Dall’analisi andamentale dei fallimenti negli ultimi 10 anni, in base ai dati Cerved, si può notare come, dopo un triennio di picco costituito nel periodo 2013-2014-2015, il 2019 aveva segnato un ennesimo periodo di riduzione attestandosi a 11.110 fallimenti. Il dato del 2020 risulta essere ridotto ma non può essere confrontato con gli anni precedenti per dei fattori in particolare:

  • sospensione delle attività dei Tribunali
  • blocco dei licenziamenti.

Sembra essere la quiete prima della tempesta.

Circa un terzo delle pmi opera nel campo del commercio, della ristorazione e del turismo, settori particolarmente colpiti dalla pandemia. Inoltre, almeno nel 40% delle imprese si accende un indicatore di criticità di crisi. Secondo una stima si prevede che nel 2022-2023 ci troveremo a dover affrontare una mole di aziende in crisi pari a circa 25.000 aziende, più del doppio dei fallimenti gestiti nel corso del 2019. Il dato deve comunque essere inquadrato nella situazione economica nazionale che vede una crescita del pil, nel 2021, tra il 4 e 4,5% mentre per il 2022 al 4,8%. Ma di cosa hanno bisogno oggi le PMI? La chiusura prolungata ha sicuramente danneggiato molte PMI sottocapitalizzate, anche se  economicamente molto valide, ed i vari contributi non hanno certo aiutato in maniera convinta le loro casse.

Per assicurare la loro ripresa occorre assicurare  loro una finanza di lungo periodo che permette di riavviare il volano economico delle proprie attività e ripartire con serenità, confortate dai dati macroeconomici diffusi dal Governo e da Bankitalia. Così come ha detto il Presidente Draghi, attraverso il “debito buono” occorre “scommettere sulla crescita”. Ed oggi il sistema bancario e ancor prima le garanzie dello stato devono mettersi al servizio delle pmi. Ma non basta. Occorre:

  • incentivare gli accorpamenti delle pmi (come ad esempio le reti d’impresa) per dare maggiore solidità e competitività •istituire voucher per la copertura dei costi di risanamento e ristrutturazione per la crisi da covid-19
  • snellire e velocizzare le procedure concorsuali di risanamento •“stimolare”l’ingresso di capitali in aziende in crisi in corso di risanamento per covid-19
  • finanziare principalmente il MADE IN ITALY. Ma è necessario anche porre dei correttivi per evitare un abuso di inventivi o di perdere il controllo e generare un effetto contrario attraverso:
  • Monitoraggio precoce delle imprese al fine di pianificare tempestivamente le misure di aiuto e, quindi, no alla proroga per l’approvazione dei bilanci di esercizio; •Eliminare le politiche di bilancio che non fanno emergere le perdite subite, quali calcolo degli ammortamenti;
  • Sospendere la normativa EBA che penalizza oltremodo gli sconfinamenti bancari e crea un blocco all’utilizzo degli affidamenti bancari;
  • Dare corso alla direttiva EU2019/1023 sulla crisi d’impresa che al punto 68 prevede: “per incoraggiare i nuovi prestatori (finanziatori- ndr ) ad assumereil rischio maggiore di investire in un debitore sano che versa in difficoltà finanziarie, potrebbero essere necessari ulteriori incentivi, ad esempio dare a tali finanziamenti la priorità almeno sui crediti non garantiti nelle successive procedure di insolvenza” LA DIRETTIVA DOVREBBE ESSERE ADOTTATA ENTRO IL 21.07.2021, MA E’ STATA CHIESTA UNA PROROGA DI UN ANNO, TUTTAVIA LA RACCOMANDAZIONE E’ CHIARA E PRESENTE.Ultima considerazione da tenere presente è che 500 miliardi di euro rappresentano i risparmi in eccesso accumulati dalle famiglie europee. In questa classifica gli italiani sono secondi con un valore che rappresenta il 4,9% del PIL. Sicuramente potranno rappresentare un ottimo investitore o finanziatore per il rilancio dell’economia italiana.Infine, l’impatto delle misure di contrasto al Covid hanno avuto effetti pesanti sull’occupazione. Nonostante gli ammortizzatori sociali covid e il blocco dei licenziamenti in un anno sono andati persi oltre 600 mila posti di lavoro e altri se ne perderanno. La crisi profonda cambierà per sempre la vita delle persone e l’economia vivrà importanti riorganizzazioni.Va gestita la transizione dal vecchio al nuovo, aprirsi a nuovi mercati, creare nuove competenze e per questo servirà un grande intervento sul lavoro.

Di questo se ne discuterà lunedì 19 aprile 2021 in un webinar dal titolo “Analizzare la crisi economica e sociale per creare opportunità”

l’On.IreneTinagli-economista,parlamentare europea

Stefano Binda–segretario generale CNA Lombardia

Alvise Biffi– vicepresidente piccola industria Confindustria

interverranno: Francesco Fedele–segretario MilanoPerCorsi

Mario Giaccone–Università degli Studi di To r i n o

Gaetano Lisi–Università Te l e m a t i c a eCampus

Fabrizio Garofoli–studio Morri Rossetti di Milano

Alberto Valcarenghi–commercialista in Cremona.

l’incontro sarà moderato da  Marcello Guadalupi presidente MilanoPerCorsi

L’appuntamento è per le ore17.00 sul canale 45 su www.canaleeuropa.tv

per info 3275477139–segreteria@milanopercorsi.it

Carlo Franza

 

 

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