Uno straordinario viaggio alla scoperta dell’affascinante storia  delle grottesche e delle opere di Raffaello nella residenza di Nerone,  tra installazioni interattive e sonore con un allestimento immersivo  realizzato in stretto dialogo con lo spazio architettonico e i visitatori. Rivivere lo stupore dei grandi pittori rinascimentali – fra cui Pintoricchio, Filippino Lippi e Signorelli – che si calarono a lume di torcia all’interno della Domus Aurea scoprendo le grottesche, immedesimarsi in Raffaello attraverso i suoi primi studi di queste antiche decorazioni parietali, ritrovarsi al cospetto del leggendario Laocoonte nell’oscurità di un suggestivo ambiente sotterraneo: sono solo alcune delle emozioni che il pubblico potrà provare grazie all’esperienza multisensoriale digitale progettata ad hoc dallo studio Dotdotdot per “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche” in programma a Roma fino  al 7 gennaio 2022. Realizzata in occasione del cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio, la mostra – a cura di Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio – è promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa.

Il percorso espositivo multimediale mette in scena la ricerca artistica e le storie contestualizzate all’interno del padiglione neroniano, attraverso sei installazioni e un progetto di narrazione visiva e sonora che si sviluppa attraverso un’esperienza multisensoriale, poetica ed evocativa dedicata al tema delle grottesche, a partire dall’apice della loro interpretazione magistrale con Raffaello fino alla successiva diffusione nel mondo.

La celebre dimora di Nerone riapre le sue porte al pubblico con un allestimento immersivo concepito e realizzato dallo studio Dotdotdot – nato a Milano nel 2004, tra i primi in Italia a operare nell’ambito dell’Interaction Design – con l’obiettivo di raccontare in modo inedito le opere e le antiche vicende legate alla pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria Domus Aurea. La loro scoperta avvenne intorno al 1480 ad opera di alcuni pittori – tra i quali Pintoricchio, Filippino Lippi e Signorelli – che per primi si calarono a lume di torce nelle cavità del colle Oppio per ammirare decorazioni pittoriche di antichi ambienti romani, fino all’arrivo di Raffaello che comprese a fondo la logica dei sistemi decorativi della residenza neroniana, riproponendoli in numerosi capolavori, per la prima volta svelati al pubblico attraverso le potenzialità del digitale.

“La mostra diviene rappresentazione della ricerca scientifica, delle scelte curatoriali e narrative che stanno alla base del percorso espositivo – dichiara Laura Dellamotta, co-founder e General Manager di Dotdotdot – “Il sapiente utilizzo del multimediale consente di raccontare storie e vicende per creare ponti concettuali e di contenuto tra capitoli tematici apparentemente distanti e in un lasso temporale ampio. Nonostante la complessità tecnica dell’allestimento, non è su questo che è importante soffermarsi, quanto invece sull’esperienza inedita, personale e formativa di contenuti storico-artistici eterogenei e prevalentemente non accessibili, messi in scena solo grazie al digitale.

Il pubblico avrà la possibilità di immergersi in affascinanti storie – come ad esempio il ritrovamento del gruppo scultoreo del Laocoonte, il progetto di Nerone per la Sala Ottagona, l’espandersi delle decorazioni a grottesche in tutta Europa fino alla loro influenza sulle opere di grandi artisti del Novecento – per vivere un’esperienza di visita sensoriale unica, dove emozione, sorpresa e curiosità porteranno il visitatore ad apprendere in modo innovativo e memorabile la molteplicità dei contenuti che si celano nella vicenda di Raffaello e la Domus Aurea.

Nelle diverse sale il progetto allestitivo si sviluppa su grandi velari ed elementi ad arco che richiamano gli “sfondati” rinascimentali. Le proiezioni digitali coinvolgono a tutta altezza i muri antichi, alla ricerca del dialogo tra la matericità dell’architettura storica e l’immaterialità della tecnologia contemporanea.

Lungo il percorso il linguaggio multimediale, alla cui resa estetica è stata dedicata una particolare attenzione, si arricchisce grazie ad uno speciale progetto di Sound Design ideato e realizzato da Dotdotdot attraverso un’approfondita ricerca storica sulla musica dell’Antica Roma e sulle melodie proprie del Rinascimento, periodo della riscoperta della Domus Aurea. La colonna sonora della visita è composta ed eseguita in tempo reale con tool digitali di musica generativa che evocano suoni di strumenti del passato – quali oboe, flauti, trombe e organi – e scale musicali proprie dell’epoca antica. Il risultato è un paesaggio sonoro armonico con melodie classiche, dove anche il silenzio diventa un importante elemento narrativo.

 Sala Ottagona: immagini astrologiche

Nella prima e spettacolare Sala Ottagona il visitatore è accolto da un videomapping emozionale sulla cupola. Sebbene probabilmente non sia questa la coenatio rotunda, le videoproiezioni ruotano sulla superficie con un suggestivo cielo stellato che si anima tra costellazioni, stelle cadenti e petali di rosa. Il visitatore può sdraiarsi su una seduta circolare per contemplare la spettacolarità dello spazio e della scultura dell’Atlante Farnese – eccezionale prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli – posto al centro, godendo del sottofondo musicale caratterizzato da suoni siderali, voci magiche, canti di muse e spiritelli. A orari stabiliti, il videomapping si dissolve mentre gli effetti di luce naturale dall’oculo centrale simulano il passaggio dal giorno alla notte.

Prima sala radiale: la scoperta della Domus Aurea e delle grottesche

Proseguendo la visita negli ambienti che circondano la Sala Ottagona, il pubblico avrà la possibilità di vivere in prima persona l’emozione della scoperta delle grottesche da parte di Raffaello e i pittori suoi contemporanei grazie ad un’installazione interattiva che, attraverso il movimento del corpo dei visitatori, simulerà il riverbero della fiamma delle torce svelando i contenuti video proiettati direttamente sulle pareti della Domus Aurea, proprio come i pittori scoprirono le decorazioni della residenza neroniana nel buio della volta ipogea. Rumori cavernosi, riverberi, sussurri, gocce d’acqua e pietre che rotolano, contribuiranno ad accrescere il potenziale evocativo. Non solo, il suono accompagnerà anche le interazioni dei visitatori.

Seconda sala radiale: Raffaello, studio e interpretazione delle grottesche

Le decorazioni “grottesche” sono dette anche “alla raffaellesca” per la reinterpretazione magistrale di Raffaello. Un trittico animato, dinamico e immersivo ricostruisce nelle nicchie naturali della Domus Aurea la Stufetta del Cardinal Bibbiena, il minuscolo bagno privato dell’appartamento cardinalizio realizzato nel 1516 su disegno di Raffaello nel Palazzo Apostolico di Città del Vaticano e non visibile al pubblico. In parallelo, la video proiezione ne rivela l’impianto architettonico, una selezione degli elementi decorativi, isolandoli e ingrandendoli in modo da far percepire la complessità e la dovizia dei particolari delle grottesche, al fine di godere di dettagli altrimenti non percepibili.

Terza sala radiale: il Laocoonte e la Domus Aurea

La terza sala radiale è dedicata invece alla memorabile scoperta del Laocoonte, il gruppo scultoreo rinvenuto nel 1506 in un ambiente sotterraneo, che si trovava nella stessa area del palazzo neroniano. Una proiezione video mostrerà le innumerevoli interpretazioni del Laocoonte che dal Cinquecento a oggi si sono susseguite attraverso una performance emozionale tra giochi di luce, ombra e musica che sottolineerà i dettagli in maniera “drammatica” e quasi teatrale.  In questa sala viene inoltre evocato il ninfeo presente nella Domus Aurea attraverso proiezione e suoni che richiamano lo scorrere d’acqua al fine di evocare la natura scenografica e l’importanza dell’acqua negli ambienti del palazzo di Nerone.

Quarta sala radiale: la diffusione delle grottesche

La quarta sezione racconta la diffusione delle grottesche nel mondo, dal ‘500 all’800.

Il visitatore può navigare nella timeline temporale proiettata sul velario e selezionare alcuni approfondimenti di contenuto che mostrano le grottesche all’interno degli edifici più paradigmatici nel mondo. Una visualizzazione della longitudine e latitudine corrispondenti al sito, conferisce la localizzazione dell’edificio in oggetto, del quale il visitatore può vedere, zoomando, le sale affrescate.

Quinta sala radiale: ritorni novecenteschi

L’ultima sala è infine dedicata al fascino onirico e decorativo delle grottesche sugli artisti del Novecento, in particolare sui principali esponenti del Surrealismo quali Victor Brauner, Salvador Dalì, Max Ernst, Joan Miró e Yves Tanguy. Una grande sfera fuori scala, dal sapore volutamente surreale, permette ai visitatori di giocare al “Cadavere Squisito” per comporre la propria grottesca attraverso quattro ghiere ruotabili. Grazie ad un’associazione formale o tematica operata dal software, la grottesca creata si dissolve nell’opera di un artista novecentesco. Il richiamo non vuole essere didascalico, quanto un espediente per raccontare, in modo divertente e interattivo, l’anima intrinseca della grottesca, ovvero la libera composizione di immagini suggestive, oniriche e ricche di dettagli.

Il progetto di sound design

Ad arricchire l’esperienza è uno speciale storytelling sonoro realizzato in sincronia con il progetto visivo e interattivo. Il sottofondo musicale si arricchisce infatti di suoni e rumori che enfatizzano i contenuti e le caratteristiche architettoniche di ogni sala: canti di muse, spiritelli e voci magiche accompagnano le videoproiezioni della volta celeste, mentre rumori cavernosi, riverberi, sussurri, gocce d’acqua e pietre che rotolano in lontananza contribuiscono ad accrescere il potenziale evocativo del palazzo neroniano. Proiezioni video e suono si fondono in una suggestiva performance di luci e ombre che ogni 30 minuti simula il passaggio tra giorno e notte, smaterializzando l’allestimento e rivelando la bellezza scenografica e architettonica della Domus Aurea. Non solo, il suono accompagna anche le interazioni dei visitatori: all’aumentare della presenza delle persone nella sala dedicata alla scoperta delle grottesche aumentano bisbigli e sussurri, mentre all’avvicinarsi al muro video proiettato – che si anima con la presenza, si riducono i rumori di fondo come gocciolii o ululare del vento.

Dotdotdot – We design innovative human experiences

Dotdotdot è uno studio di progettazione multidisciplinare nato a Milano nel 2004, tra i primi in Italia a operare nell’ambito dell’Interaction Design. Dotdotdot è specializzato in Exhibition e Interaction Design — nella progettazione di percorsi museali, Corporate Experience, mostre multimediali temporanee e permanenti. Nel corso degli anni ha consolidato competenza ed esperienza nello sviluppo di strategie digitali e nella progettazione di sistemi digitali integrati custom per aziende, musei, archivi storici, ambienti lavorativi, strutture sanitarie, e più in generale progetti dedicati allo Smart Living. Ricerca e innovazione tecnologica sono alla base di tutti i suoi progetti. Dotdotdot progetta spazi narrativi e dà forma, con un approccio User Centered, al modo in cui le persone e le tecnologie interagiscono tra loro, in un continuum tra spazio fisico e digitale. Fondato da 4 soci — Laura Dellamotta (architetto), Giovanna Gardi (architetto), Alessandro Masserdotti (filosofo e interaction designer) e Fabrizio Pignoloni (designer), Dotdotdot oggi conta un team di oltre 20 persone con profili eterogenei che spaziano da architetti, designer, interaction designer, sviluppatori, ingegneri, sound designer ed esperti di storytelling e design strategy, in grado di gestire la complessità a 360°.

Carlo Franza

 

 

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