Circa due mesi fa, venerdì 11 giugno 2021, l’anniversario dei 150 anni dalla nascita di Erminia Vittoria Galli (11 giugno 1871), che con il marito Alessandro Contini Bonacossi, eclettico collezionista e mecenate cosmopolita, dal 1931 abitò l’elegante residenza di proprietà Villa Vittoria a Firenze (oggi sede del Palazzo dei Congressi) che prende il suo nome. Fu lei, Donna Vittoria, estroversa e conviviale, che affiancò il conte Alessandro nell’acquisto di opere d’arte contribuendo alla nascita di una delle collezioni più ricche e prestigiose del Novecento, con capolavori riconducibili ai grandi maestri del passato come Botticelli, Pier della Francesca, Raffaello, i della Robbia, Tiziano, Tintoretto, Paolo Veronese e a artisti contemporanei: da De Chirico a Carrà, da Sironi a Rosai, da Armando Spadini a Primo Conti, Ardengo Soffici, Marino Marini, Achille Funi, Arturo Martini e Romano Romanelli. Per rendere omaggio a Vittoria Galli, Firenze Fiera insieme alla Galleria degli Uffizi sta organizzando un evento che culminerà il 18 novembre 2021 con una giornata di studi/convegno su “Villa Vittoria e i suoi capolavori. Storia di Alessandro e Vittoria Contini Bonacossi” e, nei giorni seguenti, dal 19 al 21 novembre 2021, con visite guidate alla Collezione Contini Bonacossi ospitata agli Uffizi e alle Sale monumentali di Villa Vittoria. L’iniziativa (accolta favorevolmente anche dalla famiglia Contini Bonacossi, che si è resa disponibile alla partecipazione) sarà anche l’occasione per ricordare, a 130 anni dalla nascita, Gio Ponti il celebre architetto e designer, nato a Milano il 18 novembre 1891, al quale

Alessandro e Vittoria affidarono il prestigioso incarico di progettare e disegnare parte degli arredi del loro appartamento situato all’ultimo piano, molti dei quali ancora si conservano e ammirano all’interno del palazzo. “Villa Vittoria – annotava nel 1995 Federico Zeri – era un capolavoro dell’arredamento italiano del ‘900 e furono quelle scrivanie, quelle sedie, quelle porte, quelle librerie (arredi eseguiti da abilissimi ebanisti e bronzisti) ad aprirmi gli occhi sull’eccezionale qualità di invenzione di stile e di esecuzione che ha caratterizzato l’architettura e l’artigianato italiano fra la fine degli anni ’20 ed il decennio successivo”. “E’ per noi motivo di orgoglio e soddisfazione rendere omaggio a Vittoria Galli e Gio Ponti che hanno avuto il merito di

aggiungere fascino, cultura e bellezza ai nostri spazi – dichiara Lorenzo Becattini, presidente di Firenze Fiera – “La collaborazione con gli Uffizi va nella direzione avviata dalla nuova governance di Firenze Fiera che punta ad una sempre maggior interazione con la città e il suo territorio, facendosi promotrice di iniziative culturali che garantiscano la continuità della memoria storica delle nostre sedi e favoriscano l’aggregazione fra le molteplici e diverse realtà istituzionali, economiche e culturali in un confronto sempre vivo e stimolante”. “Le Gallerie degli Uffizi escono ancora una volta dalle mura del museo – aggiunge il direttore Eike Schmidt – queste iniziative per celebrare Giò Ponti e Vittoria Galli Contini ci danno occasione per puntare i riflettori su una grande donna del passato e sulla voce italiana del design nell’ambito delle arti”. Tra le collezioni private fiorentine, va indubbiamente ricordata quella all’interno della Villa Vittoria dei Contini Bonacossi, dove si trovava un altro significativo nucleo di sculture di Martini, tra le quali la Donna al sole, premiata alla Quadriennale di Roma del 1931. L’ingresso di opere di Martini nella raccolta dei Contini Bonacossi, resa nota attraverso le fotografie pubblicate su “Domus” nel 1933, rappresentava il naturale esito del sodalizio che aveva legato lo scultore con il poeta Roberto Papi, genero dei collezionisti, del quale Martini era stato ospite all’inizio del 1931, ma anche della mostra personale con Primo Conti, alla galleria Bellini in Palazzo Spini Feroni. L’ingresso di quattro opere nella raccolta che i Contini Bonacossi stavano allestendo a Villa Vittoria (come La moglie del marinaio, oggi in collezione privata, e L’ospitalità, concessa in prestito dal FAI) confermava l’interesse dei collezionisti per Martini.

Carlo Franza

 

 

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