Inaugurata al Circolo degli Esteri di Roma la mostra di Primo Formenti dal titolo “Disseminazioni  nello spazio”. Presenti illustri personalità dello Stato, Ambasciatori di chiara fama (il Presidente del Circolo Esteri Ministro Plenipotenziario Luigi Maria Vignali, e gli Ambasciatori Umberto Vattani  e Gaetano Cortese. Presente anche l’Ambasciatore Stefano Baldi dell’OSCE di Vienna. Hanno onorato la mostra e l’artista anche un pubblico raffinato, galleristi come Stefano Ravagnan di Venezia, e persino collezionisti venuti da Palazzolo Sull’Oglio nel bresciano sede dello studio dell’artista.  La mostra da me voluta fa parte di “MONDI” un progetto appositamente ideato per il Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri  di Roma  nel  ventennale della Collezione Farnesina di Arte Contemporanea. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si campiona  ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato  ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo, mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di costellazione, una specie di arcipelago di  singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono un continente unico di pensiero, ma  lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto da me, che si vuole indicare e sorreggere un’ Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell’eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi nel clima di abitare stili  e forme storicizzate, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l’arte  si vogliono  aprire finestre sul mondo, con l’arte si vogliono aprire stagioni eroiche, con l’arte si vuole inaugurare una nuova civiltà. Con “MONDI” (2020-2021) si porgono dodici  mostre personali di dodici  artisti contemporanei, taluni  di chiara fama; questa mostra dal titolo “Disseminazioni nello spazio” è la quinta del nuovo percorso, ed è già una novità in quanto si veicolano a Roma  nomi dell’arte contemporanea di significativo rilievo, che evidenziano e mettono in luce gli svolgimenti più intriganti del fare arte nel terzo millennio.

Entriamo nel merito di questa mostra che vive anche  i festeggiamenti dell’85mo  di fondazione del Circolo del Ministero degli Esteri a Roma. “La mostra presenta un’ampia selezione di lavori che ripercorrono la vicenda artistica di Primo Formenti, a partire dagli anni Novanta del Novecento  fino a oggi; il Circolo Esteri di Roma  celebra la carriera di  Primo Formenti  (Palazzolo 1941). Il percorso espositivo si sviluppa con alcuni importanti esempi degli anni Novanta del Novecento, per proseguire cronologicamente fino alle opere più recenti, che tendono a prevedere una sorta di misurazione dello spazio, con una serie di opere disseminate in più posizioni,  che  si concedono anche  a grandi formati e a una varietà di colori. Un’antologica che ripercorre anni di carriera  e intende ribadire il ruolo di Formenti  nell’ambito delle più interessanti ricerche degli anni  Ottanta a Milano, e pone l’attenzione sul suo intero iter creativo attraverso alcune opere particolarmente rappresentative. La sua attività si discosta per un’attenzione al dato di superficie inteso quale campo sensoriale, ben lontano da un’impostazione meramente oggettuale e positivistica della tela,  all’indagine puramente bidimensionale, l’artista risponde con il perfezionamento del luogo della pittura che diviene tridimensionale, inizialmente con applicazioni sulla tela di elementi a rilievo e poi con l’estroflessione che segna il primo passo verso una sorta di pittura-oggetto, attraverso una ideale dialettica tra le spinte di una struttura interna e le forme volte all’esterno. Primo Formenti  pone l’accento sull’oggettualità dell’arte-esperienza, rivendicando l’aspetto principe della sua ricerca, la Pittura-Oggetto, legata a un linguaggio nuovo, a un’idea di spazio nuova,  progettualità iniziata  con Piero Manzoni, Enrico Castellani e Lucio Fontana; per Formenti  lo spazio non si limita alla tela, ne oltrepassa i confini, forzandoli, l’opera in espansione  che invade lo spazio circostante  diventa ambiente, luogo tattile, fisica esperienza. L’artista lombardo si muove nel campo dell’arte estroflessa e respira soglie analitiche.  Grandi campi spaziali, dove la costruzione ne è la base di partenza, e il colore, unico, piano, sincopato per via delle movenze costruttive ne è divenuto  l’abito assoluto. Strutture, geometrie espanse e contratte, architetture del mondo e dell’universo, ritmi ascensionali e portanti, archetipi come semi del visibile e dell’invisibile lo campionano artista  a tutto campo, grazie alla sua lucida arte, lucida perché estrema e analitica, in continuità con quella prima tranche di opere storiche degli anni Settanta e quelle dell’ultimo decennio, a dimostrazione di un rinnovamento nell’ambito di una coerenza linguistica e semantica.

La serie bellissima degli “Steli”,  opere disseminanti, corpi  di forme  sulla parete, che  affinano minime dissonanze e  disarmonie, chiarisce bene come l’artista colga  con immediatezza vaste campiture a suggestioni d’infinito, predisposte secondo modificazioni relative alle caratteristiche del luogo  espositivo, corpi  monocromi, che divengono area di relazione dialettica  tra superficie e  profondità. La quadratura  dell’opera diviene infinità dello spazio, con intessute dentro le coordinate del tempo, della storia e del movimento; materia e toni/colore (bianchi, gialli, rossi, blu, grigi, viola, platino, ecc.)  ma anche intersezione dei piani, sovrapposizioni,  che scardinano la classica lettura del mondo geometrico, lo respirano e lo esprimono tra minimalismi, soglie e  contesti.  Primo Formenti  è  tra i nuovi pittori  dell’oggi più attivi a insistere sulle formule e sulle potenzialità della superficie sensibile dell’opera, ed anche sulla formazione concettuale  e fisica della struttura che vive oltre la superficie.  Lavorando per capitoli, dai manifesti immaginari ai rapporti, dagli steli ai racconti,  l’artista ha sondato tutte le possibilità dell’estroflessione, senza tralasciare la composizione più articolata, o la linea curva prediletta in diagonale, dando per quest’ultima la possibilità di leggervi una ricerca più sontuosa.  E con lo spingere fuori i moduli,  arriva al suo metodo definitivo  che consiste nel riempire lo spazio, su cui interviene con il colore che si presenta come dominante. Ecco una sorta di superficie che respira  con la conseguente sensazione di movimento e di stasi di questo corpo-colore, che vuole fuoriuscire dai vincoli del telaio e  al tempo stesso voler restare nell’essere stesso della pittura. E accanto allo stato maggiore dell’estroflessione e  della disseminazione, da E. Castellani ad A. Bonalumi, da P. Pinelli fino a P.  Scheggi, che hanno avuto precedenza cronologica rispetto al minimalismo statunitense,  l’operazione estetica di Primo Formenti  si attesta fra le più sperimentali del nostro tempo, per i suoi attuali vissuti fervidi di tensioni creative. Così pensare pittura diviene condizione del fare, fra accensioni   avanguardiste e carattere sperimentale, e se la geometria   per Formenti è stato un mezzo  per indagare le infinite possibilità  dello spazio e  l’orizzonte si riempie di ritmi,  sequenze,  sono  le forze messe in campo  ad accendere il campo della percezione, la vertigine del tempo, il colore che  sposta lo spazio altrove, infinitamente”.

Nella serata inaugurale, dopo i saluti del Presidente Circolo Esteri Luigi Maria Vignali,  sensibili interventi sono stati quelli degli Ambasciatori Umberto Vattani e Gaetano Cortese  che mi hanno preceduto prima della mia lectio magistralis.

 

Primo Formenti nasce nel 1941 a Palazzolo sull’Oglio (Brescia), dove tuttora svolge la sua attività. Inizia la sua carriera artistica nell’ambiente parigino dei primi anni ’60 dove risente del fermento culturale, che l’artista rielabora in una costante ricerca e trasformazione di colore e materia. Negli anni’70 aderisce al gruppo “E”; è questo un momento particolarmente creativo, caratterizzato dalla scelta di una tecnica pittorica molto particolare, simile all’affresco che utilizza per esprimere temi tendenzialmente astratti. Elabora così diverse tematiche, i “Giocando”, “Le Donne”, i “Manifesti Immaginari”, i “Rapporti”. In questa ultima tematica (durata dal 1987 al 1996) aderisce al gruppo “Disarmonie Espressioniste”, fondato da Daniela Palazzoli e Giovanni Repossi; giunge a creare nei suoi quadri dei rapporti ben definiti e alternativamente dominati fra colore, oggetto e materia. Molto interessanti sono anche le “Steli”, grandi forme di legno dipinto, in cui dall’evidente struttura geometrica emerge un impasto cromatico denso, ma nello stesso tempo sfumato e quasi evanescente. Dal 1997 lavora alla nuova tematica dei “Racconti” in cui la narrazione è puramente astratta. Nel frattempo Formenti si misura con la produzione di vetri d’artista dove i diversi elementi cromatici conversano attraverso linee decise che tessono la trama. Sue mostre personali vengono allestite nelle più importanti città, in Italia e all’estero: Milano, Venezia, Bergamo, Roma, Pesaro, Rotterdam, Stoccolma, Vienna, Chicago, Atlanta, Napoli, Parigi, Bruxelles, Barcellona, Zagabria, Rio de Janeiro ed altre ancora. Nel 1993 una sua ampia retrospettiva viene presentata da De Martino al Museo d’Arte Sacra di Sant’Apollonia a Venezia. Nel 1996 una personale con oltre 70 opere è allestita presso il Castello Visconteo di Trezzo sull’Adda in provincia di Milano. Nel 2004 una personale con 50 opere viene proposta al Museo Marius Staquet di Mouscron in Belgio ed un’installazione al Caffè Florian a Venezia. Nel 2005/2006 “I vetri post-moderni di Primo Formenti”, con presentazione di Giancarlo Bojani,  allo Scalone vanvitelliano, Pesaro. Nel 2006/2007  personale con 60 opere, dal titolo “R&R”, viene proposta presso la Rocca Sforzesca di Soncino (CR),  con presentazione di Antonio Falbo. Nel 2010 “Arketipo” con 50 opere, al Museo del Presente a  Rende (Cosenza),  curatore Tonino Sicoli. Nel 2011 “Donne”1981-2011, con 50 opere,  alla Torre Avogadro di  Lumezzane (Brescia). Tra le rassegne più recenti da ricordare  nel 2009 Arte Borgogna, Milano, con L.Fontana, P.Manzoni, G.Beyus; Prima Rassegna Nazionale D’Arte, Città di Osimo, Ancona.  Nel 2010 Spazio Sarpi sei, Milano, U.Nespolo, P.Formenti, G.Grimini; nel 2011 54° Biennale di Venezia; Alexander Museum Palace di Pesaro; inserito fra le 26 grandi opere del percorso della Biennale con opere di S.Chia, G.Pomodoro, G.Marotta, E.Cucchi, M.Paladino, P.Formenti, A.Pomodoro, M.Valentini; Archivio di Stato, Novara; Amici dell’Arte, Palazzo Avogadro, Zanano di Sarezzo, Brescia. Nel 2012 Villa Casati, Centro Pasolini, Muggiò, Milano, Maestri del Novecento, la ceramica nell’arte contemporanea. Nel 2013 A.A.F.Milano Super Studio, Collezionando Gallery; Galleria all’aperto della ceramica d’arte, Ellera, Albissola; Galleria Anna Maria Consadori, Milano; Galleria Clio Calci Rudy Volpi, Milano; nel 2014 Galleria Luisa Delle Piane, Milano; F.A.I. Villa Necchi Campiglio, Milano, Arte Ceramica oggi in Italia; Palazzo Ducale, Sabioneta, Mantova; Artisti delle ceramiche San Giorgio, Albissola M.Sv; nel 2015 Desenzano, Castello di Desenzano; Roma, Galleria “CollezionandoGallery” Primo Formenti ed EttoreSottsass;  nel 2017 Venezia,Murano–MuseodelVetro. Illustri critici hanno scritto del suo lavoro, Carlo Franza, Giorgio Seveso, Enzo Di Martino, Mauro Corradini, Francesco Tedeschi, ecc.

Carlo Franza

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