Il chiaro Mondo dei Beati di Elisàr Von Kupffer torna alla luce in Canton Ticino. Scene da Paradiso terrestre.
Con il restauro del dipinto circolare di Elisàr von Kupffer il complesso museale di Monte Verità, che nel XX Secolo fu rifugio di artisti, scrittori, filosofi, ballerinie oggetto di studio di Harald Szeemann, riapre al pubblico nella sua interezza. Un dipinto circolare di 9 metri composto da 16 tele con 84 nudi maschili immersi in un idilliaco paradiso terrestre rappresenta una testimonianza storica e artistica unica nel suo genere.
Ascona, 1 aprile 2021. Con la conclusione del restauro del Padiglione Elisarion – che insieme a Casa Anatta, Casa Selma e Casa dei russi compone il Complesso Museale di Monte Verità – il 1° aprile 2021 riapre completamente al pubblico questo luogo straordinario, che dalla sua fondazione ha ospitato alcune tra le personalità più straordinarie della cultura europea del secolo scorso. Il restauro conservativo dell’intero complesso, diretto dagli architetti Gabriele Geronzi e Carlo Zanetti, si conclude portando nuovamente alla luce il polittico di Elisàr von Kupffer Il chiaro mondo dei beati, grazie a un restauro realizzato da Petra Helm e Christian Marty, promosso da Fondazione Monte Verità e dall’Associazione Pro Elisarion, nata nel 2008 per salvaguardare l’opera di Elisàr von Kupffer e Eduard von Mayer. Il progetto, finanziato da Confederazione Svizzera, Repubblica e Cantone Ticino, Comune di Minusio, proprietario del dipinto, e da fondazioni private, permette oggi al pubblico di tornare ad ammirare un’opera pittorica che, come tutto il Complesso di Monte Verità, è un bene culturale sotto la tutela dell’Ufficio dei Beni Culturali del Canton Ticino che ha supervisionato l’intero processo di restauro.
Composto da 16 tele, Il chiaro mondo dei beati è un dipinto circolare scenico di quasi 9 metri di diametro. Realizzato sullo stile dei modelli romantici e preraffaeliti, presenta 84 nudi maschili immersi in un idilliaco paradiso terrestre, in 33 scene descritte in versi dallo stesso Elisàr von Kupffer. Nato in Estonia nel 1872, von Kupffer è stato pittore, poeta, storico e drammaturgo. Con il compagno Eduard von Mayer si stabilisce in Ticino dove fonda il Clarismo, un movimento filosofico-religioso orientato all’emancipazione sociale e sessuale. Tempio del Clarismo fu il Sanctuarium Artis Elisarion, costruito dalla coppia a Minusio, in cui venne collocato il dipinto circolare, visibile al termine di una sorta di percorso iniziatico che conduceva i visitatori dal “Mondo del Caos” al “Chiaro Mondo”. Alla morte di von Kupffer e di von Mayer l’immobile e il dipinto vennero lasciati al Comune di Minusio, con lo scopo di restare un luogo d’arte e di cultura. Il dipinto, rimosso dalla sua sede originaria nel 1977 in seguito a una ristrutturazione, 10 anni più tardi venne riscoperto da Harald Szeemann che lo inserì nell’esposizione itinerante Monte Verità. Le mammelle della veritàdedicata alla storia di questa comunità unica al mondo.
Dopo la mostra – esposta a Zurigo, a Berlino, Vienna e Monaco – nel parco del Monte Verità venne edificato, sulle fondamenta del solarium della vecchia colonia, l’edificio destinato a ospitare l’opera. Oggi il Padiglione Elisarion è parte integrante del Complesso Museale di Monte Verità,– insieme a Casa Anatta, con la permanente di Harald Szeemann e le capanne aria e luce, esempi delle prime abitazioni dei fondatori della colonia vegetariana – e ospita una mostra introduttiva a cura di Andreas Schwab.
Monte Verità | A cavallo fra Otto e Novecento il Ticino diventò destinazione privilegiata di un gruppo di solitari anticonvenzionali, che trovarono nella regione terreno fertile in cui piantare quei semi dell’utopia che non erano riusciti a coltivare a Nord. Il Ticino rappresentava per loro l’antitesi a un mondo industrializzato, un santuario per lo spirito. Dal 1900 in poi il Monte Monescia, sopra Ascona, fu polo di attrazione per chi cercava una vita alternativa, una terza via fra il blocco capitalista e quello comunista. I fondatori giunsero da ogni dove: Henry Oedenkoven da Anversa, la pianista Ida Hofmann dal Montenegro, l’artista Gusto Gräser e il fratello Karl Gräser dalla Transilvania. Uniti da un ideale comune, si insediarono sul Monte Monescia, che ribattezzarono Monte Verità. Vestiti con gli indumenti “della riforma”, lavorarono giardini e campi, costruirono capanne in legno rilassandosi con l’euritmia e bagni di sole. Adoravano la natura, predicandone la purezza e interpretandola simbolicamente come un’opera d’arte ultima. La loro organizzazione sociale si basava su un sistema cooperativo e autarchico, dediti a coltivare la mente, così come l’unità di corpo e anima. Frequentato nel tempo da teosofi, riformatori, anarchici, comunisti, socialdemocratici, psicoanalisti, scrittori, artisti ed emigrati di entrambe le guerre mondiali, il Monte vide approdare figure come Hermann Hesse o il coreografo Rudolf von Laban, le danzatrici Mary Wigman e Isadora Duncan, gli artisti Hugo Ball, Hans Arp, Marianne von Werefkin e Alexej von Jawlensky. Acquistato nel 1926 dal Barone von der Heydt, banchiere dell’ex imperatore Guglielmo II, il Monte visse una seconda straordinaria stagione culturale. La costruzione di un albergo in stile Bauhaus fu affidata all’architetto Emil Fahrenkamp, progettista dell’edificio Shell di Berlino. Grazie alla costruzione dell’albergo, molti maestri del Bauhaus abitarono la collina, come Gropius, Albers, Bayer, Breuer, Feiniger, Schlemmer, Schawinksy o Moholy-Nagy, tutti sedotti e affascinati dal magnetismo di un luogo dove – come disse Ise Gropius – “la nostra fronte sfiora il cielo…”.
Oggi Monte Verità è di proprietà del Cantone Ticino ed è gestito dall’omonima fondazione. Realtà poliedrica, dal 1989 è piattaforma congressuale del Politecnico di Zurigo, è un albergo e ristorante e un centro culturale. Il Complesso museale raccoglie Casa Anatta, con l’esposizione permanente Monte Verità. Le mammelle della verità di Harald Szeemann, il Padiglione Elisarion che ospita il dipinto circolare Il Chiaro mondo dei beati di Elisàr von Kupffer, Casa Selma e Casa dei russi, le prime abitazioni dei fondatori della colonia. Ogni anno viene proposto un calendario culturale con esposizioni e incontri dedicati ad arte, filosofia, letteratura e attualità.
Carlo Franza