Fausto Zonaro (Masi, 1854 – Sanremo, 1929) è soprattutto noto per le vedute e le tranche de vie eseguite nel corso del suo lungo soggiorno a Istanbul. Opere scelte di un artista le cui opere sono di un grande fascino. Nato in un piccolo centro della provincia padovana, si trasformerà uno dei più importanti pittori orientalisti a cavallo tra Ottocento e Novecento, vivido rappresentate di un esotismo cronachistico e documentaristico, niente affatto improntato al favolistico racconto di un Oriente immaginato. Raggiunta Verona, durante la formazione presso l’Accademia, ha come compagni di studi Giacomo Favretto, Alessandro Milesi e Angelo Dall’Oca Bianca. In seguito, si trasferisce a Venezia, dove dipinge piccole tavolette di paesaggio e di genere per i turisti, e poi si sposta a Napoli nel 1878. Le tele di questo momento narrano la quotidianità partenopea, con i suoi scugnizzi, venditori ambulanti, sarte. L’opera più conosciuta di questa fase è “Il banditore” del 1886, che rappresenta una delle figure fondamentali del folklore napoletano. Risalgono a questo periodo anche La sofferente e Il calderaio, In attesa, Infilatrici di perle, Al redentore, opere che narrano piccole scene tratte dalla realtà, descritte con grande arguzia e scioltezza esecutiva, nel rispetto dei modelli forniti da autori come Michetti, Dalbono e Favretto. Alla fine degli anni Ottanta, decide di partire per Parigi, dove rimane per un anno. Stabilisce il suo studio in Boulevard de Clichy, dove perfeziona il suo stile traendo linfa dalle opere degli impressionisti. Conserverà però sempre quelle caratteristiche che lo hanno reso un pittore peculiare: lo studio della luce, la capacità narrativa, la pittura vivace. Qui porta a compimento la sua formazione artistica, affinando sempre di più il suo originale e personale realismo. Tornato a Venezia con il nuovo bagaglio di esperienze e conoscenze, inizia ad affiancare l’attività pittorica a quella di insegnante privato di pittura. Si innamora, ricambiato, dell’allieva Elisa Panti. Con lei, poco dopo, Fausto Zonaro partirà per Istanbul, dando una svolta decisiva alla sua vita e alla sua carriera. La curiosità per il vicino Oriente scatta dopo la lettura di Costantinopoli di Edmondo De Amicis e convince subito Elisa a partire. Intraprendente, la donna affitta due piccole case di legno, nel quartiere di Pera. Due mesi dopo la raggiungerà anche l’artista. All’inizio, per mantenersi, compone piccole scene di genere che immortalano momenti tipici della quotidianità turca. Tutto è pervaso da una luce straordinaria e così la sua pittura acquista un fascino e una bellezza senza tempo. Odalische, pescatori del Bosforo, ufficiali di cavalleria del Sultano, mercanti popolano le sue scene, esposte in librerie e acquistate da turisti stranieri, desiderosi di portare con loro un ricordo esotico. Quando, attraverso la mediazione di un ambasciatore russo, riesce a raggiungere il Sultano Abdul Hamid II e a diventare il suo pittore di corte nel 1896, riceve diversi incarichi in qualità di ritrattista. Ma si occupa anche dell’esecuzione di opere celebrative, come il monumentale dipinto sulla guerra greco-turca dal titolo Hucum (L’attacco). Il quadro viene talmente apprezzato dal sultano che Zonaro riceve in cambio una abitazione vicino al Palazzo e acquista vertiginosamente fama: attraverso le sue opere offre un variegato, sontuoso e sincero sguardo sulla vita costantinopolitana conquistando diplomatici europei, critici, politici e viaggiatori. La mostra presso la Galleria Berardi di Roma, a cura di Teresa Sacchi Lodispoto, è accompagnata dalla viewing room visitabile sul sito berardiarte.it e presenta una selezione di tavole e impressioni di Istanbul, che sottolineano la cospicua e brillante attività di vedutista del pittore veneto, seguita parallelamente a quella di pittore di corte. Tra le opere in mostra, si segnalano le vivide marine eseguite sul Bosforo e studi di opere monumentali, tra cui quello per il citato Attacco, per Hammam e per La cavalleria imperiale sul ponte di Galata. A rappresentare la sua fase pittorica veneziana, è stato scelta anche la preziosa Punta della Dogana dalla piazzetta – Venezia del 1883, impressione condotta con estrema agilità e freschezza cromatica.

Carlo Franza

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