Correzione è il titolo del lavoro che Ignasi Aballí  ha realizzato per il Padiglione della Spagna in occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, sotto la curatela di Bea Espejo.
Il progetto, che potrebbe definirsi una sfida all’attenzione e alla percezione dello spettatore, segue la scia di precedenti opere in cui l’artista costruisce un sottile processo di interrogazione dello spazio espositivo, sia dipingendo le pareti di un museo in diverse gradazioni di bianco, sia disegnandone alcune immaginarie per separare a priori spazi indivisibili.

La Biennale Arte 2022 coinciderà con il centenario del Padiglione spagnolo. Sin dagli esordi negli anni Ottanta, Ignasi Aballí si è soffermato su una riflessione concettuale della rappresentazione e percezione dei media come la pittura, gli oggetti, la fotografia, la fiction, il cinema o il video. Il suo lavoro inventa e riorganizza testi, immagini, materiali e processi, confrontando la presenza e l’assenza, il materiale e l’immateriale, il visibile e l’invisibile, la trasparenza e l’opacità, l’appropriazione e la creazione. Così da mettere in relazione la sovrabbondanza di immagini nella società odierna con la scarsità di significati che possiamo attribuirgli. Nella sua proposta per il Padiglione della Spagna sono molti i temi che costantemente hanno accompagnato il suo lavoro: il tempo e il suo segno, la duplicità di nominare e mostrare, l’assenza e la scomparsa, l’idea di sprecare, l’errore e la correzione o i limiti del materiale di lavoro.

IGNASI ABALLÍ (Barcellona, 1958) vive e lavora a Barcellona. Ha tenuto diverse mostre personali in Spagna e all’estero, tra cui quella al Macba di Barcellona (2005), alla Fondazione Serralves di Porto (Portogallo, 2006), alla IKON Gallery di Birmingham (UK, 2006), allo ZKM di Karlsruhe (Germania, 2006), alla Pinacoteca dello Stato di Sao Paulo, Brasile (2010), al Museo Artium di Vitoria – Spagna (2012), al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid (2015), alla Fondazione Miró di Barcellona (2016), al Museo d’Arte dell’Università Nazionale della Colombia di Bogotá (2017), alla Galleria Kula (Split) e al Museo d’Arte Contemporanea di Zagabia in Croazia (2018). Ha esposto in diverse occasioni presso le gallerie Estrany-de la Mota di Barcelona, Elba Benítez di Madrid e Meessen De Clercq di Bruxelles. Recenti invece sono le sue esposizioni nelle gallerie Proyecto Paralelo (Città del Messico, Messico), Thomas Bernard- Cortex Athletico (Parigi, Francia), Pedro Oliveira (Porto, Portogallo) e Nordenhake (Berlino, Germania).

BEA ESPEJO (Vilanova i la Geltrú, Barcellona, 1977) vive e lavora a Madrid. Attualmente dirige il Programma di Arti Visive Madrid45 della Comunità di Madrid, basato sull’insegnamento attraverso laboratori con artisti e professionisti del settore. Tra le sue ultime mostre curate si segnalano: Todos los conciertos, todas las noches, todo vacío di Ana Laura Aláez presso il Centro de Arte Dos de Mayo (CA2M, Madrid) e l’Azkuna Zentroa di Bilbao, e Los blancos secretos de su panza, una rassegna della collezione RAC di Carlos Rosón per la Città della Cultura di Santiago de Compostela. Dal 2002 al 2007 ha lavorato per il programma espositivo della galleria Estrany-de la Mota a Barcellona. Come critico d’arte ha scritto per El Cultural e attualmente lo fa per Babelia di El País. Nel 2017 ha ricevuto il Premio GAC per la Critica d’Arte.

Carlo Franza

 

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