Al museo PAFF di Pordenone,  le tavole a fumetti di Milton Caniff, il maestro di Hugo Pratt, in una mostra che indaga il legame tra i comics, il cinema, la musica e la moda degli anni Trenta e Quaranta. Raccontare pagine poco conosciute della nostra Storia attraverso i disegni di uno dei più grandi autori mondiali di fumetto. È questo il focus della mostra “Masters of black and white: Milton Caniff”, che apre i battenti al PAFF! in occasione dei suoi due anni dall’inaugurazione.

Il PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli  a Pordenone con questa esposizione, aperta fino al 24 gennaio 2021,  conferma la sua vocazione multidisciplinare, utilizzando il fumetto come volano per parlare di differenti ambiti culturali e attraversare campi anche lontani fra loro come la storia, la scienza, l’arte, per parlare a tutti con l’immediatezza e la forza delle immagini. Una mostra che celebra l’opera di un grande autore americano, Milton Caniff, considerato il “Rembrandt del fumetto”uno dei più importanti e influenti artisti della storia mondiale dei comics, da cui anche Hugo Pratt ha preso ispirazione– che fra gli anni Trenta e Quaranta ha raccontato per immagini un mondo fatto di femmes fatales e avventurieri. Ma l’esposizione non costituisce solo un’occasione per conoscere un grande illustratore, dà modo, allo stesso tempo, di avvicinarsi a un periodo, quello a cavallo fra le due guerre, carico di suggestioni e di cambiamenti, in diversi campi, dal cinema alla moda, fino alla musica.

«La mostra su Milton Caniff – afferma Giulio De Vita, direttore artistico e fondatore del PAFF! – inaugura la serie di esposizioni dedicate ai maestri della storia del fumetto mondiale “Masters of Black and White” che porta per la prima volta in Italia tavole di grande valore e si integra nel progetto di creazione della collezione permanente sulla narrazione per immagini del Palazzo del Fumetto di Pordenone. Attraverso la visione delle strisce la mostra esplora i contesti sociali, culturali e storici nei quali queste sono state create, creando delle “finestre” su altre discipline artistiche, che hanno influenzato il lavoro dell’artista». “Desidero ringraziare l’Associazione Vastagamma APS – afferma l’Assessore regionale alla Cultura e allo Sport Tiziana Gibelli – perché in un periodo di grande incertezza ha avuto coraggio. La mostra virtuale organizzata nella sede del PAFF! sul grande maestro della storia del fumetto mondiale Milton Caniff, infatti, è l’esempio pratico di come, nonostante le limitazioni disposte per far fronte alla pandemia da COVID-19, la cultura non si è fermata e, anzi, continua ad essere trasmessa al grande pubblico utilizzando la tecnologia. Questa, come altre iniziative affini che si sono realizzate in regione sono di vitale importanza per due ordini di ragioni: da un lato danno una certa continuità al lavoro dei collaboratori del comparto, dall’altro consentono agli appassionati di poter godere del bello, perché la cultura rappresenta una parte essenziale della vita di ognuno di noi”. “A due anni dall’apertura – commenta il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani – il Palazzo Arti Fumetto Friuli è già un punto di riferimento culturale e artistico per la città. Grazie a PAFF!, al netto delle difficoltà legate al Covid, ora Villa Galvani e Galleria Pizzinato sono luoghi frequentati e pulsanti di iniziative culturali e artistiche per persone di tutte le età. È una scommessa vinta dai promotori, dall’Amministrazione comunale che ci ha creduto e lo ha sostenuto e dalla Regione con il suo determinante contributo. La pandemia non ferma del tutto la vitalità culturale della città e questa mostra, da godere tramite un magnifico tour virtuale, ne è la dimostrazione.”

L’esposizione delle 61 tavole dell’autore, infatti, danno anche l’opportunità di avvicinarsi ai tempi in cui Caniff visse, fornendo una chiave di lettura critica ma allo stesso tempo partecipata della società a cavallo fra le due guerre. Il grande autore di strisce è stato impegnato lungo il corso di tutta la sua produzione in una rappresentazione attenta in chiave espressiva del mondo che lo circondava, che interpretava in maniera minuziosa, a partire dagli abiti e dalle acconciature delle protagoniste femminili, per le quali Caniff si ispirava alle pagine di Vogue, fino all’uso di inquadrature cinematografiche dal basso, citando apertamente la cifra stilistica di registi rivoluzionari del suo tempo quali Orson Welles e Alfred Hitchcock.

La mostra, nel rispetto delle direttive in materia di prevenzione del contagio, è allestita negli spazi della storica Villa Galvani ed è fruibile on line in forma divirtual tour (www.paff.it) grazie a delle fotocamere, che permettono una visita a 360° e in alta definizione degli spazi espositivi. Protagonista del percorso è una collezione proveniente dalla Galleria 9éme Art di Parigi, esposta per la prima volta in Italia, con strisce come “Terry e i Pirati”, “Male Call”, “Dickie Dare” e “Steve Canyon”, che rappresentano un riferimento imprescindibile nella storia della narrazione per immagini e che hanno fatto sognare generazioni di lettori. Le preziose tavole, alcune delle quali raggiungono il valore di 100.000 euro, sono affiancate da contenuti di approfondimento a cura di Luca Raffaelli, con appendici tematiche multimediali su ambiti trasversali come il cinema, la musica e la moda del tempo.

Una rivoluzione per immagini: dal cinema di Orson Welles alla “regia” di Caniff. Il percorso espositivo presenta contenuti di approfondimento sul cinema di un periodo in cui una pietra miliare della storia della settima arte come “Quarto potere”di Orson Welles usciva nella sale, sovvertendo le regole del racconto filmico. Milton Caniff si dimostra ancora una volta un artista calato nel suo tempo e che della società, della cultura che vive, vuole riportare le immagini, le abitudini, le suggestioni e le trasformazioni. Così nelle strisce dell’autore sono presenti delle immagini con punti di vista inusuali per l’estetica del fumetto, che citano apertamente il grande regista e il suo uso di inquadrature fortemente angolate, mai usate prima di allora, con l’intento di restituire un racconto dinamico ed emotivamente coinvolgente. Per approfondire il rapporto dell’autore con il linguaggio filmico dei suoi tempi, la mostra mette a disposizione una serie di contenuti di approfondimento, che fanno addentrare il visitatore nei significati di queste scelte espressive di regia, attraverso un viaggio per immagini.

Gli anni Trenta e Quaranta attraverso la musica. Una narrazione che prosegue per restituire un quadro complesso e ricco di sfaccettature e che passa dalle immagini ai suoni, per raccontare un arco di tempo, nella società americana così come nella nostra, che è stato attraversato da profonde trasformazioni e ha visto nascere generi musicali di grande successo. È infatti, proprio fra gli anni tra le due guerre che gli Stati Uniti d’America vedono, grazie alla diffusione della radio, un’autentica esplosione di generi musicali e di contaminazioni che hanno segnato la storia della musica, come lo swing e il jazz. I contenuti di approfondimento di Cristian Carrara, direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, raccontano di questa stagione feconda della storia della musica. Inoltre una serie di puntate radiofoniche tematiche, trasmesse all’interno del canale radio del PAFF! e un programma di podcast creato dal dee-jay Zellaby offrono al pubblico una selezione di brani di musica d’epoca, spaziando dal blues allo swing e al bebop. I personaggi di Milton Caniff: una narrazione attraverso la storia della moda.  L’immaginario creato dall’autore racconta un’attenzione niente affatto comune per gli abiti e le mode dei suoi tempi e per l’aspetto fortemente espressivo che questi hanno nel rappresentare i differenti tipi umani, così Caniff nel corso di tutta la sua produzione, paga un continuo tributo al mondo del fashion, creando dei veri e propri “costumi di scena” per i suoi personaggi, che sono raccontati attraverso abiti fortemente caratterizzati e tipici del tempo. Il tema della moda e del suo potere comunicativo all’interno del percorso espositivo permettono di conoscere l’autore come interprete del suo tempo, di capire l’attualità delle sue opere, fortemente legate all’evoluzione dei costumi e del gusto popolare. Contenuti multimediali selezionati in collaborazione con il Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia permettono al visitatore di immergersi nelle atmosfere della moda degli anni Trenta e Quaranta e di cogliere i riferimenti ai modelli a cui il maestro americano si ispirava, presentando immagini e filmati di costumi e accessori d’epoca che restituiscono un’immagine di vita vissuta del periodo e circoscrivono, allo stesso tempo, il contesto in cui l’autore dava vita alle sue strisce a fumetti con un segno inconfondibile.

Il PAFF! Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone è la prima istituzione culturale in Italia e una delle pochissime in Europa che promuove la divulgazione dell’arte, della scienza e della storia attraverso lo strumento facilitatore del fumetto, che permette una comprensione immediata e divertente delle tematiche culturali. Tramite il linguaggio intuitivo e giocoso delle immagini, PAFF! propone esposizioni temporanee, corsi di formazione, percorsi ludico-didattici, eventi e conferenze per varie fasce di pubblico. Fondato nel 2018 da Giulio De Vita, insieme a un team di professionisti provenienti da esperienze in settori eterogenei, PAFF! utilizza lo strumento del fumetto per interagire in maniera creativa, smart e multidisciplinare con gli utenti e farli avvicinare in modo divertente alla cultura. Il museo PAFF! è gestito dall’Associazione Vastagamma APS e sostenuto dalla Regione Friuli-Venezia Giulia e dal Comune di Pordenone. Concepito inizialmente come progetto sperimentale, è oggi un’istituzione permanente che promuove la cultura, favorisce la formazione professionale, facilita lo scambio sociale e valorizza le risorse del territorio, grazie alla sua originalità e alla capacità, data dalle caratteristiche tipiche del fumetto, di coniugarsi con ambiti e tematiche anche molto distanti fra loro: l’arte, la scienza, le discipline sociali.

Carlo Franza

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