Nomos Edizioni ha pubblicato un libro-strenna che è un ottimo regalo per chi a Natale volesse fare un dono gradito. Il libro ha per titolo “L’ermellino di Leonardo”, ovvero dodici storie di animali fra arte e natura, a cura di Ananda Banerjee  e Martina Corgnati.

Il libro(pp.239, Busto Arsizio-Va, 2021, Euro 29,90) con una veste elegantissima, una scrittura semplice e accattivante,  è un viaggio nell’affascinante territorio in cui arte e natura si incontrano; un vero e proprio giro del mondo in dodici tappe, che corrispondono ad altrettanti animali osservati nella loro rappresentazione artistica dalla collega  Martina Corgnati (storica dell’arte), e nella loro effettiva presenza in natura e in alcuni fondamentali elementi ecologici che li riguardano da Ananda Banerjee (giornalista esperto di ambiente e sostenibilità).

Queste storie rivolte a specialisti e non, e soprattutto a chi ama l’arte e la natura, specie in un periodo come l’attuale che mira a un’arte sostenibile e a un ambiente pulito, sono sempre doviziosamente documentate e illustrate con immagini straordinarie. Ecco la giraffa fedelmente rappresentata da Piero di Cosimo nelle Storie di Vulcano e Eolo al Rinoceronte di Albrecht Dürer, dal leone dipinto da Giotto in un angolo della Cappella degli Scrovegni all’ermellino dell’omonima Dama di Leonardo da Vinci ( da qui il titolo del libro), dal dodo di Ustad Mansur ai pappagalli di Frida Kahlo: gli animali esotici abitano i capolavori della storia dell’arte, velati da simbolismi più o meno antichi e consolidati, portatori di significati moraleggianti spesso codificati nei bestiari medievali, risultati di osservazioni dirette che spesso nascondono storie stupefacenti, talora note ma più spesso nascoste nelle cronache delle varie epoche.

La selezione ripercorre sinteticamente la storia dell’arte dal Tardo-antico al Novecento, curiosando fra ambienti e problematiche completamente diverse che riguardano anche, in parte, il rapporto uomo-animale e i suoi cambiamenti nel tempo. Dunque gli animali scelti, fra i più iconici nella storia dell’arte, rivestono oggi anche un ruolo cruciale rispetto alle prospettive di conservazione e tutela della natura.

E per finire, a chiusura del libro, un testo di Giovanni Castaldi, psicanalista, sulla performance di Joseph Beuys I like America and America likes me; una postfazione   curativa: “la costituzione di un partito degli animali, per Beuys, poteva proprio significare dare voce al sacro , al totem, al mito,  attraverso ciò che rappresenta  la natura, l’animale nella sua veste di pontefice”.

 

Carlo Franza

 

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