La mostra Capa in color presenta, per la prima volta in Italia, gli scatti a colori di Robert Capa, fotografo di fama mondiale. Internazionalmente noto come maestro della fotografia in bianco e nero, lavorò regolarmente con pellicole a colori dal 1941 fino alla morte, nel 1954.

Capa in color
   in mostra alle Gallerie Estensi   di Modena visitabile fino al 13 febbraio 2022  offre la possibilità unica di esplorare il forte e decennale legame del maestro con la fotografia a colori, attraverso un affascinante percorso che illustra la società nel secondo dopoguerra. L’esposizione mostra oltre 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate. Della produzione di Robert Capa sono molto noti i reportage della seconda guerra mondiale, le poche immagini a colori ritraggono soprattutto le truppe americane e il corpo francese a cammello in Tunisia, nel 1943. Dopo il secondo conflitto mondiale, l’attività di Capa si orientò esclusivamente verso l’uso di pellicole a colori, soprattutto per fotografie destinate alle riviste dell’epoca come Holiday e Ladies’HomeJournal (USA), Illustrated (UK), Epoca (Italia), un interessante ritratto dell’alta società, dalle stazioni sciistiche delle Alpi alle affascinanti spiagge francesi, dalle fotografie di moda, lungo la Senna ai set cinematografici con Ingrid Bergman, Orson Welles e John Huston.

“Penso – dice la direttrice delle Gallerie Estensi Martina Bagnoli – che questa esposizione sorprenderà quanti conoscono un Capa e ne vedranno un altro, visto che lui iniziò a usare il colore già nel 1938. Queste immagini sono glamour, molto immediate, consapevoli”. La rassegna, curata da Cynthia Young con opere conservate presso il Centro internazionale di fotografia di New York, è stata organizzata da Ares e quella di Modena è la seconda sede dopo la ’prima’ dello scorso autunno ai Musei reali di Torino. “Le casse con queste preziose foto – specifica l’organizzatore Edoardo Accattino – erano già alla dogana per ritornare negli Usa quando abbiamo deciso di esporle a Modena. Sono molto felice di ciò e non saremmo riusciti nell’intento senza il lavoro di tutti visto che in due mesi abbiamo risolto ogni problema. Abbiamo anche lettere del fotografo, autore di importanti articoli”. In una missiva si legge che nel 1938 Capa scrisse dalla Cina a New York per avere di fretta dei rullini Kodachrome: da qui si comprende la sua ’febbre’ per il colore. Lo si vede nelle tante foto di divi come Picasso o Ava Gadner ed Hemingway, oppure della guerra che ’ritratta’ a colori richiama altri aspetti del suo tema prediletto, fino a quelle legate a set cinematografici di Orson Welles e Roberto Rossellini. Da non perdere questa mostra, e un aspetto importante, è rappresentato dall’ultima sezione nella quale sono presenti le immagini ritrovate nel rullino della macchina che l’autore stava utilizzando quando, nel 1954, posò il piede su una mina durante la guerra di Indocina. La mostra esempla bene  l’uomo, il grande fotografo, ma anche  il mito che era già iniziato e si era espanso nel mondo intero.

Carlo Franza

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