E’ il 2° appuntamento che la Storica Galleria L’Osanna di Nardò/Lecce,  nobilmente diretta da Riccardo Leuzzi, dedica all’arte di Ercole Pignatelli, il noto pittore leccese e milanese di adozione, della serie dedicata al suo percorso artistico. E’ la volta della POP-ART degli anni ’60 e inizi anni ’70, ritenuta di particolare interesse per originalità formale e tematica del genere POP in Italia.

“Nel 2022 -dice Leuzzi- percorremmo la sua prima esperienza leccese degli anni ’50; seguirà nel 2024  la 3° mostra sulla evoluzione pittorica dell’artista, verso e nel terzo millennio, sempre  nuova e coinvolgente”. Certo, un ambizioso programma culturale ed artistico della Galleria L’Osanna.

Ma veniamo al tempo della Pop Art  italiana  e il ritorno alla pittura,  tra anni ’60 e ’70 del Novecento,  con il coinvolgimento anche di Ercole Pignatelli  che in quegli anni era salito da Lecce a Milano. Nei primi anni ’60 la Pop Art irrompeva nel panorama artistico mondiale. Il nuovo movimento nasceva dalle ceneri della pittura informale, ed era proiettato verso una estetica nuova, inclusiva degli oggetti di uso quotidiano, della pubblicità, della tecnica, della moda, del fumetto e di tutto ciò che risultava storicizzato, compresa la storia dell’arte e le sue icone.

Un linguaggio artistico completamento nuovo che attingeva da ogni aspetto del vivere presente con l’approccio alla produzione seriale ed industriale; una radicale rilettura dei canoni dell’arte, che dalla sua sacralità evolvevano al quotidiano consumismo.

La stimolante svolta non poteva sfuggire alla sensibilità di un artista attento ed inquieto come Ercole Pignatelli, che non si sottrasse al fascino dei nuovi fermenti interpretandoli con l’accostando di fantastici macchinari ed improbabili ingranaggi, simboli della quotidiana contemporaneità, alle sue tematiche e ai suoi racconti autobiografici, dicotomia della macchina e della figura umana con cui ha saputo cogliere questo mondo eccitante affollato e privo d’anima con la dissacrazione del reale sino al- le guerre di sterminio che il nostro tempo ci offre periodicamente (Giorgio Kasserlian,1968). Da qui l’approdo ad una efficace ed originale figurazione sul vivere quotidiano, sull’arte e sulla sto- ria, con le tecniche seriali della pubblicità; tutto con gusto mediterraneo -vedi “La bagnante”- ed originale creatività, lontani non solo dalla proprie tendenze Pop d’oltre oceano, per non  dire americane,  ma anche  da quelle europee, come il Nouveau-Realisme.

La rivisitazione della metafisica di Giorgio De Chirico e del suo mondo incantato tra “Piazze d’Italia” e “Muse inquietanti” rappresenta poi la vera genialità della sua esperienza Pop, definitivamente storicizzata dal Premio Ramazzotti assegnatogli a Palazzo Reale di Milano nel 1968.

Nel corso degli anni ’70 prevale poi in Pignatelli la passione per l’opera di Picasso “l’artista totale”; da qui il suo ritorno alla “pittura-pittura”, spinto dall’indomabile istintiva creatività di quel suo virtuoso circuito mano-cuore-anima, irripetibile vulcano di fantasia e poesia.

Carlo Franza

 

 

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