Chi è Kamala Harris, la vice di Joe Biden. Lo sappiamo puntualmente da un articolo sul “National Catholic Register” dell’agosto 2020.
Sulle elezioni americane e la messa fuori gioco di Trump, occhio ai dati. Regna la confusione negli Usa, con Donald Trump che non ha ancora intenzione di mollare e concedere la vittoria al presidente eletto, il dem Joe Biden. Ma secondo Gladden Pappin, professore all’Università di Dallas e cofondatore della rivista American Affairs, il capo della Casa Bianca fa bene a non riconoscere, per ora, la vittoria dell’avversario e soprattutto a presentare segnalazioni e ricorsi sui conteggi. E pensa questo per un motivo ben preciso: “A parte le numerose segnalazioni di frodi, ci sono prove statisticamente significative di anomalie nel conteggio dei voti in Wisconsin, Michigan e Georgia, dove il totale dei voti di Biden ha avuto grandi e improvvisi balzi nella tarda notte delle elezioni. E’ perciò essenziale che il governo degli Stati Uniti indaghi”, ha spiegato in un’intervista al Giornale. Secondo Pappin, potrebbero esserci degli scenari positivi per Trump, “incluso l’annullamento dei risultati negli stati contesi o di gruppi di schede illegittime”. Ma se il voto venisse ribaltato, secondo il professore, potrebbe esplodere la violenza. Infine un commento su Kamala Harris, la vice di Joe Biden, che ha riscosso non poco successo in Italia. “È una figura molto strana e inquietante. Non ha mai ricevuto più del 2% di sostegno in nessun sondaggio dei Democratici durante le primarie – ha detto Pappin -. Le sue visioni politiche sono vicine all’estrema sinistra e dà l’impressione di essere un politico senza scrupoli, disposto a far rispettare l’agenda liberal con il pugno di ferro dietro le quinte ma sorridendo davanti alle telecamere”.
Chi è Kamala Harris, la vice di Joe Biden. Lo sappiamo puntualmente da un articolo sul “National Catholic Register”, il più antico periodico cattolico degli Stati Uniti, (traduzione di Vincenzo Fedele per Stilum Curiae). Eccolo: “ Mentre la candidata alla vicepresidenza Kamala Harris sale sul palco stasera alla Convention Nazionale Democratica, diamo uno sguardo ad alcune delle questioni che ha sostenuto durante la sua carriera. (19 agosto 2020). Con la Convenzione Nazionale Democratica in pieno svolgimento e la scelta di Joe Biden per vicepresidente, la senatrice Kamala Harris, (Distretto della California), sale sul palco stasera insieme all’ex Segretario di Stato Hillary Clinton e alla Presidente della Camera Nancy Pelosi; ecco 14 fatti sulla carriera della Harris, compreso il suo servizio come procuratore generale della California, su questioni che incidono sulla vita, la famiglia e la libertà religiosa – questioni di cui ogni cattolico dovrebbe preoccuparsi e per cui pregare mentre ci avviciniamo alle elezioni del 2020.
- Mentre prestava servizio al Senato, la Harris ha mantenuto una valutazione del 100% dal gruppo National Association for the Repeal of Abortion Laws (NARAL), una associazione pro-aborto, (cioè una piena e inappuntabile condotta a favore dell’aborto sotto tutti gli aspetti e continuativa nel tempo – N.d.T.).
- Harris ha sostenuto l’espansione dei “diritti riproduttivi” delle donne e sostiene anche l‘uccisione della vita nel grembo materno per l’intero periodo della gravidanza, incluso il momento della nascita.
- Harris ha proposto che gli Stati con una storia di limitazioni dei diritti all’aborto dovrebbero ottenere l’approvazione federale prima che nuove leggi sull’aborto possano essere messe in atto. Ha anche affermato che se queste salvaguardie non verranno messe in atto, “le donne moriranno”, portando il Washington Post a darle quattro “Pinocchi” per questa falsa affermazione. Durante un dibattito primario a Westerville, Ohio, (il sesto per le presidenziali – N.d.T.), la Harris ha spiegato : “Ci sono Stati che hanno approvato leggi che impediranno virtualmente alle donne di avere accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva. E non è un’esagerazione dire che le donne moriranno. Povere donne, donne di colore moriranno perché queste assemblee legislative repubblicane in questi vari Stati che sono fuori sintonia con l’America stanno dicendo alle donne cosa fare con i loro corpi”.
- In qualità di procuratore generale della California, Kamala Harris ha intentato una causa giudiziaria contro i giornalisti pro-vita del Center for Medical Progress che hanno indagato su Planned Parenthood e sulla sua vendita di parti di organi e tessuti di bambini abortiti, portando a un’indagine e un’udienza della House.
- La Harris ha anche usato il suo potere di procuratore generale per fare irruzione con perquisizione nella casa di uno dei più importanti giornalisti investigativi del caso Planned Parenthood, David Daleiden.
- Come senatrice, Harris ha sostenuto un disegno di legge che abrogherebbe l’emendamento Hyde, una misura che blocca i finanziamenti federali per l’aborto e che storicamente ha sempre ricevuto il sostegno bipartisan. La Harris ha sfidato Biden in un dibattito delle primarie presidenziali democratiche del 2019 per il suo precedente sostegno di lunga data all’emendamento Hyde. Cedendo a queste pressioni, Biden ha ribaltato la sua posizione pochi giorni dopo.
- In Senato, la Harris ha votato due volte contro il Born-Alive Abortion Survivors Protection Act, un disegno di legge che richiede ai medici di fornire la stessa assistenza ai bambini che sopravvivono ad aborti falliti come farebbero con qualsiasi altro neonato.
- Nel 2018, durante l’udienza al Senato per la nomina di Brian Buescher a servire come giudice distrettuale nel Nebraska, Harris ha attaccato Buescher, insinuando che il suo coinvolgimento nei Knights of Columbus, (Cavalieri di Colombo), un’organizzazione caritatevole di fraternità cattolica, lo squalificasse dal servizio come magistrato. L’incidente ha condotto l’intero Senato ad approvare una legislazione che condannava qualsiasi tipo di test religioso per i candidati alla magistratura.
- Abbondano i rapporti sul ruolo della Harris nel modo in cui veniva gestita la crisi degli abusi sessuali del clero all’interno della Chiesa cattolica quando lei era procuratore distrettuale di San Francisco. I fascicoli del personale ottenuti dai pubblici ministeri dell’Arcidiocesi di San Francisco sulla crisi degli abusi sessuali risalenti a decenni fa mostrano che il suo ufficio non ha perseguito alcun sacerdote. Da allora ha sostenuto che quei documenti non erano soggetti alle leggi sui registri pubblici.
- Proprio mentre la “Proposition 8” stava passando nel 2008 in California, una misura di voto che proibiva il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso nello stato, la Harris ha annunciato la sua campagna per diventare procuratore generale della California. Pur servendo lo stato come procuratore generale per sei anni, e nonostante il successo del provvedimento, la Harris non ha mai difeso questo divieto in tribunale. Nel 2013, una sentenza in un caso separato (Hollingsworth contro Perry) ha sostenuto che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato una decisione del tribunale federale del 2010 che invalidava la “Proposition 8”, consentendo la ripresa delle unioni dello stesso sesso nel Golden State.
- Anche se recenti sondaggi del pubblico americano mostrano che la maggioranza degli americani concorda con diverse restrizioni all’aborto, la Harris insiste che non dovrebbe essercene nessuna, assumendo la guida del movimento contro il divieto di aborto a 20 settimane.
- Nel 2015, nella sua qualità di procuratore generale della California, la Harris ha contribuito a definire la legislazione nota come “Reproductive Facts Act” che costringerebbe i centri pro-life e di aiuto alla gravidanza a pubblicizzare le cliniche abortiste e spiegare che lo stato della California fornisce aborti gratuiti o a basso costo. È stata citata in giudizio e ha perso in Corte Suprema tre anni dopo.
- Harris ha co-sponsorizzato la legge denominata “ The Equality Act” nel 2018, mettendo a repentaglio la libertà di parola e i diritti di protezione della coscienza. (La legge costringerebbe, inoltre, gli ospedali cattolici a praticare interventi per il cambio di sesso, ad aprire agli uomini i bagni riservati alle donne e a obbligare le ragazze e le donne a competere nelle gare di atletica con ragazzi e uomini ed altro – N.d.T.). Vorrebbe anche mutilare la Legge sul ripristino della libertà religiosa del 1993, un duro colpo per la protezione della libertà religiosa.
- Harris ha partecipato a redigere una proposta di legge nel 2019 chiamata Do No Harm Act, che indebolirebbe le ragionevoli protezioni del Religious Freedom Restoration Act – protezioni che richiedono, per qualsiasi restrizione governativa dell’espressione religiosa, di dimostrare la necessarietà della restrizione e di utilizzare i mezzi meno restrittivi. Cambiare questo modello renderebbe più difficile per molte istituzioni mantenere la propria identità religiosa.
Ho riportato qui fedelmente l’articolo sul “National Catholic Register” (traduzione di Vincenzo Fedele per Stilum Curiae), onde dare idea di quale mosse potrà fare Kamala Harris una volta ufficialmente nominata Vice Presidente degli Stati Uniti d’America. A fronte di tutto ciò “Mala tempora currunt” per dirla con Cicerone.
Carlo Franza