Tappa da calendario la mostra romana in corso del lombardo   Raffaele Cioffi (Desio 1971), evento di enorme rilevanza culturale e artistica, capace di leggersi in un piano generale di arte internazionale che scuote le proposte che si tengono oltralpe, specie in Europa. Parliamo dell’undicesima stazione del percorso Progetto “Mondi” varato nel 2019  al Circolo Esteri della Farnesina che va a celebrare il Ventennale della Fondazione Collezione Farnesina. Tra i presenti, ad accogliere il numeroso pubblico intervenuto, l’illustrissima Ambasciatrice Maria Assunta Accili che dava il benvenuto al pubblico e ai visitatori  in sostituzione  del Ministro Plenipotenziario e Vicepresidente del Circolo Esteri Laura Carpini; è mancato con la sua presenza perché trattenuto all’estero per impegni di rappresentanza l’Ambasciatore Umberto Vattani ideatore del Progetto “Mondi” insieme al Prof. Carlo Franza già Professore Ordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea e Critico de “Il Giornale”,  presente l’Ambasciatrice Marie Sidsel Hover  e  l’illustrissimo Ambasciatore Gaetano Cortese  che coordina per l’Editore Colombo di Roma quella bellissima collana sulle Ambasciate italiane nel mondo, e la Professoressa Marisa Settembrini  che poco più di un  anno fa aveva  campionato la sua  mostra al Circolo Esteri dal titolo “ Geografie dell’icona”  con i memorabili Divus. Salutato da tutti i presenti l’artista Raffaele Cioffi, l’artista della decima esposizione, i cui teleri facevano bella mostra nel Salone del Circolo, e all’artista tributato il plauso dell’intellettualità romana. Ha introdotto la brillante serata inaugurale l’Ambasciatrice Maria Assunta Accili che salutando i presenti ha lodato il Progetto artistico messo in piedi al Circolo Esteri che anzitutto campiona la grande arte italiana contemporanea, si è fatto apripista e tracciato per il nuovo corso dell’arte nel terzo millennio, ha poi ringraziato il curatore della mostra per tale scelta e per questo  spettacolare omaggio  alla pittura, alla luce e alle sue ombre, al tempo che attraversa l’esistenza e la segna. Poi è stata la volta del curatore Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza che tra l’altro ha detto: “E’ una mostra unica che si attesta fra mille per la sua capacità di indicare e sorreggere il senso della vita e del mondo. La pittura che diventa oracolo, riflessione e meditazione”. Quindi ha preso la parola l’Ambasciatore Gaetano Cortese, che ha ringraziato l’artista per questa splendida mostra che già tocca i presenti ma che sicuramente catturerà l’attenzione di diplomatici e visitatori durante il periodo espositivo, visto che la mostra sarà aperta fino al 31 maggio 2023. Infine l’artista  Raffaele Cioffi  ha ringraziato la Presidenza del Circolo Esteri  nelle vesti dell’Ambasciatore Giuseppe Scognamiglio  e del Ministro Plenipotenziario e Vicepresidente del Circolo Esteri  Laura Carpini  e soprattutto dell’Ambasciatrice  Maria Assunta Accili per la mostra da lei aperta,  inaugurata e le sue parole pronunciate fortemente colte e foriere di spunti e accensioni, i diplomatici intervenuti, gli amici presenti, i visitatori tutti, sottolineando come questa mostra sia stata nel tema e nei contenuti appositamente ideata per questa prestigiosa sede che da Roma manda segnali a tutti gli Istituti di Cultura Italiani nel mondo.

Ha scritto Carlo Franza in catalogo: “La luce cresce fra soglie e passaggi, entra lentamente e si spinge nell’aria delle stanze ideali. Quella di Raffaele Cioffi potrebbe sembrare una pittura destinata a un gusto prezioso dell’occhio, invece bisogna avvertire la profonda necessità di filtrare il reale in questa sottile consistenza di una pittura che è riflesso di una disposizione mentale adatta a sciogliere gli ingorghi confusi della natura su uno schermo di trepide intuizioni. La finezza  di  queste  modulazioni  di  colore,  che  si  intrecciano  sulla spinta di un’emozione che vuole trasfigurare la realtà quotidiana ed esprimere una delicata elegia, ci conferma che siamo dinanzi a un’intelligenza pura, a un animo sensibile che trova nel dipingere, nel colore tenue, pulviscolare, intriso di luce, la sua felicità, la sua verità. Il clima di questi luoghi investiti di luce e di colori, svela proprio come nel cuore di queste immagini-universo, si movimenta una monumentalità senza artificio, capace di una rèverie nella quale l’anima veglia senza tensione. Da anni Raffaele Cioffi (Desio, 1971) mirabilmente ha tracciato, nel panorama dell’arte contemporanea, un suo percorso di raffinata intellettualità, come direbbe il mio mentore e collega Giulio Carlo Argan. Una cosa a mio avviso da non trascurare è che tale percorso parte dopo quell’insegnamento che Cioffi ha avuto all’Accademia di Brera con Luciano Fabro. Un percorso aristocratico, esemplare, raffinato. Una visione essenziale della pittura, un’astrazione assoluta che conduce il visitatore al centro di una profonda esperienza visiva e sensoriale, quasi mistica. Un illustre filosofo contemporaneo, Emanuele Lèvinas nel più noto dei suoi scritti che ha titolo “Totalità e infinito”, ha ricordato come l’architettura -che vuol dire anche progettazione e costruzione- è nella sua essenza dimora, casa in senso totale, composta da “stanze”, “passaggi” e “soglie”; tutto ciò va spiegato per un verso come “apparizione dell’estensione fisico-geometrica” e per altro verso come “spazio per l’utopia in cui l’io si raccoglie dimorando a casa sua”. Da qui occorre partire per leggere le pareti, i muri, e le “soglie” di Raffaele Cioffi.  Questi luoghi pensati prima che dipinti, sono spazi intimi, hanno soglie di accesso, Cioffi ci conduce con un viaggio  verso la fonte di un processo creativo, per raccontare i valori simbolici e poetici  di quella forma a stanza -forsanche immaginaria- , stanze tematiche, stanze dei saperi, stanze del pensiero, stanze scientifiche,  stanze illuministe, stanze mediche, stanze politiche, stanze degli affetti,  stanze musicali,  stanze degli odori, stanze dei reperti, stanze di manufatti, stanze della pittura, stanze geografiche,  stanze culinarie, stanze delle memorie e dei ricordi. Oltre queste soglie e quelle stanze vi è l’abitare di un poeta qual’ è Raffaele Cioffi.  Le opere rifiutano le forme rigide e chiuse, come i colori freddi e monolitici, per adottare colori tenui che s’intrecciano in un pulviscolo morbido e fluttuante. Le soglie e i passaggi sono nobilitate dal retaggio di una tradizione colta che serpeggia fra la materia-sostanza artigianalmente trattata e aggredita e cariche di un respiro poetico sempre palpabile, quasi scrigno esiodeo di opere e giorni. Architetture, porte, finestre, soglie, pareti, superfici, avvolti in un gioco di riflessi e ombre che conferiscono al tutto un aspetto sempre diverso al mutare della luce e delle ore del giorno. Queste architetture si nutrono di valenze mitico-magiche, la loro apparizione   è estensione fisico-geometrica, e la ricerca artistica di Cioffi è un vero e proprio processo astratto e intellettualizzato che si porta verso un sistema visualmente strutturale e ottico di una certa scuola americana. Nei profili di queste pareti-orizzonte   vi sono temi memoriali che sanno di totalità e infinito, materie e colori che si dispiegano sulle superfici e definiscono sì gli spazi, ma recuperano la storia attraverso fasci simbolici e sacri, di coscienza e ordine, di inedita invenzione. Tele, per lo più di grandi dimensioni, che offrono un orizzonte di lettura che va oltre la pittura stessa e che chiede al visitatore di “entrare dentro” le opere e “attraversarle” lentamente, per ritrovarsi come in un’altra dimensione. Il percorso post-aniconico  – che è già stato di Valentino Vago, Claudio Verna, Claudio Olivieri e  Riccardo  Guarneri-  si ritrova e vive anche nella pittura di Raffaele Cioffi,  evidenzia come l’artista cerchi e trovi di volta in volta la dissolvenza dell’immagine nella luce e nel colore, per un’astrazione estremamente nuova, post-moderna, dalla colorazione pastosa e dalla forte valenza spirituale, che sa di paradiso, di mondi ultraterreni, di cieli e universi inesplorati, rilevano una timbricità romantica dell’anima che si mostra in una pennellata forte, densamente lavica e coinvolgente. Uno spettacolo inedito che stupisce, una visione essenziale della pittura, di una “pittura oltre”, di un’astrazione assoluta che vuole porre il visitatore al centro di una profonda esperienza visiva e sensoriale. Con Cioffi abbiamo un ritorno verso una pittura d’essenza, che diventa riflessione sul fare, scrittura di un percorso di pensiero. Le tele sono come sollecitate da una sensibilità acuminata, mostrano un formicolare di particelle infinitesimali di materia e di luce, come estensioni di un antico tracciato musicale con significato trascendente pur se all’interno di uno spazio concreto nel quale le cose non sono illusioni e lo spazio risulta così aperto a tutti i ritorni dell’impossibile. Le tele sono supporto primario in cui si dà forma un pulviscolo molecolare che muta di volta in volta, che pare registrare impulsi psichici, mettendo a segno un percorso di accadimenti, di tempi, di storicità vissuta sul filo degli eventi quotidiani. E la superficie cromatica -luogo in cui la luce penetra nel profondo delle connessioni della tela- si condensa di ramificazioni secondo un pensiero che si perde nei labirinti dei richiami esistenziali, affidato alla trasmissione automatica dell’inconscio. Il grado di tensione delle immagini si movimenta su un ritmo interno di dolce eco naturale che, nelle vibrazioni del colore e della luce, Cioffi ne veicola il richiamo alla essenzialità degli spazi ipnotici di Rothko. Nei quadri di Cioffi si è dilatato lo spazio, il rettangolo e il quadrato si è fatto spazio, e un’aria lenta e grandiosa, un respiro intimo e forte, hanno sfoltito questa meditata asfissia. E’ così che i suoi dipinti diversamente significano, in quanto in essi si ritrova un nuovo modo di affacciarsi al mondo, alla vita. E’ una nuova oggettività, Raffaele Cioffi è il poeta delle cose sottili, impalpabili, ma profonde, assolute”.

Raffaele Cioffi si diploma al Liceo Artistico “Papa Ratti” di Desio, dove inizia ad avvicinarsi alla pittura. In seguito frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera seguendo i corsi di Luciano Fabro. Chiarisce l’orientamento della sua ricerca e del suo linguaggio grazie all’incontro con artisti come Claudio Olivieri e Mario Raciti. Tra le sue esposizioni ricordiamo le personali Il volto dell’anima presso lo Young Museum di Revere nel 2001 (catalogo con testo di Claudio Cerritelli); Prospettiva interiore al Chiostro di Voltorre – Museo d’Arte Moderna di Gavirate nel 2003 (catalogo con testo di Marco Meneguzzo); Continuum (?); Lo spazio emotivo della pittura al Museo Nazionale Villa Pisani di Stra nel 2009 (catalogo con testi di Giovanni Maria Accame e Matteo Galbiati). Nel 2011 è stato invitato a partecipare alla Biennale di Venezia, sede di Torino – Palazzo delle Esposizioni, Sala Nervi. Nel 2014 realizza una serie di opere sul tema iconografico della Croce che presenta nella mostra intitolata Alla luce della Croce presso Villa Clerici – Museo d’Arte Sacra di Milano. Tra il 2015 e il 2016 realizza una serie di dipinti di grande formato per il Museo Civico di Alessandria che vengono presentati nella mostra Solidità della luce presso la Sala dei Convegni del museo nel 2016 (catalogo con testo di Luca Pietro Nicoletti). Vapors of Light è il titolo della personale curata da Alberto Barranco di Valdivieso che gli dedica la Galleria Monopoli di Milano nel 2018. Nel 2021 il MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone ospita una sua personale intitolata Soglie, e  Palazzo Ducale di Mantova ospita una mostra con 17 grandi tele dell’ultima produzione.Sul suo lavoro hanno scritto Giovanni Maria Accame, Claudio Baglioni, Alberto Barranco di Valdivieso, Claudio Cerritelli, Nicola Demitri, Martin Engler, Pietro Finelli, Matteo Galbiati, Marco Meneguzzo, Luca Pietro Nicoletti, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Francesco Tedeschi, Martina Valente, Valeria Vaccari, Carlo Franza.

Carlo Franza   

 

 

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