Quando anche le dfede-galiziaonne si misero a dipingere, o meglio venne loro riconosciuto il diritto di farlo, Fede Galizia fu tra le prime a ottenere Fede-Galizia_Ritratto-diPaolo-Morigia-e-particolare-occhialiriconoscimento e successo internazionali. Accanto a lei, tra Cinque e Seicento protagoniste al femminile della pittura furono poche altre: Sofonisba Anguissola e Artemisia Gentileschi, innanzitutto, che sono state e sono al centro di parecchie esposizioni, anche in virtù delle loro vite avventurose. Apparentemente schiva e riservata, Fede Galizia ottenne commissioni di norma affidate solo agli uomini. A Milano, dove il padre Nunzio era arrivato dal Trentino, fino alla corte praghese dell’imperatore Rodolfo II. E, quasi a confermare il suo “non protagonismo”, solo ora il mondo dell’arte le riserva una mostra monografica. A curarla sono i colleghi Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, docenti  dell’Università statale di Milano, e a promuoverla e proporla (dal 4 luglio al 25 ottobre 2020) è il Castello del Buonconsiglio, a Trento, terra d’origine della famiglia di Fede. Dopo un lungo oblio, Fede Galizia ha da qualche decennio riconquistato il credito internazionale che l’aveva circondata in vita. Come conferma il prezzo di quasi due milioni di euro ottenuto a una recente asta 97783-galizia_noli-me-tangere_Pinacoteca-Brera-Milano_newyorchese da una delle sue magnifiche Nature morte. Sono proprio queste piccole, preziose, rappresentazioni di fiori e frutta ad essere oggi principalmente accostate al suo nome. Ma, come evidenzierà la mostra trentina, Fede fede-galizia-ciliegiebisGalizia ha affrontato anche soggetti che hanno affascinato molte artiste (ed artisti): in primis la rappresentazione di Giuditta che, imperturbabile, esibisce, su un vassoio, la testa decapitata di Oloferne. Pittrice barocca del XVII secolo, anche lei fu figlia d’arte, del miniaturista trentino Nunzio Galizia. Iniziò a cimentarsi con tele, pennelli e colori fin da giovanissima, all’età di 12 anni. Nella bottega paterna si impratichì in particolare nell’arte dell’incisione e della miniatura. La prima opera nota è il ritratto inciso di Gherardo Borgogni, per le edizioni del 1592 e del 1593 di due raccolte di rime. Tra le sue opere ci sono ritratti e scene di soggetto religioso, ma è conosciuta soprattutto per le Nature morte. Dei ritratti eseguiti, tra cui quelli di suo padre, di sua madre e di due nobildonne milanesi (purtroppo andati perduti), il più celebre è il Ritratto di Paolo Morigia seduto al suo scrittoio (1592-1595), conservato alla Pinacoteca Ambrosiana. unnamedNel ritratto la pittrice riuscì a Fede-Galizia-Alzata-con-prugne-pere-e-una-rosa-1602-ca.-replica-collezione-privataesprimere la fisiognomica con forte caratterizzazione. Straordinaria è infatti la precisa e dettagliata attenzione che rivolge al riflesso delle finestre sulle lenti degli occhiali che lo storico tiene in mano. Ragazza prodigio, si cimentò con questo tema più volte. Le sue Giuditte, nelle vesti e nelle sofisticate capigliature, ricordano come Fede abbia esordito da miniaturista e creatrice di gioielli e abiti, nella bottega del padre Nunzio. L’attività della Galizia è documentata a Milano, a partire almeno dal 1587, e la sua vita si svolge lì in prevalenza fino alla morte, avvenuta dopo la Grande Peste del 1630. Il trasferimento da Trento a Milano deve essere avvenuto sulla scorta del padre Nunzio, artista pure lui, impegnato nel mondo del commercio dei ventagli e in quello della cartografia: gli spetta infatti una, precoce e dettagliata, veduta incisa di Milano, che risale al 1578.

Come affermano i curatori della mostra: “Fede – un nome programmatico per l’Europa della Controriforma – ottiene un successo straordinario tra i committenti dell’epoca, tanto che opere sue raggiungono, prima del 1593, tramite la mediazione di Giuseppe Arcimboldi, la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo. Gli studi novecenteschi, prevalentemente italiani ma non solo, hanno dato particolare risalto all’attività di Fede come autrice di nature morte, alle origini di questo fortunato genere. Sembra giunto il momento di ripensare nel suo complesso il profilo dell’artista, che fu autrice di ritratti e pale d’altare, destinati a sedi tutt’altro che locali (Napoli, per esempio). A tutt’oggi non esiste un repertorio completo delle numerose testimonianze letterarie che celebrano, in versi e in prosa, le doti di Fede Galizia, da intrecciare con un completo regesto documentario, che è stato  approntato per l’occasione. Dopo un lungo oblio – come spesso accaduto per le donne artiste – Fede Galizia da qualche decennio ha riconquistato la visibilità internazionale, che invece l’aveva circondata in vita.

Carlo Franza

 

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