L’Associazione Archivio Storico Olivetti si sta impegnando per l’acquisto e la catalogazione della biblioteca di Giorgio Soavi, poeta, romanziere, studioso, appassionato delle arti figurative e art director in Olivetti di molte iniziative culturali in Italia e all’estero. In particolare si deve a Giorgio Soavi una fitta rete di relazioni con artisti che dagli anni Sessanta agli anni Novanta hanno avuto rapporti di collaborazione con l’azienda di Ivrea. La collezione è un tesoro che comprende opere bibliografiche di artisti come Armodio, Caruso, Janssen, Mattioli, Mitoraj, Roux, ma anche Botero, Buzzati, Glaser, Guttuso, Morandi. Molti di questi cataloghi sono impreziositi da dediche autografe degli artisti allo stesso Soavi. Mi è caro ricordare oggi Giorgio Soavi,  che è stato mio  amico e collega sulle pagine culturali de Il Giornale negli anni montanelliani.

La sua biblioteca “di lavoro” è lo specchio di un’epoca di intensa attività culturale e di un particolare modo di fare impresa a beneficio del Paese. Si pensi, ad esempio, ai grandi restauri dei Cavalli di San Marco di Venezia e dell’Ultima Cena tra i molti sostenuti dall’azienda.

Ora la biblioteca è in vendita sul mercato librario e rischia di andare dispersa, compromettendo per sempre l’integrità di un patrimonio unico nel suo genere: per questo motivo l’Associazione Archivio Storico Olivetti ha deciso di attivarsi per il suo salvataggio.

Con il vostro aiuto, tutti insieme, possiamo acquistarla, riordinarla e catalogarla per renderla disponibile alla comunità.  Il progetto di crowdfunding su Rete del Dono non si ferma e abbiamo ancora bisogno del tuo contributo! Solo così riusciremo a salvare i volumi di Giorgio Soavi e a rimetterli a disposizione dell’intera comunità. AIUTACI CON UNA DONAZIONE (fino al 15 febbraio 2023). Trovi tutti i dettagli su www.archiviostoricolivetti.it

In termini di ricaduta per il territorio, questa proposta di acquisto della Biblioteca Soavi rappresenta un atto di restituzione alla comunità olivettiana di beni culturali a rischio, ma anche di un patrimonio che garantisce la possibilità di raccontare un’epoca, attraverso la figura di Giorgio Soavi, per poterne consegnare il profilo e il peso alle nuove generazioni. Un profilo la cui integralità, come intellettuale, scrittore, poeta e soprattutto cultore delle arti figurative, se da un lato è garantita dalla conoscenza e frequentazione diretta di moltissimi artisti, dall’altra è incarnata unicamente dalla sua biblioteca, testimone in pericolo.

Giorgio Soavi (Broni, 26 novembre 1023 – Milano 1 dicembre 2008) – è stato uno scrittore, poeta e giornalista italiano. Nacque a Broni, una cittadina dell’Oltrepò pavese, nel 1923; giovanissimo, appena ventenne, aderì alla Repubblica di Salò, poi presa coscienza dell’inutile sacrificio, decise di disertare quasi subito. Questo dramma interiore, “la guerra d’altra parte” lo racconterà nel libro Un banco di nebbia, dove traccia con amarezza e ironia il percorso esistenziale e civile di una generazione e com’ebbe a dire, definendo l’opera «la storia di chi, vivendo in modo incolpevole e felice, può trovarsi da una parte sbagliata o colpevole».

Nel romanzo Gli amici malati di nervi del 1953 disegna una generazione d’intellettuali che si sentono estranei ai fermenti postbellici insoddisfatti nell’intimo e che avvertono come inutile l’impegno artistico sul quale hanno posto le loro ambizioni e inutili speranze. Nel dopoguerra Soavi, a solo 22 anni, ebbe anche una fugace esperienza nel mondo dello spettacolo come cantante al Grande caffè Berardi di Roma.

Per un breve periodo si trasferì a Firenze   dove iniziò a lavorare come correttore di bozze alla rivista di Alessandro Bonsanti “Il Mondo” su cui scrivevano Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda. Coltivò una grande e duratura amicizia sia con lo scultore svizzero Alberto Giacometti  a cui dedicò, per la mostra milanese del  2000  una monografia Alberto Giacometti: Il sogno di una testa, sia con  Balthus con il quale condivise lunghi soggiorni nel suo chalet svizzero di  Rossinière.

Le raccolte di poesie La moglie che dorme del 1963 e Poesie per noi due del 1972 vennero illustrate da Renato Guttuso. Agli inizi degli anni Cinquanta Soavi fu chiamato assieme ad altri intellettuali dall’industriale Adriano Olivetti   a lavorare per la sua azienda alla rivista Comunità e gli commissionò straordinarie opere d’arte da Mino Maccari, Cassinari, Viviani, Sutherland, Delvaux.

Al mecenate, oltre che sposarne la figlia Lidia (dalla quale ebbe due figli, Albertina restauratrice ed esperta d’arte e il regista Michele), dedicò un romanzo Il conte finalista del Campiello 1983 ed una biografia Adriano Olivetti: Una sorpresa italiana (2002) che si aggiudicò il Premio Biella Letteratura e Industria.

Collaborò per diversi anni al quotidiano Il Giornale nome inventato proprio da Soavi, dopo avere riso in faccia a  Montanelli  che voleva chiamarlo “La Posta”, che seguì anche nella sfortunata avventura della Voce; la loro amicizia era di vecchia data, nata in un incontro un po’ burrascoso alla fine degli anni Cinquanta nella celebre trattoria milanese  Bagutta. “Ogni qualvolta litigavano in riferimento al passato di disertore del Soavi, Montanelli gli rivolgeva un rimprovero «Tu sei funesto e imprevedibile. In che mondo viviamo! Non ci si può fidare nemmeno dei disertori» Soavi gli dedicò una monografia Indro. Due complici che si sono divertiti a vivere e a scrivere, Longanesi 2002.

C’è da segnalare negli ultimi anni un’interessante collaborazione epistolare con l’attore Vittorio Gassman   raccontata nel libro Lettera d’amore sulla bellezza (1966) i racconti erotici inediti Goccioline, pubblicati nel 1999 dall’editore ES di Milano e la raccolta di poesie Nella tua carnagione, pubblicato nel 2005 e che si ispira ad un celebre quadro del pittore Hans Baldung Grien,    Eva, il Serpente e la Morte, 1525.

Carlo Franza

 

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