La Cardi Gallery  di Milano presenta “La Geometria dei Colori”, una mostra  aperta fino al 9 marzo 2022,  in collaborazione con Antonini Milano (maison italiana di gioielli dal 1919) a Palazzo Borromeo, di nuovo protagonista con i suoi spazi affrescati. Si tratta di un’accurata selezione di opere di Claudio Verna che attraversa ben diciassette anni della produzione dell’artista, comprendendo, inoltre, alcuni dipinti di recente realizzazione. Verna è uno degli artisti che ho apprezzato maggiormente negli ultimi anni,  ed è uno degli iniziatori della cosiddetta Pittura Analitica. Attraverso un attento studio delle forme geometriche e del colore, questi lavori esprimono perfettamente il modus operandi dell’artista, il quale ha fatto di un’intensa astrazione della forma e di un vibrante uso del colore le fondamenta per creare nuove dimensioni pittoriche.

Nato a Guardiagrele nel 1937, Verna, attualmente, vive e lavora a Roma. Considerato uno dei principali protagonisti, nonché fondatore, del movimento artistico “Pittura Analitica” (conosciuto anche come Pittura-Pittura), ha, con il suo lavoro, favorito un ritorno alla pittura nei suoi elementi costituenti. Durante gli anni Sessanta, mentre il medium della pittura stessa era visto, sulla scia delle avanguardie europee, da molti dei suoi colleghi come anacronistico ed obsoleto, Verna, insieme ad altri artisti quali Giorgio Griffa, Riccardo Guarnieri e Claudio Olivieri decise di dar vita al movimento. Per diversi aspetti, i punti cardine di Pittura Analitica incarnavano l’essenza di quella che può essere considerata come la risposta italiana al Minimalismo. Dall’hard-edge al Colour Field, sono vari i parallelismi che possono essere tracciati con la pittura americana degli anni Sessanta rappresentata da grandi artisti, tra cui Frank Stella, Barnett Newman e Kenneth Noland.

Affermatosi come una tendenza caratterizzata dal totale rifiuto di accenni ed elementi figurativi, il movimento fondato da Verna ha attecchito nel panorama artistico europeo diffondendosi, ad esempio, come Radical Painting in Germania e Supports/Surface in Francia. Tali correnti avevano come fil rouge una ricerca artistica integrata, volta al recupero del mezzo della pittura stessa, considerata ormai come un linguaggio in declino. Spesso caratterizzato da diverse fasi e lievi variazioni, il corpus di lavoro di Verna ufficializza un linguaggio espressivo dominato da elementi base come lo spazio, la forma e il colore. Verso la fine degli anni Settanta, quando ormai il movimento Pittura Analitica era nella sua fase avanzata, le strutture pittoriche di Verna, fino a quel momento così rigorose e pulite, iniziarono a disintegrarsi. La natura precisa e analitica svanì.

L’artista, così facendo, raggiunse una dimensione altra, diversa, caratterizzata prevalentemente dal rilascio del colore. Allo stesso tempo, però, l’energia sprigionata dalle superfici delle sue tele rimase un punto fermo di tutta la sua produzione pittorica, nonostante il suo linguaggio visivo abbia continuato ad evolversi fino ad arrivare a servirsi di pennellate libere e netti contrasti di colore presenti all’interno della stessa opera. In questo modo Verna continuò a dar vita a nuove dimensioni utilizzando campiture di colore diversamente modulate e ottenendo come risultato della suddivisione dello spazio della tela sia rigorose griglie geometriche che, allo stesso tempo, forme inaspettate.

Le opere in mostra sono rappresentative di questa fase della poetica di Verna, caratterizzata dalla destrutturazione del suo primo corpo di dipinti analitici. Opere come “La geometria del Colore” (2021) documentano la caratteristica struttura a griglia utilizzata dall’artista come una reinterpretazione più netta e definita del contorno che delimita i campi di colore che si espandono sulla tela attraverso pennellate selvagge. In “alfabeto” (2021), le linee sono interrotte mentre si dispiegano in diverse direzioni. Nonostante opere come “Viaggio” (2004) non sono interamente monocromatiche, né presentano campiture di colore monocromatiche ripartite in spazi geometrici definiti, il colore rimane un elemento visivo di fondamentale importanzaper Verna. Variazioni di toni riemergono e sanguinano attraverso i vari aspetti strutturali dell’opera, creando superfici sfocate che si alternano e transitano attraverso nuove dimensioni di colore e spazio. Nei suoi dipinti, Verna cerca di recuperare una prospettiva originaria e incontaminata in cui, più che imporre una visione, l’artista ne suggerisce il cambiamento. “La geometria del colore” pone la pratica di Verna proprio come un’indagine sulla radice stessa della pittura.

Carlo Franza

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