Una mostra online… su  FB e Instagram(12 maggio 2021) di Nicola Salvatore, artista italiano tra i più osannati  della nostra contemporaneità.  Artista di chiara fama che vive il nostro tempo con un’attenzione forte e mirata ai temi più intriganti. Una mostra virtuale capace di unire con un filo rosso tutti i luoghi del mondo, avvolto com’è il suo lavoro in quell’intrigante   mondo del concettuale, dove la balena si fa mito, archetipo, strada veicolare del salvataggio del mondo e dell’ambiente intero. La balena racchiude così la filosofia del mondo, la sostanza  e la preziosità della sopravvivenza, la lezione forte per i potenti della terra, il simbolo sapienziale  che si fa crocivia della saggezza. Quella di Nicola Salvatore è la parte nobile  dell’arte contemporanea,  lascia vivere nel simbolo appuntato sulle lavagne  la salvaguardia del mondo, la lezione miracolosa che da Beuys e oltre, ha trovato  nell’idea  che si materializza  un’intellettualità forte, una creatività vera, una verità intima, folle,  storica. 

Mercoledì 12 maggio 2021 nel mondo virtuale verrà inaugurata una mostra personale come omaggio al maestro tedesco Joseph Beuys in occasione del centenario dalla nascita.L’idea di questo omaggio nasce dalla continua ammirazione di Salvatore verso il lavoro di Beuys, che conobbe negli anni Settanta in occasione di una sua mostra presso la galleria di Lucio Amelio a Napoli, incontro al quale farà seguito una cordiale corrispondenza. Molte sono le affinità tra i due artisti: prima di tutto il loro lavoro in difesa della natura, nonché l’attività di docenti presso le Accademie di Belle Arti: Beuys alla Kunstakademie di Dusseldorf, Salvatore all’Accademia di Brera di Milano, dove la didattica ebbe un grande ruolo nella vita d’insegnamento dei due artisti e da dove nasce  il lavoro delle lavagne che Salvatore presenta in questa mostra; tema questo forte e significante,  già evidente nel  “Fossile di Balena A.B.C.” esposta alla Quadriennale di Roma nel 1975. Alcuni slogan che Salvatore usa nel suo lavoro in difesa delle balene: raggiunto il punto del non ritorno- la follia di voler dominare la natura- sviluppo sostenibile-no caccia e spiaggiamento- coscienza ecologica- il canto del mare- i ghiacciai si sciolgono – alzamento delle temperature – stress termici- inquinamenti- cambio delle correnti.

 Breve antologia di testi dedicati alle balene di Salvatore. “Salvatore, che opera prevalentemente su fondo nero, con evocazioni assai scaltre di lavagne scolastiche scarabocchiate col gesso, ha adottato quale tema assolutamente privilegiato uno schema anatomico di balena, lo scheletro e i fanoni entro la sagoma dell’animale. Una tavola didattica da elementare libro di scienze naturali, di chiaro sapore pop, che fornisce il pretesto ad appunti, calcoli, misurazioni, riferentisi sempre alla balena, buttati giù con un senso grafico vivissimo, non ignaro del neodadaismo e, ancora a monte, della pittura d’azione. E in altri casi la balena, diviene, come ho già accennato, un pretesto concettuale, la sua sagoma venendo spezzata su pannelli separati o rappresentata in “serie”. Salvatore procede per una strada difficile, col rischio di impoverire il lato pittorico del suo lavoro a vantaggio di quello concettuale o viceversa. Ma per quanto ardua questa è una delle poche vie possibili oggi a chi non voglia rinunciare ai mezzi propri della pittura.”(Cesare Vivaldi 1973). “La balena avanzata, dunque, come reperto di un’iconografia che si perde nel buio dei millenni e, al tempo stesso, traccia, impronta e luogo dell’imma-ginario contemporaneo, luminosa figura che si fa largo nei bagliori, esibita da Salvatore quale novità di una creatività, ma anche come ulteriore mostro, di quelli che abitano le tenebre della psiche che il gesto, il colore, la forma fanno affiorare alla verità dello sguardo per liberarci dal loro terrore per sempre.(Massimo Bignardi 2004) “C’è un’immagine che mi sopravviene oggi alla vista di questo corpo ridotto alle ossa riproposto attraverso la scultura da Nicola Salvatore, quella dell’artista tedesco Joseph Beuys che nel suo unico viaggio in Islanda non perde l’occasione di farsi ritrarre (da Caroline Tisdall) nella “Whaling Station North di Reykjavik” mentre osserva, con tristezza melancolica, le carcasse degli enormi cetacei malamente arpionate dai pescatori. Si tratta dell’os-servazione di un mito, della sua struttura ridotta alle ossa, del suo corpo metallizzato ed esibito, di questo Nicola Salvatore

rende una storia, meno favolosa e letteraria, più crudele e reale, certamente infine comunica, l’urgenza del convivere e la necessità dell’arte e della creatività anche con (e per) le Balene.(Antonio d’Avossa 2008). “Così succede attraverso il mare… I grandi mammiferi marini “vagano” nelle acque passando dalle zone più profonde e buie alla superficie, dove c’è abbastanza luce per attivare la fotosintesi. In questo modo riesconoa portare nelle zona eufotica grandi quantità di fitoplancton e a nutrirle con le loro feci, ricchissime di ferro e di azoto, che spesso scarseggiano in superficie.”… L’artista, coscientemente ha il dovere di raccontare e di rappresentare la natura che lo ospita.(Andrej Mussa 2016). È emozionante l’omaggio che Nicola Salvatore rende a Joseph Beuys a cent’anni dalla sua nascita. Un omaggio forte nei contenuti e profondamente evocativo nella forma, impalpabile, della mostra virtuale. Sia Nicola Salvatore sia Joseph Beuys sono sempre stati mossi da un’urgenza precisa, che trapela in ogni loro gesto, in ogni singolo lavoro: l’urgenza di andare oltre la pelle delle cose, di non limitarsi a rappresentare il mondo in cui si immergo-no, ma di riportarne alla luce le contraddizioni, i bisogni nascosti, le viscere e gli scheletri, in “difesa della natura”, come diceva Beuys, e per “la follia di voler dominare la natura”, come ribadisce Salvatore. Un filo forte ha sempre legato questi due artisti nella realizzazione delle loro lavagne, mezzo arcaico che accoglie e presenta in tutt’uno il processo di comunicazione e condivisione: concentrarsi sul gesto artistico in un’attività intima e collettiva allo stesso tempo, in cui tutto diventa disegno – come auspicava Beuys – e in cui ogni tratto lascia di sé feticci, tracce rarefatte ma indelebili della propria presenza, del proprio riflettere sul mondo e del riflettersi nelle forze sottese della natura, segnata dal passaggio ingombrante dell’uomo – come evidenziano le lavagne di Nicola Salvatore. Processi di metamorfosi, in entrambi i casi, che parlano la lingua universale della sensibilità per il pianeta in cui viviamo, di spavento ed empatia, di responsabilità e gratitudine. Un omaggio che mai come oggi ha il sapore di un legame prezioso”.(Cecilia Liveriero Lavelli 29 aprile 2021)

Nicola Salvatore nasce a Casalbore (Av) nel 1951, vive e lavora tra Como e Marrakech.  E’ stato titolare di una cattedra di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Nicola Salvatore ha frequentato  l’Istituto d’arte di Salerno e l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Dopo l’esordio, crea, produce, riflette, esplora la materia e il colore in più di un centinaio di mostre personali con un energia e una curiosità insaziabili. Nel 1975 partecipa alla X Quadriennale di Roma. Trasferitosi a Como nel 1977 presenta le prime “Balene” all’istituto Oceanografico del Principato di Monaco e nel 1979 e 1980 è alla Colonna di Como. Nel 1982 è alla Pantha Arte di Como con la “Corrida” e alla Taide di Salerno. Nel 1984 è alla TransForm di Parigi e alla Giulia di Roma, alla Colonna di Como e alla Taide di Salerno, nel 1985 alla Avida Dollars di Milano in “Eclettica” al Comune di Capo d’Orlando e in “Dopo il Concettuale” al palazzo delle Albere di Trento e viene segnalato Bolaffi per la pittura. Nel 1987 realizza in questo periodo le pitture per la Parrocchiale di Ceraso. Con le “Donne” è nel 1989 alla Peipers/Kojen a New York. Nel 1991, dopo le personali a Villa Damiani di Marsala e a Exofficina a Mercato San Severino, presenta la serie “Nero d’ombra” all’hangar dell’Areo Club di Como e alla Cappella di Villa Rufolo di Ravello. Nel 1992 tiene una personale con opere su carta da R. Lietti a Como. Nel 1993 presenta alla Pinacoteca di Palazzo Volpi a Como una serie di nuove sculture. Approda a Milano con “Nuove opere” nel 1994 alla Galleria Arcadia Nuova. Nel 1996 colloca un’immensa scultura in ferro corten “Faro 1996” alta mt. 17,80 e un diametro di mt.1,96 nello svincolo autostradale della Piana di Lazzago (Co); nello stesso anno, presenta alla Galleria d’Arte Moderna – ex Chiesa di S. Anna – in San Marino una serie di sculture in ferro dal titolo “Canne d’Organo” e alla galleria Manuela Nanni di Milano “Le Ombre delle Ombre” propone una scultura e tecniche miste su tela e tavola. È di

quest’anno la nascita del progetto didattico “Trattoria da Salvatore” nell’aula 8 dell’Accademia di Brera Milano, sede della sua cattedra, un connubio inedito tra arte, cibo. Durante l’estate è presente a Portonovo del Conero e colloca, tra le palme del Grand Hotel di Tremezzo (Co), alcune sue sculture cilindriche. Nel 1999, e con una serie di grandi sculture “Ciclopica”, è presente nell’Orto Botanico di Brera a Milano. Nel 2000 presenta le sculture “Ferro di vulcani” nel Real bosco di Capodimonte a Napoli e durante l’estate presso l’ex convento di S. Michele ad Anacapri. A giugno del 2001, è a Villa Campolieto di Ercolano (Na) alla mostra “Insorgenze del Classico”, e nell’ex ospedale Soave di Codogno (Lo) a “Immagini italiane”, in luglio, è ad Alessandria con la personale “Tra due fiumi”, e partecipa a “Metallica” a Gorla Maggiore (VA); in novembre, presenta

“Antilogica” all’Ex-Ticosa di Como: due gigantesche sculture e alcuni dipinti di balene e a Sieti (Sa) è presente con l’installazione di una scultura-fontana in acciaio e rame. Nel 2002, è presente con una serie di disegni sulla motonave Whale IV dal titolo “Disegni dirotti” a Cape Breton (Canada) a cura di Ojia Liisa e a PeglioIntelvi (Co) alla Locanda del Notaio, installa la prima grande balena. Nella primavera del 2004 è presente ad Agliè (TO) a “Scultura internazionale” curata da L. Caramel, e a Milano con “Terre indiane” nello spazio Insolitamente. Nell’estate è a Baronissi (SA) con una serie di lavori sul tema dell’impronta nella galleria dei Frati del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea con una personale “I luoghi dell’impronta”. È in Portogallo, precisamente a Cascais, dove generosamente dona all’oceano l’anima della sua amata balena. In dicembre dello stesso anno, è a Ravello a Villa Rufolo per la mostra “Una terrazza sul Mediterraneo”. Nel 2005 partecipa alla XVI Edizione della Quadriennale nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e in Germania e a Dresda con una serie di lavori sulle balene. È tra gli artisti invitati a rappresentare l’Italia per l’Esposizione Universale ad Aichi in Giappone. Nel 2006 è invitato alla Biennale di Parigi con il progetto didattico Trattoria da Salvatore. Nel 2007 la mostra “Tecniche miste per il deserto” al Palazzo delle Stelline. Nel 2009 in occasione di MiART, con la galleria Antonio Battaglia, colloca nel progetto “Miraggi” una grande balena presso l’Università IULM di Milano. Dal 7 giugno al 22 novembre partecipa alla 53° Biennale di Venezia nell’ambito dell’evento collaterale “Detournement Venise”. Nel 2010 a Casablanca, nella storica Gal-leria V ise-Cadre inaugura la personale “Au Sud de mon Sud Passagne à Casablanca”. Nel 2011 tiene la personale “Approdi diversi” alla Galleria Battaglia a Milano. È presente alla 54° Biennale di Venezia partecipando alla mostra “Lo stato dell’arte Regione Campania”, a Pontecagnano Faiano (SA). Nel 2012 a Baronissi installa una grande scultura “Lucy in the sky with diamonds”, nel 2013 nel giardino di villa Olmo a Como espone sculture dai materiali diversi dal titolo Sotto il segno della Balena. Nel 2015 realizza per l’ospedale Sant’Anna di Como una scultura urbana “Un volo per la vita”, un grande elicottero in bronzo formato da 220 piccoli elicotteri, voluto dalla famiglia Ratti. Realizza in occasione della Cop 22 a Marrakech una scultura urbana Tra le due colonne rosse nel giardi-no dell’arte e installa all’idroscalo di Milano la scultura File Rouge. Nel 2017 in Irlanda colloca a Liscannor il monumento piu piccolo d’Irlanda, una piccolissima balena bianca. Nel 2018 installa nel Pavese, ad Arena Po, la scultura urbana a Filo di Po e a Ca’ del Monte presso l’Osservatorio Astrono-mico. Nelle edizioni del 2018 e 2019 di Orticolario a Cernobbio realizza un grande Carillon e Balene su seta nella villa Erba e nello studio di Piero Manzoni realizza una vetrata balena per Piero e sempre a Milano allo spazio Hajech è presente a Narrazioni. Nell’estate del 2020 alla ricerca della roccia nel bosco di Carbone performance per La Balena nella roccia e a Salerno nella chiesa dell’Addolorata partecipa a il Paesaggio e l’immaginario. Hanno scritto del suo lavoro: R. Bellini, M. Bignardi, C. Cerritelli, L. Caramel, L. Cavadini, L. Cherubini, E. Crispolti, G. Dorfles, A. D’Avossa, E. Diraddo, C. Liveriero Lavelli, F. Alfano Miglietti, L. Morandotti, A. P. Fiorillo, A. Fiz, C. Franza, F. Gualdoni, V. Guarracino, M. Meneguzzo, L. Parmesani, F. Poli, R. Sanesi, E. Sanguineti, V. Tassinari, T. Trini, G. Verzotti, C. Vivaldi e altri…

Carlo Franza

 

Tag: , , , , ,