Nevio Mengacci e la soglia del tempo. La mostra alle Nuove Stanze di Arezzo.
Nevio Mengacci (1945, Urbino), presenta presso Le Nuove Stanze di Arezzo, in collaborazione con Magonza, una serie di opere inedite, visitabili fino al 5 giugno 2022, realizzate per l’occasione, in dialogo con lo spazio espositivo, insieme a una selezione di lavori recenti.
Una grande installazione realizzata con una distesa di fazzolettini Tempo attraversati da bruciature, dietro a una sinuosa e sospesa linea dorata; una tela in cui tonalità diverse di blu emergono richiamando cosmologie lontane, ma allo stesso modo cieli vicini e conosciuti; sculture che disegnano nello spazio dei pensieri astratti e lirici, in cui il gesto e la dimensione primordiale del materiale dialogano con la raffinatezza dell’oro, accento spirituale di senso.
Le opere che Nevio Mengacci ha realizzato appositamente per il salone delle Nuove Stanze sono in dialogo l’una con l’altra, creando un percorso sì lirico e prezioso ma anche frastagliato e ferito, che riflette sulla punta di senso più alta e inestinguibile dell’opera d’arte.
L’inizio del tempo è assunto paradossalmente dall’artista quale limite temporale, soglia prima della quale arrestarsi per avvicinare in quella dimensione il significante imperituro, il grande mistero del lavoro artistico, nucleo originario e inconosciuto che supera la Storia e il suo racconto. La poesia diviene dunque un atto di resistenza e compenetrazione a un tempo che tende ad ottundere e opacizzare la necessaria astrazione che permea il perché dell’uomo.
L’esposizione si snoda nelle altre sale con dei disegni recenti (2021): quelli realizzati a china, che richiamano un mondo pre-grafico, quelli dorati, che trasportano l’osservatore in una foresta incantata, ma non meno perturbante, di segni, linee segmentate ed impronte. Una serie di video, poi, realizzati sulle coste dell’isola di Creta nel 2021, restituiscono la profondità, la naturalezza di un tempo ripetuto, eterno nella sua ripresentazione, che cela dietro la familiarità del rumore delle onde che si infrangono sulla riva, la complessità del flusso a cui apparteniamo. La mostra sarà accompagnata da un prezioso volume edito da Magonza, con saggi critici, uno scritto inedito dell’artista e un apparato iconografico che documenterà l’esposizione.
Nevio Mengacci. È nato nel 1945 ad Urbino dove vive e lavora. Si diploma all’Istituto d’Arte di Urbino, si iscrive al Corso Superiore di Arti Grafiche diretto da Albe Steiner e successivamente frequenta l’Accademia di Belle Arti nella sezione di Pittura sotto la guida di Concetto Pozzati e Pier Paolo Calzolari, sviluppando una sua ricerca influenzato anche dal clima internazionale e dalle nuove tendenze del periodo. Frequenta l’ambiente artistico di Milano e Torino e questo lo porta a conoscere artisti quali Mario Merz, Emilio Prini, espone alla Galleria Toselli (Milano 1975), alla Galleria Forma (Genova 1977) e allo studio Tucci Russo (Torino 1979). Partecipa a Europa ’79, tenutasi a Stoccarda. Collabora con Pier Paolo Calzolari come assistente di pittura. Sono seguite, nel corso degli anni, altre numerose partecipazioni ad esposizioni collettive, tra cui Galleria Enrico Astuni, Bologna (2016); 1° e 2° Edizione opere della nuova Collezione, Cassino Museo Arte Contemporanea – CAMUSAC, Cassino (2014 e 2015); Municipio San Donato Val Comino, Frosinone (2013) a cura di Bruno Corà, Sondare l’altrove – leggero silente, del 2018, presso lo Studio Pelicula di Pesaro, a cura di Milena Becci.
Carlo Franza