Convertito immediatamente alle idee futuriste, iniziò a sperimentare con l’estetica del movimento creando il suo primo disegno futurista nel 1925 (opera presente in mostra). Già alla metà degli anni Trenta Crali si distingueva ormai come figura chiave del Futurismo, spaziando nelle sue sperimentazioni dalla moda al teatro, all’architettura, alla grafica anche se è senza dubbio nell’aeropittura che riuscirà sempre ad esprimersi al meglio.
Durante gli anni ‘30, molti furono i tentativi da parte degli artisti futuristi di cogliere le novità visive sperimentate con l’esperienza del volo, come ad esempio paesaggi vertiginosi e capovolti, ma anche vedute dall’alto con dimensioni metafisiche. Le immagini liriche ed elettrizzanti di Crali hanno sfidato le nozioni convenzionali di realismo attraverso prospettive dinamiche ed eccezionali combinazioni di elementi figurativi e astratti. Nel corso degli anni ‘40, Crali, come molti altri artisti futuristi, aderì ai programmi ufficiali di arte bellica, accompagnando i piloti nelle missioni di combattimento e di ricognizione. Questi legami con il regime di Mussolini hanno segnato negativamente la reputazione del Futurismo e dei suoi seguaci, nonostante Crali fosse profondamente cinico nei confronti di qualsiasi dogma politico, essendo stato lui stesso vittima di estremismo ideologico. Tra il 1944 e il 1945, durante l’occupazione nazista a Gorizia, l’organizzazione di una serie di eventi culturali d’avanguardia lo portò a scontri con le autorità che lo identificarono come sovversivo, destinandolo alla deportazione in Germania. Crali sfuggì a questa sorte grazie ad un amico influente, per essere poi successivamente imprigionato in condizioni spaventose per 45 giorni dalla milizia di Tito prima di essere liberato dalle truppe americane.
Subito dopo la guerra, Crali si trasferì in Piemonte dove, pur continuando ad aderire all’estetica futurista, dipinse opere ispirate non più dalle macchine, bensì dalla natura. Così scriveva: “La mia arte cambia forma, ma non sostanza. Una mancanza di fiducia nell ’umanità mi porta a rivolgere la mia attenzione alla natura. Cerco serenità in tutto ciò che mi circond a. Cerco di scoprire i movimenti della natura e di esprimerne la sua vitalità. È il principio futurista del ‘dinamismo universale’ che sta cercando di prendere forma. Non è un cambiamento di ideologia” . Nel periodo del dopoguerra Crali continuò a essere il più fervido sostenitore del Futurismo, essendogli stato affidato da il leader del movimento F.T. Marinetti il compito di difendere l’importanza storica del Futurismo e la sua sempre attuale rilevanza. Tuttavia, nel 1950, disilluso dall’apatia di molti suoi ex colleghi, Crali accettò una posizione come insegnante d’arte nel prestigioso Lycee Italien di Parigi, dove rimarrà per quasi un decennio. Durante il suo soggiorno in Francia, le visite di Crali sulla costa frastagliata della Bretagna ispireranno la sua teoria delle Sassintesi : una fusione delle parole sassi e sintesi. Queste composizioni, formazioni geologiche modellate dal vento e dall’acqua, potevano presentarsi completamente astratte o figurative, richiamando elementi di realtà oggettiva. Per gran parte degli anni sessanta Crali visse in Egitto dove ricevette un incarico per l’insegnamento alla Scuola d’Arte Italiana del Cairo. Durante questo periodo rimase profondamente affascinato dagli sviluppi scientifici contemporanei, affrontando l’esplorazione umana dell’universo attraverso immagini monocromatiche di vorticose galassie o paesaggi extraterrestri visti attraverso le finestre di un’astronave. Oltre alle iconiche aeropitture, la mostra include opere di poesia sperimentale e composizioni polimateriche, presentando un cospicuo numero di Sassintesi e le opere “Cosmiche” dell’ultimo periodo della produzione artistica dell’artista. Tullio Crali si spegne a Milano il 5 agosto 2000.
Carlo Franza