L’ultima Nanda Vigo in mostra al MACTE di Termoli. Grandioso evento dell’artista della luce italiana, appena scomparsa.
Il Museo MACTE -Museo di Arte Contemporanea di Termoli-riapre la mostra NANDA VIGO LIGHT PROJECT 2020, realizzata in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo inaugurata lo scorso 29 febbraio, chiusa subito dopo.E’ per l’appunto ultimo progetto espositivo realizzato dall’artista in prima persona, ora visitabile fino al 13 settembre 2020. Nata a Milano, la Vigo aveva fuso nel suo lavoro l’arte, il design e l’architettura. Legata a Lucio Fontana e Piero Manzoni, alla concezione di design immaginato da Alessandro Mendini.
Ripercorrendo alcuni punti salienti della ricerca di Nanda Vigo dagli anni Settanta a oggi, la mostra celebra una delle figure italiane più importanti della sua generazione – pioniera della sperimentazione tra arte, architettura e design – inserendosi nel percorso di studio e valorizzazione della collezione permanente e della storia del Premio Termoli attivato dal MACTE sin dalla sua apertura. Nanda Vigo vinse il Premio Termoli nel 1976 con l’opera Sintagma, realizzata in vetro, specchio e neon; il cui titolo – dal greco σύνταγμα, propriamente «composizione, ordinamento» – si riferisce al termine coniato da Ferdinand de Saussure per definire “la combinazione di due o più elementi linguistici linearmente ordinati”. Quarantaquattro anni dopo quest’opera torna protagonista, nella sua indivisibilità di significato, come chiave interpretativa dell’intera esposizione. I lavori in mostra, infatti, da un lato sono disposti secondo un disegno espositivo unitario e attento all’architettura del museo – cifra distintiva degli allestimenti della Vigo – dall’altro dimostrano la relazione tra due gruppi di opere collegati anche dal punto di vista linguistico il cui comun denominatore è la luce.
Il primo gruppo di opere è costituito da lavori definiti Trigger of the space (“innescatori di spazio”) – tra cui lo stesso Sintagma (1976) – che l’artista ha realizzato a partire dagli anni Settanta a oggi, in un’incessante ricerca di “nuovo spazio” e “nuovo tempo”. Si tratta di vere e proprie sculture di luce e riflessioni speculari composte da due elementi distinti ma inseparabili: trampolini verso nuovi mondi, porte di accesso all’universo immenso e sconosciuto, ma totalmente interconnesso che Nanda Vigo ha ricercato in tutta la sua produzione artistica.
Il secondo gruppo comprende, tra le altre, l’opera Light Progressions, Trilogy: Omaggio a Gio Ponti, Lucio Fontana e Piero Manzoni (1993). Realizzata in vetro e neon, è un omaggio a due artisti e un architetto, due compagni di viaggio nel lavoro e uno nella vita: tre uomini capaci di comporre un unico sintagma nella vita di Nanda Vigo.
NANDA VIGO LIGHT PROJECT 2020 fonde le opere in un racconto unitario: lo spazio buio della sala circolare del MACTE – illuminato esclusivamente dalla luce delle opere – immerge il visitatore in un viaggio attraverso l’universo dell’artista, fatto di vita e di ricerca, di esperienza e aspirazioni alla conoscenza.
Nanda Vigo (Milano, 1936 – 2020) si laurea all’Institute Polytechnique di Lausanne. Dal 1959 inizia ad esporre le sue opere in gallerie e musei in Europa e in Italia; prende parte al Gruppo Zero, con cui espone tutt’ora, oltre alle collaborazioni con Gio Ponti e Lucio Fontana. Nel 1965 cura la leggendaria mostra “ZERO avantgarde” nello studio di Lucio Fontana a Milano. Nella sua attività Vigo opera con un rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura, ambiente, è impegnata in molteplici progetti sia nella sua veste di architetto che di designer che di artista. Quello che contraddistingue la sua vivace carriera è l’attenzione e la ricerca dell’Arte, che la spinge ad aprire collaborazioni con i personaggi più significativi del nostro tempo ed a intraprendere sempre progetti volti alla valorizzazione dell’Arte come la mostra “ITALIAN ZERO & avantgarde 60’s” al MAMM Museum di Mosca nel 2011. Nel 2014/2015 espone al Guggenheim Museum di New York, al Martin-Gropius-Bau di Berlino e allo Stedelijk Museum di Amsterdam nelle retrospettive dedicate a ZERO. Tra il 2013 e l’inizio del 2016 realizza diverse personali: “Nanda Vigo Lights Forever”, Galleria Allegra Ravizza, Lugano, “Affinità elette” al Centro San Fedele di Milano e in seguito alla Fondazione Lercaro di Bologna, “Zero in the mirror” alla Galleria Volker Dhiel di Berlino, oltre a quella più recente “Nanda Vigo” alla galleria Sperone Westwater di New York. Ha partecipato alla XXI Triennale (21st Century. Design After Design) e nel 2016 ha presentato la sua prima opera monumentale, “Exoteric Gate”, esposta nel cortile Ca’ Granda dell’Università degli Studi di Milano. Nel 2017 partecipa alla mostra “Fantasy access code” a Palazzo Reale di Milano e al K11 Museum di Shanghai in collaborazione con Alcantara, a “Socle du Monde, Biennale 2017” all’Heart Museum di Herning in Danimarca e alla mostra “Lucio Fontana. Ambienti/ Environment” a Pirelli Hangar Bicocca, Milano. Nel 2018 realizza per il Maxxi di Roma in collaborazione con Alcantara la mostra “Arch/arcology” e inaugura la mostra personale presso la Galleria San Fedele di Milano dal titolo “Sky Tracks” e “Global Chronotopic Experience” nello Spazio San Celso di Milano e le mostre collettive “Welt ohne Außen – Immersive Spaces since the 1960s” al Martin-Gropius-Bau di Berlino, “Zero” MONA Museum di Hobart in Tasmania, “Multiforms” a Palazzo Rocca Contarini Corfù di Venezia, “Opere aperte – 1955-1975” alla Fundació Catalunya La Pedrera di Barcellona e “100% Italia” al Museo Ettore Fico di Torino. Nel 2019 inaugura la mostra personale “Nanda Vigo – Light Project” a Palazzo Reale, Milano, e le collettive “Object of desire: Surrealism and Design”, Vitra Design Museum, Weil am Rhein e “Mondo Mendini — The World of Alessandro Mendini”, Groninger Museum, Groninger.
Il museo si unisce al dolore di familiari e collaboratori nel ricordo della grande artista italiana scomparsa il 16 maggio 2020 a Milano all’età di 83 anni. E’ questo l’ultimo progetto espositivo realizzato dalla Vigo; sarà l’occasione per ricordarne lo straordinario contributo e un segno importante di ripartenza per la città.
Carlo Franza