E’ finalmente terminato, alla Villa Museo Giacomo Puccini di Torre del Lago, il primo ciclo dei lavori di restauro che per diversi mesi hanno interessato gli splendidi pavimenti a mosaico, i tessuti parietali e i serramenti della casa museo. L’esito dei lavori, che hanno riportato alcuni ambienti del piano terreno ai loro antichi splendori, è stato  presentato al pubblico venerdì 8 aprile 2022, alle 16.00, presso il nuovo Auditorium Simonetta Puccini adiacente alla villa, adesso pronta ad accogliere i visitatori per la stagione estiva. All’incontro  sono  intervenuti  Giovanni Godi, Presidente della Fondazione Simonetta Puccini, Claudio Toscani, Consigliere della Fondazione Simonetta Puccini, Glauco Borella, Vice Presidente della Fondazione Simonetta Puccini e i restauratori Giammarco Piacenti e Concita Vadalà. Seguirà una visita alla villa. L’ingresso libero sino ad esaurimento posti. Per partecipare occorre prenotarsi scrivendo a info@fondazionesimonettapuccini.it.

“Siamo veramente orgogliosi del lavoro fatto in questi anni”, dice il presidente della Fondazione Giovanni Godi. “Dalla costituzione della Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini, abbiamo tenuto fede a tutti gli impegni presi. In meno di due anni abbiamo restaurato l’edificio adiacente la casa museo, dando vita agli uffici, all’archivio e al bellissimo auditorium, inaugurato lo scorso anno e doverosamente intitolato alla nipote del Maestro. Ed ora abbiamo chiuso questo primo ciclo di restauri, voluto già a suo tempo da Simonetta Puccini e, finalmente, realizzato grazie al suo lascito e secondo le sue direttive.”

I pavimenti seminati alla veneziana, coevi alla costruzione dell’odierno edificio – risalente agli ultimissimi anni del XIX secolo – risultavano gravemente compromessi dal tempo e dall’umidità, che è sempre stata un rilevante problema per la struttura, costruita proprio sulle sponde del lago di Massaciuccoli. La villa, inaugurata nel 1900 per accogliere la famiglia del Maestro, che da quel momento la abitò ininterrottamente per oltre vent’anni, fu infatti edificata su una preesistente torre di guardia che aveva le sue basi direttamente nel lago. Per allontanarla dall’acqua Puccini comprò un pezzo di terreno dai Ginori e lo adattò a giardino, senza tuttavia riuscire ad arginare definitivamente il problema.

Il restauro della pavimentazione, eseguito dall’impresa Piacenti S.p.a., leader nel settore della conservazione di Beni Culturali, ha interessato nello specifico lo studio, la sala attigua e il corridoio d’ingresso della villa. Generalmente ben conservati al centro delle stanze, i pavimenti presentavano invece evidenti segni di degrado lungo le zone perimetrali, maggiormente esposte ai danni dovuti proprio alle infiltrazioni di umidità di risalita, ma anche alle avventate stuccature in cemento fatte in tempi passati con l’intento di arginare il problema ma con risultati alla fine assai peggiorativi. Non a caso l’intero intervento si è reso possibile solo dopo l’applicazione di uno specifico macchinario capace di invertire la polarità delle molecole di umidità, respingendola così dai pavimenti.

L’accurato lavoro dei restauratori è iniziato con una serie di operazioni preliminari tra cui un’indagine diagnostica approfondita sulle malte ed i litotipi. Il ciclo di restauro si è modulato in base alle esigenze di recupero e alla scelta di materiali compatibili con gli originali, andando anche a ricercare gli inerti più similari. Gli interventi effettuati hanno visto la pulitura generalizzata delle superfici, con panni di cotone imbevuti di acqua e detergenti neutri, poi la rimozione delle numerose efflorescenze saline dovute all’umidità con impacchi desalinizzanti e infine un trattamento biocida per estirpare le muffe. Si è passati poi a togliere manualmente tutte le integrazioni cementizie e a consolidare la malta di allettamento dei mosaici, sia nelle zone rimaste scoperte dopo la rimozione del cemento, sia in quelle dove essa risultava impoverita o frammentaria. L’intervento successivo è stato la levigatura delle irregolarità superficiali, mentre a completamento delle operazioni di restauro è stato applicato un trattamento finale protettivo con cera microcristallina su tutti i pavimenti.

“Il nome di Puccini” racconta il restauratore Giammarco Piacenti “è comparso per la prima volta nella mia vita quando, da bambino, la mia famiglia si è trasferita a Prato, in via Giacomo Puccini appunto, ed io, curioso, ne ho chiesto la storia. L’ho ritrovato poi da adulto, quando per lavoro a San Pietroburgo, sono stato invitato a teatro a vedere la Madama Butterfly. E ricordo l’incanto di essere lì, in un paese così lontano e diverso dal mio, a sentire cantare in italiano. Quando la Fondazione Simonetta Puccini, anni fa, si è rivolta a noi la prima volta per i lavori nella casa museo, ho pensato che il cerchio finalmente si chiudesse. E tutte le volte che entro lì ho questa sensazione”.

I tessuti parietali di seta beige ed i velluti, che rivestono le pareti dello studio dove Giacomo Puccini componeva e riceva gli amici, sono stati invece restaurati da Concita Vadalà, accreditata professionista nel campo del restauro e della conservazione di manufatti tessili. Insieme alla boiserie e al soffitto a cassettoni, furono applicati probabilmente durante l’ultima fase di interventi nel salone, nel 1915, anno ipotizzabile da un ritaglio di giornale utilizzato come spessore tra il telaio delle sete e la parete, dove si legge persino il necrologio per la morte di Elvira Carducci. Interessante che i telai erano stati creati con legni per imballaggio: si possono vedere ancora i timbri “Torre del Lago” e “Fragile”. I tessuti erano in gravissimo stato di conservazione per l’irrigidimento delle fibre e per lo sporco dovuto all’uso del caminetto, al sigaro che era solito fumare il maestro e agli agenti atmosferici, mentre le sete presentavano abrasioni, rotture e grandi lacune. I velluti in seta e fibra vegetale risultavano molto sporchi e indeboliti. Il complesso intervento – su circa 30 metri quadrati in tela di seta e cinque panni di velluto – ha richiesto inaspettatamente molti mesi di lavoro iniziato con la rimozione dei tessuti dalle pareti al fine di evitare danni strutturali. Il primo intervento realizzato è stata la pulitura con microaspiratore e pennello morbido, seguita dall’eliminazione delle colle applicate durante precedenti restauri, dalla pulitura in ambiente umido e dal consolidamento totale delle sete per colmarne le lacune e sostenerne le abrasioni e l’indebolimento generico. I velluti, invece, sono stati restaurati con un intervento eseguito ad ago e con crepeline resinato per proteggere le zone superiori, inferiori, i lati verticali e le zone di slegature delle trame. Prima di riposizionare i tessuti, su ogni parete è stata infine apposta a protezione una fitta tela di cotone colore avorio che poi è stata in alcune zone dipinta con colori simili a quelle delle sete onde evitare un eccessivo contrasto tra le tele di fondo e le sete.

“I tempi del restauro” racconta la restauratrice Concità Vadalà “non sono mai facilmente prevedibili e anche se si è accumulato del ritardo per imprevisti e sottovalutazioni dei tempi, sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti ed è stato interessante poter svolgere il lavoro anche a museo aperto, in presenza dei visitatori incuriositi da questi importanti restauri, che doneranno splendore al museo e alla fondazione che ne cura gli interessi”. I restauri, iniziati nell’estate del 2021, hanno fatto inoltre emergere un bellissimo ciclo di decorazioni a tempera sotto le sete e i velluti da parete, situato nella fascia tra il soffitto a cassettoni e le finestre, raffigurante soggetti marini quali coralli e carpe di gusto giapponese. Durante il periodo di risanamento delle stoffe, le decorazioni sono state visibili a tutti i visitatori della villa e sono oggi oggetto di studio e documentazione.

Anche le finestre e le persiane della Villa, completamente restaurate a cura di Fedeli Restauri, hanno finalmente riacquistato la loro vivida tonalità di verde, da tempo sbiadita dal sole e dalla polvere.

 Carlo Franza

 

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