Il Kimono al Victoria & Albert Museum di Londra diventa occasione di una grande mostra sulla cultura e sulla moda giapponese.
La mostra “Kimono: Kyoto to Catwalk” racconta la storia e il ruolo del Kimono, l’indumento tradizionale più noto ed importante nella cultura e nella moda giapponese; si tiene al Victoria & Albert Museum di Londra, fino al 21 Giugno 2020. La mostra al V&A presenta il kimono come un’icona della moda dinamica e in costante evoluzione,rivelandone il significato sartoriale, estetico e sociale dal 1660 ai giorni nostri, sia in Giappone che nel resto del mondo. Ciò sta a significare che i capi tradizionali come il Kimono sia oggetto di approfondimento e cambiamento negli anni, anche ad opera della moda. Il kimono, termine che letteralmente significa ‘cosa da indossare’, e quindi ‘abito’, è un indumento tradizionale giapponese, nonché il costume nazionale del Paese del Sol levante. In origine il termine veniva usato per definire ogni tipo di abito; in seguito è passato a indicare specificamente l’abito lungo portato ancor oggi da persone di entrambi i sessi e di tutte le età.
Il termine kimono fu adottato per la prima volta intorno alla metà del XIX secolo; originariamente indossato da gente comune o, come indumento intimo, dagli esponenti dell’aristocrazia, nel XVI secolo divenne il principale capo d’abbigliamento per tutte le classi sociali e per entrambi i sessi. Il kimono è molto simile agli abiti in uso durante la dinastia cinese Tang: è una veste a forma di T. dalle linee dritte, che arriva fino alle caviglie, con colletto e maniche lunghe; queste ultime solitamente sono molto ampie all’altezza dei polsi. La veste viene avvolta attorno al corpo, sempre con il lembo sinistro sopra quello destro (tranne che ai funerali dove avviene il contrario) ed è fissata da un’ampia cintura annodata sul retro chiamata obi. La lunghezza del capo può essere modificata regolando il tessuto in eccesso sotto l’obi; il colletto può essere sistemato diversamente per fare in modo che la nuca di una donna possa essere scoperta in modo più sensuale. Lo stile avvolgente dell’abito consente facilità di movimento, una funzione utile per una cultura in cui molte attività vengono eseguite mentre si è seduti sul pavimento; esso è anche adatto al clima giapponese: può essere infatti sfoderato in estate ed imbottito, con vari strati, in inverno. Nel kimono, più che il taglio ed i modello dell’abito in se (in genere sempre uguale), è il motivo decorativo e cromatico che fa la differenza. Le indicazioni di stato sociale, identità personale e sensibilità culturale sono infatti espresse attraverso il colore e la decorazione dell’abito.
La mostra adesso in corso al Victoria & Albert Museum si sviluppa attraverso un percorso espositivo che copre un arco temporale di oltre 350 anni di storia del costume e della moda giapponese; è suddivisa in diverse sezioni, ciascuna delle quali pone l’accento su differenti modelli e periodi storici, esplorando l’evoluzione dei tessuti e dei motivi decorativi. La curatrice dell’esposizione Anna Jackson ha evidenziato l’importanza del kimono nella cultura della moda giapponese sottolineandone l’evoluzione e la dinamicità nel corso dei secoli. La prima sezione si concentra sulla nascita e sugli sviluppi del modello durante il periodo Edo, quando per la prima volta appare il kosode, indumento tradizionale giapponese indossato sia come sottoveste sia come sopraveste.
Nella seconda sezione vengono evidenziate le influenze interculturali che hanno plasmato le forme del kimono sia in Giappone che in Europa. Tra il XVII e il XIX secolo, infatti, alcuni commercianti olandesi portarono per la prima volta il kimono in Europa, dove fu subito molto apprezzato tant’è che sin dalla fine dell’Ottocento molti dettagli della moda europea (soprattutto le maniche) furono fortemente influenzati dalle forme del kimono.
Nella terza parte della mostra vengono evidenziate le influenze che la cultura europea ha avuto sulla moda giapponese e sull’evoluzione del kimono. Soprattutto nel periodo vittoriano e successivamente, durante movimenti dell’Art Nouveau e dell’Art Déco, la meccanizzazione dell’industria tessile e i nuovi coloranti chimici europei hanno avuto un profondo effetto sull’abbigliamento giapponese.
Nella sezione finale della mostra sono presentate le opere dei maestri artigiani e dei designer del kimono contemporanei, sia in Giappone che nel resto del mondo; sono esposti i lavori di giovani stilisti, accanto agli abiti delle case di moda più note al mondo che hanno sperimentato nuovi modelli e tagli, ispirati alle forme e ai colori del kimono tradizionale ma reinterpretati secondo le necessità e le mode contemporanee.
Carlo Franza