A due anni di distanza tornano ospiti del Trieste Film Festival i fotografi d’architettura Roberto Conte e Stefano Perego nella continuazione del loro viaggio esplorativo nelle architetture brutaliste e moderniste degli ex paesi sovietici. Dopo la mostra Modernistan tenutasi al Mercato Coperto e dedicata all’architettura sovietica in Asia Centrale (tra gli eventi dell’edizione 2019 del Trieste Film Festival), il Trieste Film Festival ospita ora 25 scatti che  compongono un articolato reportage che va a testimoniare il patrimonio architettonico sovietico della Georgia dalla fine degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta. Un viaggio quasi fuori dal tempo che restituisce l’immagine di una Georgia del passato, quando era legata all’URSS, e del presente, caratterizzata dalla lotta per l’identità. L’eredità sovietica, nell’architettura come nelle altre sfere del vivere, evidenzia le peculiarità e i contrasti di uno Stato transcontinentale affacciato al Mar Nero che si adagia proprio sulla linea di demarcazione che convenzionalmente separa l’Europa dall’Asia.

Soviet Georgia è il titolo di questa nuova mostra, aperta fino al 4 marzo 2022, curata da Massimo Premuda e ospitata per l’occasione alla DoubleRoom Arti Visive di Trieste, e che restituisce alcuni spaccati visivi e sociali delle principali città georgiane come Chiatura, Gori e Zestafoni, ritrae i monumenti di Zhinvali e Marneuli, e infine documenta la vita sociale della capitale Tbilisi, dai palazzi del potere a quelli della cultura e dell’educazione, dalle case popolari al suo cimitero. La Georgia, che ha dato i natali al sovietissimo Stalin, risulta oggi agli occhi dei fotografi come un paese in transizione tra un passato totalitario e un futuro incerto, con un’eredità architettonica dal taglio brutalista e modernista costituita da edifici spesso riconvertiti. Un paesaggio urbano che caratterizza tutto il paese, dai monumenti con figure umane esasperatamente espressioniste alla rudezza delle geometrie astratte del cemento a vista. L’architettura ancora una volta fu strumento privilegiato dai sovietici per esercitare la loro ideologia, glorificando l’Unione Sovietica, ma ci furono anche tentativi di fondere stili architettonici diversi, come nel caso del palazzo dell’Ex Ministero per la Costruzione delle Autostrade del 1975, un singolare progetto che tentò di mescolare, ancora in piena era sovietica, le diverse influenze architettoniche della tradizione georgiana, come i suoi caratteristici tetti, con le utopie dei metabolisti e i grattacieli orizzontali di El Lissitzky.

venerdì 21 gennaio alle ore 18.00 si è tenuto presso l’Antico Caffè San Marco l’incontro SOVIET GEORGIA: LA MODERNITÀ ARCHITETTONICA SOVIETICA IN GEORGIA. INCONTRO CON I FOTOGRAFI ROBERTO CONTE E STEFANO PEREGO in cui hanno raccontato il fenomeno della modernità architettonica sovietica nella sua declinazione georgiana, tra le più sorprendenti ed espressive di tutta l’ex Unione Sovietica, mostrando numerose immagini di strutture spesso straordinarie, sopravvissute al sistema politico che le ha generate.

Carlo Franza

 

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