La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, il Comune di Montecarotto e il Comune di Trecastelli rendono omaggio alla poliedrica personalità artistica di Magdalo Mussio con una serie di mostre che indagano le diverse sfaccettature della sua attività artistica. Il progetto espositivo, prende forma nelle sale di Palazzo Bisaccioni a Jesi fino al 5 dicembre 2021 con la mostra “Magdalo Mussio. Il punto e la virgola”, si completa con le due mostre programmate presso il Museo della Mail Art di Montecarotto, dove si dà particolare risalto al suo lavoro editoriale, e presso il Museo Nori De’ Nobili di Trecastelli in cui ci si occupa, invece, della sperimentazione nel cinema d’animazione. Il progetto è curato da Paola Ballesi, Stefano Schiavoni e Stefano Verri.  Il progetto espositivo Il punto e la virgola dedicato a Magdalo Mussio, vuole far conoscere tutta la sua ampia attività, non in senso antologico, ma attraverso un racconto per immagini che possa metterne in risalto la multimedialità del tutto analogica che la caratterizza.

La prima delle tre mostre allestita a Palazzo Bisaccioni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, e realizzata grazie alla generosità di Emma Bellavita, Carlotta e Camilla Mussio, presenta una trentina di pezzi provenienti dall’archivio privato della famiglia, molti dei quali inediti, e una grande opera della collezione Lucinato, che testimoniano i diversi filoni di ricerca che Mussio ha intrapreso nel corso della sua lunga carriera. Sono quindi presenti dipinti legati alle esperienze verbo-visive: dalle caratteristiche colonne di numeri ai pensieri, alle poesie inframmezzate da giochi grafici, simboli e disegni, dalle opere che rappresentano il tema della porta e del passaggio, così caro al maestro, fino a un ristretto, raro e prezioso nucleo di opere in cui l’azione artistica si esplicita nella definizione di uno spazio tipografico attraverso dei piccoli riquadri bianchi.

Le altre due esposizioni, in programma tra l’inverno 2021 e la primavera 2022, saranno allestite presso il Museo della Mail Art di Montecarotto, noto per la specificità della sua raccolta, e a Trescastelli, sotto l’egida del Museo Nori De’ Nobili. A Montecarotto protagonista della mostra sarà il bianco, il vuoto, lo spazio tipografico: verranno presentati i lavori più prettamente editoriali e soprattutto i libri d’artista, pezzi unici a volte composti di soli due fogli in cui, su dimensioni minute, diventa evidente la calibrazione di ogni segno scritto. In questa seconda esposizione verrà presentata anche una sezione dedicata alle edizioni che Mussio ha curato in veste di art director.

Al Museo Nori De’ Nobili verranno invece presentati i lavori legati alla scenografia e al cortometraggio di animazione, accompagnati da incisioni, bozzetti preparatori e disegni legati a questo mondo, con anche apparati scenografici originali. L’esperienza delle tre mostre verrà raccolta in un catalogo pensato nella forma del libro di piccole dimensioni per rendere omaggio all’ampia ricerca grafica e tipografica dell’artista. Magdalo Mussio (Volterra, 1925 – Civitanova, 2006), uno dei principali esponenti dell’arte verbo-visuale e personalità artistica tra le più interessanti dell’avanguardia italiana del Dopoguerra, in oltre mezzo secolo di attività ha dato un contributo fondamentale a diversi campi della produzione artistica, abbracciando disegno, grafica, poesia, pittura, scenografia, arte tipografica e tecnica cinematografica e affiancando al suo impegno artistico quello di insegnante, grafico e redattore. Vicino al Gruppo 63, la sua esperienza grafica e editoriale si consolida grazie al doppio ruolo di grafico e di editor per Marcatrè e Marcalibri – attività che da un lato lo mette in contatto con la migliore classe intellettuale del periodo, e dall’altra gli dà la possibilità di confrontarsi con le opportunità creative della stampa tipografica – e poi, nel decennio successivo, con la collaborazione con le edizioni della Nuova Foglio Editrice di Pollenza. Nello stesso periodo inizia l’attività di insegnamento, negli anni difficili della contestazione, presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Alcuni dei suoi cortometraggi animati sono di questi anni, tra cui Umanomeno (1973), vincitore del Nastro d’Argento. Nel frattempo, non abbandona mai la sua produzione artistica vera e propria, per la maggior parte su tela e su carta con tecnica mista, – con l’utilizzo di materiali anche inediti come lacerti di fotografie e di fotocopie – dove le scritture tipografiche, i segni, e i numeri si alternano a grandi campiture di colore bianco.

 

Magdalo Mussio (Volterra, 1925 – Civitanova, 2006) è stato uno dei principali esponenti dell’arte verbovisuale. Oltre all’attività artistica ha operato nel campo del teatro, del cinema, dell’insegnamento, affiancandovi collaborazioni editoriali in veste di grafico e redattore. Nato a Volterra, si forma all’Accademia di Belle Arti e Architettura di Firenze. Viaggia molto e in Canada affianca Norman Mc Laren per il National Film Board di Montreal. Fatto ritorno in Italia, nel 1963 viene nominato redattore responsabile di “Marcatrè” (a Milano, per Lerici edizioni), periodico al quale collaborerà tutta la migliore classe intellettuale del periodo. L’artista si occupa della direzione ma anche della grafica, proponendo soluzioni sempre originali e riconoscibilissime. Intanto realizza i suoi primi lavori su tavola e su carta, dove le scritture sono già pregne di segni alternati a grandi campiture di colore bianco. Alla scrittura tipografica si aggiunge qui quella chirografica con lettere, scarabocchi e numeri che comunicano “per illuminazioni improvvise” (A. Signorini). Alla fine degli anni Sessanta si chiude l’esperienza con Marcatrè. Si trasferisce a Macerata e diviene redattore per la casa editrice La Nuova Foglio. Alcuni dei suoi cortometraggi animati – o “grafica animata”, come la chiamava lui – sono di questi anni, tra cui Umanomeno (probabilmente risalente al 1973), vincitore del Nastro d’Argento. Nei suoi film storie e personaggi trasportano lo spettatore in un mondo fiabesco e surreale aperto a diverse possibilità interpretative. Nel frattempo insegna all’Accademia di Belle Arti di Macerata e nel 1975 si trasferisce a Pollenza, dove continua la sua produzione su tela e su carta sempre utilizzando tecnica mista, compreso il collage. Dagli anni Ottanta intensifica questo tipo di produzione che diviene “intermediale” (M. Vescovo): utilizza materiali inediti, lacerti di fotografie, di fotocopie, frammenti che gli permettano di inserire la quotidianità nelle sue opere costruendo una memoria non storica o collettiva, ma personale. Tali interventi, che abbracciano poesia, pittura, musica, arte tipografica e tecnica cinematografica, proseguiranno costantemente sino alla sua morte, sopraggiunta nel 2006. Mussio attraverso la sua vasta e instancabile produzione artistica ha voluto consegnarci le mappe dei suoi “itinerari mentali, dei suoi erramenti, delle sue ansie” (A. Signorini). A noi non resta che leggere il suo linguaggio, non per decifrarlo ma per accoglierlo e, proprio attraverso di esso, attivare la nostra immaginazione. La mostra vuole rendere omaggio alla complessità dell’artista. Saranno esposte carte e tavole realizzate dagli anni Sessanta agli anni Ottanta e proiettati i film: Il potere del drago (1971), Il reale dissoluto(1972),  Umanomeno (prob. 1973). Una sezione, inoltre, sarà dedicata all’attività editoriale.

Carlo Franza

 

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