Il dipinto “Salvator Mundi” richiama il più famoso omonimo, di cui si sono perse le tracce negli ultimi 24 mesi e sul quale vi è ormai una vera e propria “spy-story” tra il Louvre ed Abu Dhabi. Il Cristo Benedicente  raffigurato in questa tavola conservata nella Sala degli Arredi Sacri del museo della Basilica di San Domenico Maggiore,  è tratto da un quadro recentemente attribuito a Leonardo da Vinci e venduto all’asta per 450 milioni di dollari, ora in una collezione privata ad Abu Dabi. Quello napoletano era sparito in tempi più recenti ma è stato ritrovato da poco. Si tratta di un dipinto di scuola leonardesca risalente al XV secolo e che richiama proprio il Salvator Mundi originale. L’autore è sconosciuto- si pensa per attribuzione a  Girolamo Alibrandi-, mentre è ben noto come arrivò a Napoli, ovvero quando Giovan Antonio Muscettola, esponente della famiglia partenopea e consigliere di Carlo V, lo acquistò durante una missione diplomatica, in qualità di ambasciatore alla corte papale, a Milano. Proprio nel capoluogo meneghino all’epoca vi era una forte scuola leonardesca che cercava di riprodurre lo stile del Maestro Da Vinci e con ogni probabilità fu qui che Muscettola lo vide e lo comprò. Portato a Napoli, vi è poi rimasto pressoché sempre nel corso dei secoli, tanto da subire pochissimi “danni” dovuti ai trasporti o alle intemperie. Era esposto, fino alla sua scomparsa, all’interno del Complesso monumentale di San Domenico Maggiore, dove riprenderà il suo posto nella Sala degli Arredi Sacri. Lo hanno trovato in una camera di un appartamento di via Strada Provinciale delle Brecce a Napoli. Il proprietario dell’appartamento, un napoletano di 36 anni senza precedenti, è stato rintracciato poco distante dall’abitazione e sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per ricettazione.

Del furto da tempo non si sapeva nulla.  Il quadro era conservato in una sala chiusa al pubblico da quasi un anno per il Covid. “Il dipinto è stato ritrovato  – ha spiegato il procuratore capo di Napoli Giovanni Melillo – grazie a una brillante e attenta operazione di polizia. Non c’era una denuncia in merito e infatti abbiamo contattato il Priore che non era a conoscenza della scomparsa, in quanto la sala dove è conservato il quadro non è aperta da tre mesi”.
Il dipinto era nel museo “Doma” della Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli ed è attribuito a Girolamo Alibrandi. Le forze dell’ordine ora stanno indagando per capire chi ha trafugato il quadro, soprattutto perché “nulla fa pensare -ha detto in Procuratore di Napoli  Giovanni Melillo- che sia stato necessario ricorrere a una effrazione o superare ostacoli”.

Carlo Franza

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