“Cesare Brandi.Critica d’arte e filosofia”. Un libro di Paolo D’Angelo uscito da Quodlibet mette a fuoco il pensiero di uno Storico dell’Arte di chiara fama.
Cesare Brandi (1906-1988) è stato uno dei massimi teorici e storici dell’arte del Novecento, ma i suoi meriti non sono ancora stati riconosciuti interamente. Ciò è accaduto perché nei confronti della sua opera si è esercitata una duplice diffidenza: gli studiosi d’arte lo hanno considerato troppo filosofo, i filosofi hanno ritenuto che la sua riflessione fosse troppo condizionata dalla sua attività di critico. L’ho avuto fra gli amici più cari con Giulio Carlo Argan e altri colleghi della Sapienza a Roma con i quali abbiamo spesso condiviso ricerche e formulazioni. Questo libro in un certo senso rende finalmente a Brandi quel che è di Brandi, cioè mostrare come proprio la sua lezione di critico-filosofo, di critico e filosofo dell’arte, sia più che mai oggi fondamentale. E per evidenziare tutto ciò il volume del collega Paolo D’Angelo ripercorre ad ampio raggio tutta l’opera teorica di Brandi – senza trascurare alcuni sguardi alla sua opera di storico e critico delle arti – dai primi dialoghi sulle Arti degli Anni Cinquanta fino a Teoria generale della critica e ai dibattiti degli anni Settanta, fornendo una introduzione sintetica ma completa al suo pensiero. Singoli capitoli mettono in luce poi gli aspetti più interessanti e influenti delle teorie brandiane, dalla architettura alla scultura, alla teoria del restauro (della quale Brandi rimane il teorico di riferimento, in Italia e all’estero) inquadrandone il pensiero nel contesto storico che lo ha visto nascere, e rivendicando per l’estetica di Brandi il merito di essere stata, in Italia, la prima estetica autenticamente post-crociana. Con la sua altissima capacità di leggere l’opera d’arte Brandi ci offre il modello di una critica che sia partecipazione alla legge stessa di formazione dell’opera, che ne segua lo sviluppo dall’interno, offrendone una lettura formale, ma non formalistica. In un’epoca in cui la critica letteraria e artistica sembra attraversare una profonda crisi, questo libro ci aiuta a comprendere come le idee di Brandi non abbiano perso di attualità e ci offrano spesso le risposte di cui andiamo ancora in cerca. Questo l’Indice chiarificatore del libro: 1. Cesare Brandi, critico filosofo – 2. Sviluppo dell’estetica brandiana: dall’arte come «realtà pura» alla «astanza» dell’arte – 3. Le radici fenomenologiche dell’estetica di Brandi – 4. La considerazione dinamica del processo artistico – 5. L’estetica dell’Architettura – 6. L’estetica della Scultura – 7. Segno e immagine – 8. L’estetica e la teoria del restauro – 9. Bibliografia.
Paolo D’Angelo è professore ordinario di Estetica presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre. Con Quodlibet ha pubblicato: Ars est celare artem. Da Aristotele a Duchamp (2005, 2014, tradotto in inglese e giapponese); Cesare Brandi. Critica d’arte e filosofia(2006); Le arti nell’estetica analitica (2008); Filosofia del paesaggio (2010, 2014); Il problema Croce (2015)Attraverso la storia dell’estetica. Vol. I: Dal Settecento al Romanticismo (2019) e il Vol. II: da Kant a Hegel. Tra gli altri suoi lavori ricordiamo: Estetica (Laterza, 2011); Le nevrosi di Manzoni (il Mulino, 2013); L’estetica del Romanticismo (il Mulino, 2018).
Carlo Franza